La ricevitoria non risponde del danno per un «13» al Totocalcio andato perso
La ricevitoria non risponde del danno per un «13» al Totocalcio andato perso La ricevitoria non risponde del danno per un «13» al Totocalcio andato perso Accadde a Novi Ligure cinque anni fa - La schedina smarrita valeva dodici milioni Ma non è dimostrata, dichiara la Corte d'Appello, la « colpa grave » della gerente Amalia Vecchi in Lasagna, la titolare di una ricevitoria del Totocalcio a Novi Ligure che smarrì una schedina con un «tredici» del valore di 12 milioni, non dovrà risarcire lo sfortunato giocatore. Lo ha stabilito la Corte d'Appello (pres. Bossi, estensore Bersano Begey), sentenziando che 11 ricevitore del Totocalcio risponde dello smarrimento della schedina soltanto quando sia dimostrata la sua « colpa grave ». Nell'aprile del 1962 Quinto Bensì, abitante ad Alessandria in via Pastrengo. apprendeva esultante di avere totalizzato un « tredici », vincendo 12.401.242 lire. Ma l'entusiasmo doveva di 11 a poco trasformarsi in ama rezza: il tagliando che avrebbe dovuto essere spedito al Totocalcio a cura della ricevitoria e depositato presso un notaio, risultava smarrito. Tutti 1 reclami turono mutili e 11 Bensì citò in giudizio la Lasagna, titolare della ricevitoria. La donna si difese dimo strando di avere scoperto due giorni prima della chiusura del concorso la scomparsa della sene dina e di avere affisso un avviso di smarrimento sull'uscio, segnalandolo anche alla Questu ra e al Totocalcio. Ma 11 Tribunale di Alessandria, nel marzo del 1966, le diede torto, condannandola al risarcimen¬ to del dodici milioni a favore del Bensì. 1 giudici ritennero che non aveva organizzato il servizio in modo adeguato perché non era sempre presente nella ricevitoria, si faceva aiutare da una impiegata diciottenne, trop po giovane e inesperta, e non aveva attrezzato il locale come avrebbe dovuto. Ma questi motivi, di per se, non sono sufficienti. La Corte d'Appello, discutendo il ricorso presentato dagli avvocati Bruno di Clarafond e Marani Toro, ha accolto la loro tesi: che si doveva dimostrare che tutte queste deficienze erano in diretto rapporto, di causa ed effetto, con lo smarrimento della schedina. Soltanto cosi la « colpa grave » poteva essere riconosciuta.
Persone citate: Amalia Vecchi, Bersano Begey, Lasagna, Marani
Luoghi citati: Alessandria, Novi Ligure
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