A Londra il teatro fiorisce d'estate di Ennio Caretto

A Londra il teatro fiorisce d'estate A Londra il teatro fiorisce d'estate Recite contemporanee in oltre 40 locali, nel solo "West End" Amare satire sociali e spettacoli non impegnati: un giallo di Agatha Christie tiene cartello all'» Ambassadors » da 15 anni (Nostro servizio particolare) Londra, agosto. Contrariamente a quanto avviene in quasi tutte le grandi capitali, i teatri e le sale da concerto londinesi non chiudono i battenti per l'estate. Spesso, anzi, questa da giugno a settembre è per Londra la stagione teatrale più ricca e brillante. Mentre altrove, a NewYork ad esempio, si rispolverano vecchie produzioni 0 si allesticono «lavori di seconda classe», nel «West End», ad un tempo, si dà vita alle opere più celebri e si presentano interessanti novità. Spettacoli di ogni tipo movimentano le serate e 1 fine settimana londinesi, dal primo dramma di uh giovane arrabbiato ad un balletto del migliore repertorio, da una tragedia di Shakespeare ad un «musical» di Broadway, da un « giallo » di sir Conan Doyle a un « recital » mistico indiano. Tanta copiosità e varietà di produzione è favorita dall'afflusso di milioni di turisti, per i quali, senza qualche visita a teatro,, il soggiorno in Inghilterra sarebbe incompleto e deludente. Ad essi soprattutto sono dirette certe manifestazioni, anche fuori Londra, come la stagione di Chichester, a cui avrebbe dovuto prender parte Danny Kaye, che decise all'ultimo momento di recarsi invece ad Israele, dopo la guerra contro gli arabi; o come il Festival internazionale delle arti ad Edimburgo, alla cui parata militare interverranno quest'anno per la prima volta 45 bersaglieri, dell'ottava divisione Ariete, di stanza a Pordenone. Più che nel turismo," tùt? tavia, questo rigoglio estivo affonda le sue radici in una grande antica tradizione. Da secoli è il teatro che esprime compiutamente il genio e il gusto inglesi. Ha detto Kenneth Tynan, il direttore letterario della « Compagnia nazionale » di sir Lawrence Olivier usando un'immagine barocca: ti E' un magnifico sport, la forma più seria di divertimento artistico ». Oltre quaranta teatri, tre sale da concerto e due teatri lirici sono aperti oggi nel «West End» (un'altra cinquantina, taluni sede di compagnie famose come quelle di Nottingham e di Bristol, sono aperti nelle Provincie, dal Galles alla Scozia). Gli appassionati dei « classici » hanno libertà di scelta tra La bisbetica domata, magistralmente rea lizzata all'Aldwich dalla «Regia compagnia scespiriana » con Janet Suszman nei panni di Caterina e Michael Wiliams in quelli di Petruc chlo, e Cyrano de Bergerac, dato all'aperto nel pittoresco Regent Park, in una piacevole brezza serotina, con David Buck protagonista. Una ghiotta edizione de Il mercante di Venezia, interpretato da sir Ralph Richardson, è attesa all'Haymarket per il 7 settembre: e una ancora più ghiotta di Macbeth, interpretata dalla moglie di Harold Pinter, Vivien-Merchant, e dal vincitore dell'«Oscar» di quest'anno, Paul Sconcici, è attesa per il 16 agosto a Stratfordon-Avon, il villaggio di Shakespeare, da tutti considerato un'appendice teatrale londinese. La « nouvelle vague », formatasi sotto la guida di John Osborne e Arnold Wes ker, è rappresentata da «Loot» (Il bottino) un'amara satira sociale di Joe Or ton, 34 anni, assassinato mercoledì notte da un suo amico col quale conviveva; dalla storia di un padre che vede morire lentamente la figlia, scritta da Peter Ni chols su uno spunto autobiografico. A day in the death of Joe Egg (Un giorno nella morte dl Joe Egg); da The prime of miss Jean Brodie (Lo splendore di miss Jean Brodie), il ritratto di un'insegnante zitella, adattato per il teatro da Ann Jellicoe su un racconto di Muriel Spark: e da The man, in the glass booth (L'uomo nella cabina di vetro), dell'attore-regista Robert Shaw, diretto da Harold Pinter, che è 11 comme¬ diografo più discusso del momento, e si dilètta di recitazione e dl regia. Ma i risultati di quest'ultimo dramma, a parere della critica, non hanno corrisposto alle ambizioni e aspettative. Robert Shaw è giudicato troppo « pirandelliano », e Pinter lento e involuto. The man in the glass booth si ispira chiaramente al caso Eichmann. Il protagonista, un eccentrico milionario americano che si spaccia per un ex-colonnello della Gestapo, viene catturato dal servizio segreto israeliano e processato. Nella scena finale si scopre che il colonnello era stato in realtà ucciso dai prigionieri nel campo di concentramento, e che il milionario era una delle sue vittime ebree. Perché la sua finzione, allora? L'autore non lo spiega, solo uno del personaggi avanza il sospetto che si tratti di « un ebreo antisemita ». A chi ha inclinazioni più modeste e sedentarie, l'estate teatrale londinese offre di che svagarsi e riposare la mente. All'«Ambassadors» tiene cartello da ben quindici anni il « giallo » di maggior successo di Agatha Christie, The mousetrap (Trappola per topi). Al « Whitehall » è avvenuta la « prima » di una farsa sovietica, Sign here please (Firmi qui per favore), che ha già superato le cinquecento repliche a Parigi. All'» Her Majesty » s'incontra gente in coda fin dall'alba per acquistare i biglietti di Fiddler on the roof (Il violinista sul tetto), un ottimo « musical » sulla Russia prerivoluzionaria, dominato dal superbo attore-cantante israeliano TOp'ol. Tra le commedie '«all'in¬ glese», ai turisti riesce gradita specialmente There is a girl in my soup (traduzione letterale: C'è una ragazza nella mia minestra) al « Globe ». Il « Covent Garden » e «Sadler's Wells» alimentano il settore musicale con grandi opere liriche, e la «Festival Hall» e la «Royal Albert Hall» con il balletto «Il lago dei cigni» e la serie di concerti « Promenades », inaugurata di recente. Sta per concludersi a Glyndebourne il festival operistico, che ha visto in cartellone l'Elisir d'amore, la Bohème, l'Ormindo di Cavalli e il Don Giovanni di Mozart. Infine per uno spettacolo «far out», cioè molto «beat» e d'avanguardia, occorre farsi soci, peraltro a modica spesa, del «Royal Court», dove sono in programma tre atti unici americani sulla vita d'oggi proibiti dal censore al pubblico normale. I prezzi, e non è questo il pregio minore della stagione, variano dalle cinquecento alle cinquemila lire. Un economista direbbe che il prodotto è venduto sottocosto. Ma il teatro inglese ha la fortuna d'essere sussidiato dal governo, almeno per quanto riguarda le maggiori compagnie, dalla «Regia scepiriana » alla « Nazionale», chiamata dal regista Devine « la nostra corazzata»: e soprattutto di rivolgersi ad un pubblico sensibile, esigente e preparato, che accorre sempre numeroso. Non costituisce forse un proficuo investimento finanziario, ma ha certamente un'originalità e vitalità sconosciute a molti altri teatri in Europa. Ennio Caretto