Le piccole traviate della borgata romana di Michele Tito

Le piccole traviate della borgata romana IM caso delle tre bimbe " vendute 99 Le piccole traviate della borgata romana (Dal nostro corrispondente) Roma, 5 agosto. Questo che segue è un resoconto, quanto più possibile pacato, di un'esperienza sconvolgente. Non si possono far nomi, non si possono riferire i dettagli più crudi delle cose viste e udite: cose viste e udite a Roma, in un quartiere, né centrale né periferico, di 400.000 abitanti. Le tre bimbe del quartiere di Monteverde cedute dai genitori a un vecchio maniaco hanno ripreso, dopo l'intervento della polizia, la loro vita di ogni giorno, in attesa delle decisioni del magistrato. Non fanno scandalo, la loro storia non è eccezionale. Giocano dinanzi alle proprie case, tra gli altri bimbi, con le madri che conversano in un angolo. Uomini giovani e anziani sostano a guardarle. Qualche donna che le conosce le interroga, senza scrupoli e senza timidezze. La più piccola delle tre, meno di otto anni, ha il viso teso. Gli occhi sono cupi e spavaldi. Vi sono segni di trucco, agli angoli delle labbra e alle sopracciglia. Come le altre due sue compagne, si muove, gesticola, ancheggia, ammicca furbescamente. Non v'è un filo di tristezza. Compiaciute della loro condizione, un po' aggressive, sono bimbe che non hanno più niente dell'infanzia. Con invereconda crudezza di linguaggio hanno parlato alla polizia, e parlano con tutti, di loro e delle loro esperienze. Per loro e intorno a loro è tutto normale, anche per le madri. Non è opera di un solo uomo. Le bimbe sedotte e addirittura corrotte e pervertite non sono soltanto le tre di cui parlano le cronache. I genitori che le « affittano » per un po' di pasta, un fiasco di vino, una gita al mare non ritengono di far niente di male. Nel caso delle tre bambine non risulta neppure che vi fosse, determinata, l'intenzione di trar vantaggio dai favori che esse concedevano. Il vecchio panettiere era uno « zio » o un «compare», che si aggirava nella zona, che era più intraprendente, più cinico degli altri; in cambio, ma non è un prezzo, né è un impegno, v'è un piccolo aiuto in momenti d'emergenza, l'invito a cena, il fascino di ima gita domenicale. L'iniziazione delle bambine è avvenuta, spesso, in famiglia, poco distante dalle madri, tra lo scherzo e il serio, in un clima morbido di cinica indifferenza. Le bambine sono una merce che ha un valore solo quando le madri se ne servono per trattenere l'uomo cui si sentono legate. L'episodio di cui parlano le cronache è eccezionale solo in questo: che la polizia, per un concorso fortunato di circostanze, ha potuto intervenire. Ma non vi sono mai, in quell'ambiente, né denunce né querele di parte. Il vecchio panettiere è stato sorpreso con una bambina che ha quattro fratelli e sorelle e la madre incinta di nove mesi: il panettiere è stato sorpreso in flagrante, ed erano tutti in casa. Si cercano le ragioni di tutto ciò. Si cerca di capire. Il commissario che ha condotto le indagini è uno dei maggiori esperti italiani in materia e ha diretto per molto tempo la squadra del buon costume a Roma. Egli stesso è sconvolto da ciò che accade alle tre bimbe di cui si parla e a molte altre bambine, di cui sa e per le quali non può far niente. Sembra che le madri non abbiano viscere, che la scuola non esista e che nella capitale d'Italia sia possibile ridurre creature umane all'abiezione accettata con na turalezza. Al confine tra Monteverde vecchio, quieto e un po contegnoso, abitato da insegnanti, impiegati e ufficiali in congedo, e Monteverde nuovo, dominato dai gratta cieli di via Donna Olimpia, ove sono stati trapiantati a decine di migliaia, di colpo, gli immigrati delle borgate più squallide, v'è una larga fascia che è co ma una terra di nessuno. Vi si alternano palazzi e catapecchie, vi abitano i nuovi ricchi e i disperati che, do po molti anni, ancora cer cario una via. Non v'è in questa terra di nessuno la violenza brutale delle borgate, non v'è l'austerità della piccola e media borghesia del quartiere antico, che i vecchi abitanti "stanno lasciando. Sono moltissime le donne sole: madri con figli lasciate dai mariti, ragazze sfortunate, adultere abbandonate. Donne stanche, deluse e vinte; madri che avvertono come un peso la presenza dei figli; uomini rassegnati e disperati. I parroci che si sono succeduti sanno che sono le donne sole, abbandonate o in fuga o in cerca di una vita diversa, che, in una certa misura, fanno il clima e la morale della zona. Le bambine pervertite sono quasi sempre figlie di donne sole: delle tre di cui parlano le cronache due sono figlie di cameriere venute dalla provincia e una è figlia di una ex contadina che ha lasciato il marito e vive nell'attesa dei favori che un altro uomo raramente le concede. A queste esperienze, tutte consumate nel giro di pochi anni, non resiste più niente, neppure l'istinto materno. Come per un ultimo sforzo di difesa, v'è l'affidarsi a un uomo qualsiasi, per qualsiasi rapporto, perché dà un po' di sicurezza, perché può risolvere un problema, perché può parlare a qualcuno per un favore. E' un tristo mondo di « compari » e di « zii », senza forza e senza remore. La polizia è sgomenta. Michele Tito

Luoghi citati: Italia, Monteverde, Roma