Alleggerita di 1000 tonnellate di carburante la petroliera di Vado è stata disincagliata di Remo Lugli

Alleggerita di 1000 tonnellate di carburante la petroliera di Vado è stata disincagliata Cessato l'allarme lungo la costa savonese Alleggerita di 1000 tonnellate di carburante la petroliera di Vado è stata disincagliata L'operazione è avvenuta ieri mattina alle 4: una "bettolina" (accorsa da Genova nella notte) ha pompato una parte del "crudoii" All'alba, aiutato dai rimorchiatori e dall'alta marea, il gigantesco scafo è uscito dalla morsa di fango e di sabbia del basso fondale (Dal nostro inviato speciale) Savona, 5 agosto. Ogni pericolo è scongiurato; la petroliera « Mariarosa Augusta », che si era arenata giovedì sera davanti a Vado, con 35 mila tonnellate di « crudoii » nelle cisterne, è stata disincagliata stamattina alle 4. E' bastato alleggerirla dì poco più di mille tonnellate di carburante perché, grazie anche all'alta marea, 10 scafo si mettesse a galleggiare. Ora che l'avventura è finita si può valutarne con maggior distacco le dimensioni anche relativamente al grado di pericolosità. Sentiamo 11 parere del tenente colonnello Sculco, comandante in seconda della Capitaneria di Porto di Savona. « Dal mare c'è sempre da aspettarsi di tutto, anche quando gli eventi sembrano meno probabili. Certo, fino a quando la nave rimaneva ferma nella posizione in cui si trovava, con il mare calmo, non c'era pericolo. Ma una burrasca avrebbe potuto con molta facilità determinare l'irreparabile. Sarebbe bastato che la nave si fosse posta dì traverso perché lo scafo, prendendo le ondate sul fianco, bloccato com'era sul fondo, ricevesse delle sollecitazioni tali da provocare delle falle». Nella serata di ieri si era levato un vento di scirocco che non prometteva nulla di buono: il mare, che durante la giornata era stato tranquillo, aveva assunto un moto definito in gergo marinaro di « forza 3 ». Ancora lontano dalle mareggiate di «forza 9 » (o 10) ma, teoricamente, ci si poteva arrivare. In considerazione di questo pericolo, la Capitaneria di Porlo aveva sollecitato l'arrivo da Genova di una « bettolina », una nave cisterna di piccolo tonnellaggio, la « Nostra Signora del Carmine », per poter iniziare l'operazione di « allaggio », cioè il travaso del carburante dalla petroliera. La « Nostra Signora del Carmine » è arrivata nella rada dì Vado alle 23. ha attraccato con notevole difficoltà, ormeggiandosi alla nave maggiore; poi, a mezzanotte, dopo che erano state stese le manichette di collegamento tra i serbatoi, si sono iniziate le operazioni di pompaggio. E' bastato travasare poco più di mille tonnellate delle trentacinquemila del carico perché la « Mariarosa Augusta » si staccasse dal fondo. Erano quasi le quattro, il momento della massima ma¬ rea, che sarebbe durata - ancora per un paio d'ore. Il comandante della nave, Ettore Viotti, e il pilota capitano Ferri, del gruppo piloti di Savona, che èra salito a bordo per suggerire le manovre più idonee per questa rada, non sono stati a perdere tempo: hanno subito fatto staccare le manichette, allontanare la « bettolina » e avviato la turbiTia a tutto va"pore in marcia indietro. Contemporaneamente i due rimorchiatori, che dalle 19 dì ieri tenevano la nave sotto tiro, a poppa, per evitare che il mare potesse peggiorarne la posizione, hanno impresso ai loro motori tutta la potenza, circa tremila cavalli. In pochi minuti la petroliera si è venuta a trovare su un fondale sufficientemente profondo, finalmente libera. Si è ormeggiata a mille metri dal pontile della Caltex, cioè a 1450 metri dalla costa. In mattinata la « Nostra Signora del Carmine » è tornata a fianco della petroliera per restituirle il carburante. Nel corso di questa operazione, il primo motorista della «bettolina » Agostino Amoretti, di 34 anni, da Genova, è stato investito, nella sala macchine, da un ritorno di fiamma d'un motore e ha riportato ustioni di primo e secondo grado al viso, al torace, 'alle braccia e alle gambe. E' stato portato all'ospedale di Savona con il motoscafo di servizio; la prognosi è di un mese. A mezzogiorno la « Mariarosa Augusta » sarebbe potuta andare a scaricare il petrolio nelle vicine boe della Sarpom, la società formata dalla Esso e dalla Caltex, elle gestisce l'oleodotto Vado-Trecate. Ma è stata necessaria una sosta perché, nel frattempo, alle boe aveva attraccato un'altra nave, la Caltex Greenwich, che doveva scaricare oltre 40 mila tonnellate di « crudoii ». Soltanto questa sera la « Mariarosa Augusta » ha potuto iniziare l'operazione di svuotamento, praticamente con due giorni di ritardo. Non sarà certo limitato soltanto a questo il tempo perduto per l'incidente. La nave, una volta svuotata, sarebbe ripartita subito per la Spagna a caricare del prodotto raffinato da portare nel Nord Europa. Ora. invece, deve rimanere qui, in attesa che si concluda l'inchiesta sommaria già. in corso da parte della Capitaneria di Porto; ma soprattutto in attesa che i tecnici del Registro Italiano Navale compiano la loro «visita occasionale», cioè fatta non in bacino, per accertare se la nave ha subito dei danìii. n . ,. Remo Lugli -» la « Mariarosa Augusta » ieri dopo essere stata disincagliata nella rada di Vado. Accanto alla grande petroliera è la nave-cisterna che l'ha liberata di parte del carico consentendo così la manovra di ricupero (foto Moislo)

Persone citate: Agostino Amoretti, Ettore Viotti, Sculco

Luoghi citati: Genova, Greenwich, Nord Europa, Savona, Spagna