L'«Orbiter 5» giro attorno alla Luna

L'«Orbiter 5» giro attorno alla Luna L'«Orbiter 5» giro attorno alla Luna L'accensione dei retrorazzi, su comando da terra - Per due settimane manderà fotografie delle zone lunari più adatte per la discesa di astronauti Washington, 5 agosto. L'«Orbiter 5» è entrato in un'orbita circumlunare, lungo una traiettoria «estremamente vicina a quella prevista ». Questo l'annuncio dato dagli scienziati del laboratorio di propulsione a getto di Pasadena, incaricati della difficile operazione di correzione della rotta mediante l'accensione, su radiocomando da terra, dei retrorazzi di bordo. La « sonda spaziale » (pesa 390 chilogrammi) invierà per due settimane fotografie delle zone lunari più adatte alla discesa dei futuri astronauti. (Ag. Reuter) L'impressione a Pasadena , (Dal nostro inviato speciale) Pasadena (Calif.), 5 agosto. Anche l'Orbiter 5, ultimo di una serie di veicoli spaziali destinati a fotografare la Luna, è entrato in orbita per la sua missione. Come è noto, il primo di questi la¬ boratori fotografici fu lanciato nell'agosto dello scorso anno. Esso e ì successivi ci hanno dato una informazione particolareggiata della superficie lunare, che deve servire per i progetti Apollo (discesa di uomini sulla superficie) e Surveyor (calata di speciali apparecchi per studiare da vicino con mezzi automatici la stessa superfìcie lunare). Il nuovo Orbiter dovrà perfezionare i risultati precedenti, rivisitare i già identificati luoghi preferenziali per la discesa di uomini sulla Luna, completare per alcune parti ancora mancanti la mappa del nostro satellite. Inoltre il veicolo dovrà segnalare l'intensità della radiazione protonica e la pioggia di piccole meteoriti nelle vicinanze della Luna; perfezionare le conoscenze che si ! hanno sul campo gravitazionale dell'astro. L'orbita iniziale sarà quasi polare (rispetto ai poli della Luna s'intende) e impiegherà, il veicolo, ot¬ to ore e mezzo circa a fare il suo circùito; poi l'orbita stessa sarà modificata, ravvicinata alla superficie e perciò il giro durerà assai meno. Il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena fa parte del Californian Institute of Technology e sorge su verdi alture nei pressi di Los Angeles, in un recesso alquanto appartato. E' diretto da uno studioso, W. H. Pickering, dal tratto affabile e sereno di un gentiluomo di antico stampo. Lavorano qui, in vari edifici, duemila tra ingegneri, scienziati e tecnici; qui progettano e provano missili e razzi; e studiano altresì e collaudano quelle stranissime creature della meccanica e dell'elettronica moderna che sono per l'appunto i veicoli strumentali,: irti di antenne e dalla fragile apparenza: il Voyager per Marte, il Mariner per Venere, i Surveyor e Orbiter per la Luna. Qui è possibile sentire da questi scienziati parlare una sorta di linguaggio di sogni, inusitati in un laboratorio scientifico: come di prendere contatto fisico con una cometa, di catturare un asteroide.- Non sappiamo fino a che punto queste proposizioni hanno concretezza nella mente degli studiosi; comunque a guardia di questi sogni e di altre cose stanno da per tutto poliziotti armati; e telecamere a circuito chiuso per vedere da una stanza quello che succede in un'altra. Qui soprattutto si è in grado di seguire istante per istante le traiettorie dei veicoli nello spazio, ricavando i dati da tre antenne che ne ricevono i segnali, una in California a Goldstone, una in Spagna, l'ultima in Australia. Se il veicolo devia dalla rotta seguita, da qui partono gli ordini per accendere i razzi di bordo e correggere il cammino. Per questi ordini il cervello umano non basta: ci vuole la rapidità e il « tempo reale» dei cervelli elettroni¬ ci: e qui difatti abbiamo incontrato il maggior numero e il più grande complesso di calcolatori (IBM 7094, 7044, 7040) mai visti tutti insieme. Le capaci memorie di essi raccolgono tutti i dati di rilevamento, telemetria e operativi che bisogna avere sotto mano per queste spedizioni. Non tutto naturalmente ci è stato mostrato; ma abbiamo potuto visitare, tra l'altro, un « simulatore » delle condizioni in cui si trovano a dover viaggiare i veicoli strumentali nello spazio; con eccessi di illuminazione e di calore per irraggiamento diretto del Sole; col vuoto spinto nell'ambiente interplanetario; con eccessi di freddo e vibrazioni. Una altissima stanza cilindrica, ima specie di silo ermetico, è allestita a questo scopo, nella quale cavità speciali macchinari creano queste condizioni quando stanno dentro i modelli dei veicoli per il collaudo. Didimo

Persone citate: Goldstone, Mariner, Pickering

Luoghi citati: Australia, California, Los Angeles, Pasadena, Spagna, Washington