Si stringe il cerchio attorno a Mesina dopo il conflitto a fuoco di Orgosolo
Si stringe il cerchio attorno a Mesina dopo il conflitto a fuoco di Orgosolo Sul suo capo è una taalia di dieci milioni Si stringe il cerchio attorno a Mesina dopo il conflitto a fuoco di Orgosolo La polizia sapeva che il bandito era nascosto nella casa del pastore arrestato - Questi preferì sostenere due ore di assedio piuttosto che aprire la porta alle forze dell'ordine Avrebbe così permesso al fuorilegge di fuggire e raggiungere i rifugi del Sopramonte (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 7 agosto. Nessuno ad Orgosolo mostra di credere che il fuori- legge assediato ieri mattina da agenti e carabinieri in una casa alla periferia del paese e poi sfuggito all'accerchiamento dopo quasi due ore di conflitto fosse Graziano Mesina; addirittura, si tende ad accreditare la versione di Salvatore Mulas e dei suoi familiari, ostinati nel negare che a casa loro avesse trovato rifugio un qualsiasi latitante. La polizia ha però buoni elementi a sostegno della sua convinzione di aver ingaggiato il conflitto proprio con Mesina, il fuorilegge sul quale pende una taglia di dieci milioni. Negli ambienti ufficiali si parla con mezze parole: non tutto può esser detto. E' tuttavia facile capire che il' servizio di appostamento non era stato disposto casualmente. Le due pattuglie di agenti e carabinieri che ieri prima dell'alba perlustravano l'estrema periferia di Orgosolo, nei pressi della strada per Olie- na, sapevano di dover incon- trare il Mesina: hanno visto un'ombra e a questo punto è incominciato il conflitto. Ora il padrone della casa assediata, un anziano bracciante di Orgosolo, il sessantunenne Salvatore Mulas, insiste nell 'affermare che con lui erano soltanto sua moglie ed i suoi ragazzi: di latitanti neppure l'ombra. La polizia lo ha denunciato in stato di arresto per favoreggiamento. I familiari ripetono anch'essi di non aver ospitato nessuno; ma il loro racconto ha suscitato molte perplessità. Ai giornalisti la figlia diciottenne di Salvatore Mulas, Anania, ha detto che, all'intimazione della polizia di aprire, è stato risposto dalla casa: « Apriremo allo spuntar del giorno, come è prescritto dalla legge ». Quale legge prescriva che si debba aprire alla polizia solo allo spuntar del giorno lo sa unicamente la ragazza. Ma soprattutto è messa in rilievo la circostanza che dovendo scegliere fra l'immediata apertura della casa e i rischi di un conflitto a fuoco i Mulas hanno preferito l'assedio e le quasi due ore di sparatoria, dalle 2,40 alle 4,30. Le pallottole sibilavano sfiorandoli; e tuttavia essi hanno continuato a resistere all'ingiunzione di aprire e di uscir fuori con le mani in alto. Evidentemente — si conclude — avevano interesse a temporeggiare per dar modo al bandito accerchiato di trovare un varco e fuggire. L'episodio di ieri mattina ha ulteriormente contribuito a rafforzare il mito della inafferrabilità di Graziano Mesina e lo sgomento cresce. Evaso tre volte (l'ultima in circostanze clamorose, quasi un anno fa, 1*11 settembre, dal carcere di San Sebastia- no, a Sassari) il giovane bandito di Orgosolo era già riuscito a rompere l'accerchiamento a fine giugno: nella battaglia combattuta tra la sua banda e le forze dell'ordine erano morti il suo luogotenente, lo spagnolo Miguel Alberto Asensio, conosciuto con il nome di Atienza, e due giovani « baschi blu » siciliani. Ieri prima dell'alba ancora una volta il Mesina ha raggiunto le tane del Sopramonte, dopò essersi scontrato con la polizia. Sono però in molti a credere che il cerchio intorno al fuorilegge si stringa ogni giorno di più. g. f- Graziano Mesina, il bandito ricercato (Telefoto)
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