Anquetil sospeso per i «mondiali» e per il campionato francese di ciclismo

Anquetil sospeso per i «mondiali» e per il campionato francese di ciclismo Ime seguito al la mono articolo ani doping Anquetil sospeso per i «mondiali» e per il campionato francese di ciclismo La decisione presa ieri a Parigi - Domenica Jacques non potrà gareggiare per il titolo nazionale - Il 3 settembre sarà assente nella prova che in Olanda assegnerà la maglia iridata - Impressione in Francia Parigi, 9 agosto. La Federazione ciclistica francese, al termine di una riunione durata più di tre ore, ha deciso di proibire a Jacques Anquetil di partecipare ai campionati nazionali professionisti, in programma domenica 13 agosto, e al campionato mondiale del 3 settembre in Olanda. Non si tratta di una sospensione poiché Anquetil potrà partecipare alle prove per le quali ha già preso impegni. Il provvedimento, che ha suscitato molta impressione in Francia, è stato preso in seguito agli articoli di Jacques Anquetil sul settimanale « Fi-ance Dimanche ». In essi l'asso normanno ammetteva francamente: « Io mi drogo ». Nei suoi scritti egli aveva anche parlato di « combines », ma di questo non si è parlato oggi. Verità pericolose J dirigenti del ciclismo francese seguono la tradizione del coraggio a metà. I fatti sono noti. Anquetil. su un settimanale parigino a grande tiratura, ha confessato la sua abitudine di drogarsi nelle corse e la Federazione francese è intervenuta con una sanzione che, ma- gari giusta nella sostanza, è senza alcun dubbio criticabile nella forma. Anquetil è stato un eccezionale campione. Ma, adesso che la sua carriera volge al termine, sembra volersi togliere il gusto maligno di scrìvere (a pagamento) quel che di poco serio esiste dietro le quinte del ciclismo. E', padronissimo, naturalmente, dì comportarsi come meglio gli piace. Però l'intento scandalistico di chi paga a caro prezzo gli artìcoli di così imprevedibile giornalista, gioca un brutto scherzo al « cronista » Anquetil. Il quale, quando parla del « ciclista » Anquetil forza la mano, in una specie di autolesionismo di cui, probabilmente, l'interessato s'è reso conto troppo tardi. In Francia, come è noto, esiste una legge dello Stato che punisce l'uso del « doping » nelle competizioni sportive ed era evidente che, proprio a poco tempo dalla tragedia di Simpson sul Ventoux, le autorità del ciclismo transalpino non potevano lasciar passare sotto silenzio le dichiarazioni, in materia d'eccitanti, rilasciate dal loro più celebre fuoriclasse. Ma perché aspettare tanto a decidere la sanzione, annunciata alcuni giorni fa in termini vaghi e precisata nei dettagli solo ieri sera? Una « voce » anticipava che la Federazione francese aveva stabilito di sospendere Anquetil per due mesi. Jacques ed il suo direttore sportivo Geminiani hanno avuto la possibilità di protestare vivacemente, e l'opinione pubblica s'è scossa, all'insegna dì una libertà d'esprimere il proprio parere, libertà che una troppo severa sanzione avrebbe in certo qual modo leso. Risultato pratico: la sanzione è venuta, però, in pratica, si tratta di una sanzione d'ordine morale. Niente campionati di Francia, niente campionati mondiali. Il che non impedisce ad Anquetil di continuare la tournée attraverso l'Europa, tournée che frutta fior di quattrini. Il normanno, martedì a Cine, ebbe a dichiarare che, in I caso di squalifica, avrebbe pensato addirittura a chiudere l'attività agonistica. Ora, salvo sbaglio, cambierà avviso, visto che la punizione non gli impedisce di continuare a far raccolta d'argent. E ere- | diamo che Geminiani non manterrà la minaccia di far disertare, in segno di protesta, il campionato nazionale da tutti i compagni di squadra di Anquetil. Tiriamo i conti. Jacques ha esagerato, almeno in... disinvoltura. L'hanno punito, senza però calcar la mano in modo eccessivo. Però, alla base, ci sembra giusto osservare che, in sostanza, Anquetil, nello scritto incriminato, ha detto anche delle cose vere. Si torna al puntò di partenza. Nel ciclismo, cioè, il problema del « doping » esiste ed è problema grave, che necessita d'una soluzione urgente e radicale. La punizione sancita nei confronti di Anquetil, a questo riguardo, proprio non serve, anzi induce al silenzio rigoroso gli eventuali colpevoli. Quando è che i dirigenti internazionali dirameranno norme precise in proposito? Tra pochi giorni incominciano ì Campionati del mondo su pi¬ sta e su strada. Ci sarà il controllo « antidoping »? E come verrà effettuato? E quali atleti vi saranno sottoposti? E quali saranno le punizioni? E' bene saperlo subito: altrimenti, per poter applicare qualche sanzione, bisognerà attendere che un ciclista — o coraggioso, o sprezzante, o pazzo — venga alla ribalta e dica: « Sì, io mi sono drogato!». Gigi Boccacini

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