Kipling e Hollywood

Kipling e Hollywood CRONACA TELEVISIVA Kipling e Hollywood Riproposto ieri « Kim » in una versione cinematografica assai lontana dal romanzo - Stasera « Bene mio core mio », commedia di Eduardo De Filippo e la rubrica di inchieste « Cordialmente» 11 ciclo su « Il cinema e l'India di Kipling » si è già concluso ieri con il suo se-condo e ultimo film. L'altra settimana abbiamo visto « La danza degli elefanti » che aveva un notevole interesse per la presenza sia pure frammentaria di Flaherty; ieri sera abbiamo assistito a «Kim» girato nel 1951 dal regista Victor Saville. « Kim » è, se non il capolavoro, imo dei romanzi più celebrati e diffusi di Kipling. Diremmo che nella storia delle letture di un ragazzo d'una trentina di anni fa prima veniva la scoperta — per la verità felicissima — della avventurosa e tenebrosa India di Salgari e poi la scoperta dell'India più « sottile », complessa e spirituale di Kipling. Non è che oggi Kipling sia, ancora, tutto leggibile e godibile. Al contrario: certe esuberanze di linguaggio, certe insistenze simboliche sforzate, certi atteggiamenti retorici danno francamente fastidio. Quel che rimane vivo — e in « Kim » di vivo c'è molto — è lo sfogo autobiografico che si avverte in tante pagine e che trasforma in ammirazione incantata, in ansia di esistere, in fascino del mistero e dell'ignoto il sentimento che anima il protagonista del racconto: sfogo nel quale confluiscono con sincerità due tendenze, da una parte l'orgoglio di essere « bianco » e di appartenere al dominante Impero Britannico, dall'altra parte l'amore per una terra — la sterminata, misera e fastosa India — che l'ha visto nascere e alla quale si sentirà legato per tutta la vita. Si capisce che per portare « Kim » sullo schermo occor reva un regista-poeta, o per lo meno un regista libero di poter cogliere rapporti psicologici, stati d'animo, sfuma ture gioiose o dolenti sullo sfondo del paesaggio esotico Invece, com'era prevedibile trattandosi di un tipico prò dotto commerciale hollywoodiano, il paesaggio esotico, con il suo movimento e !] suo colore, è venuto in pri mo piano e la narrazione di Kipling è slata tirata via al quanto superficialmente. Del resto, da Victor Saville. un serio, abile, diligente mestie rante non c'era da attendersi di più. Lo spettacolo comun que c'è, grazie agli interpreti (il giovane Stockwell, Errnl Flynn e Paul Lukas) e grazie soprattutto al dispendio dei mezzi: è uno spettacolo im ponente e — per chi non pensi troppo all'originale di Kipling — anche piacevole. La rubrica « Questestate » che ha dato il via al secondo canale ci è sembrata un po' più concreta del solito, con qualche indicazione e consi glio pratico: ecco la via da seguire, abbandonando inutili risvolti pseudo - letterari e raffinatezze superflue di stile calligrafico. Hanno completato il programma la seconda sinfonia di Beethoven e ad ora molto tarda un affettuoso omaggio allo scultore Fran cesco Messina. * * Stasera il canale nazionale sarà interamente occupato dalla replica della commedia « Bene mio core mio » di Eduardo De Filippo, regista e interprete lo stesso Eduardo, affiancato da Anna Miserocchi, Carlo Giuffrè. Pietro Cartoni. La commedia è del 1956 e non è da catalogare tra le più belle dell'autoreattore napoletano; tuttavia la storia di un professore la cui arcigna e legnosa sorella si fa sedurre e rendere madre da un fruttivendolo, assai più giovane di lei, una sfrontata canaglia che mira unicamente a sistemarsi, è gustosa e qua e là colorita da battute e situazioni di una comicità paradossale e irresistibile (anche perché dove Eduardo autore è meno ispirato. Eduardo attore lo sorregge). Pezzo forte del secondo canale sarà la rubrica di inchieste « Cordialmente » che sta andando a gonfie vele: in questo numero dovrebbe esserci un ampio e attualissimo reportage sui rumori che infestano la Riviera ligure e quella adriatica. Indi il quiz « Chi ti ha dato la patente? ». * * Sabato si concluderà il ciclo dedicato a Robert Flaherty con il suo ultimo film, I racconti della Louisiana. apparso nel 1948 e premiato al TX Festival di Venezia. E' in preparazione uno show in otto puntate dal titolo provvisorio I Cetra nel West: sarà girato nel villaggio di Cinecittà che serve per i western all'italiana e protagonisti saranno i quattro Cetra (Savona, la Mannucci. Giacobetti e Chiusano) in una rassegna comico-canora sui cow-boys e gli indiani. u. bz.

Luoghi citati: India, Louisiana, Messina, Savona, Venezia