Drammatica lotta a Capri minacciata dalle fiamme di Fausto De Luca

Drammatica lotta a Capri minacciata dalle fiamme Db ieri un vasto incendio avvampa noli'incantevole isota Drammatica lotta a Capri minacciata dalle fiamme Il rogo divampato sul Monte Solaro fra San Michele e il castello Barbarossa - L'isola è avvolta da una coltre di fumo e di cenere - Le ville di Marina Piccola protette con trincee anti-fuoco - Interrotte le comunicazioni telefoniche con Anacapri - Quattrocento uomini contrastano l'incendio; altri duecento accorrono da Roma - La situazione stanotte: il vento è calato; Capri (11.000 abitanti e 3000 turisti) non corre più perìcolo (Dal nostro inviato speciale) Capri, 5 agosto. ■L'incendio che ha distrutto le pendici del Monte Solaro a Capri continua, stasera a bruciare il manto di pini che scende verso il mare sul versante di Marina Piccola. Le fiamme avanzano su un fronte di tre-quattro chilometri ma, calato il vento, non minacciano piti l'abitato caprese (11 mila abitanti, tre mila turisti). Salve sono anche tutte le ville della zona di Marina Piccola1 intorno alle quali, tra ieri sera e questo pomeriggio, sono stati abbattuti gli alberi e scavate trincee. Adesso il fuoco avanza lentamente verso il mare tra la Grotta delle Felci e la Grotta Verde, controllato dai.quattrocento uomini, tra vigili del fuoco, agenti di pubblica sicurezza e reclute dei bersaglieri, fatti arrivare da Napoli. L'incendio è divampato ieri sera verso le ore 20 probabilmente per autocombustione. Hanno preso fuoco gli alberi della romantica passeggiata dì Cetrella, sul monte-Solaro. Il fuoco non. si è diretto verso la-cima del monte dove si giunge in seggiovia per ammirare il panorama dalla -terrazza della «panzone del cielo ». Le flammei alimentate da un vento basso è,teso, hanno in un primo -momento -minacciato la villa dì Axel Munthe.\ (la celebre villa San Michele), e il grande albergo «Europa Palace»: Poi si sono estese in direzione di..Capri. Mentre da Napoli partivano i primi soccorsi con un traghettò, sull'isola si organizzavano squadre di volontari, formate prevalentemente da abitanti di Capri e giovani turisti, soprattutto inglesi ed americani. In quel momento i perìcoli maggiori si presentavano dalla parte di Anacapri (seimila abitanti) che si trova, in alto e a destra dell'isola per chi guarda arrivando dal mare. All'alba sull'abitato caprese, che si stende sulla Sella tra il Monte Solaro e il Monte Tiberio v'era una densa coltre di fumo frammista a folate di cenere. Gli sforzi per fronteggiare le fiamme si sono ben presto rivelati superiori alle forze disponibili. La mancanza dell'acqua potabile che è il gran problema ordinario di Capri (viene portata da Napoli in cisterne) questa volta non preoccupava nessuno. Il problema era portare sul monte l'acqua del mare, ma le autobotti disponibili erano soltanto due. I volontari hanno fatto quel che hanno potuto, soprattutto abbattendo alberi e scavando solchi. Poi man mano, con .l'arrivo delle squadre di soccorso da Napoli, l'azione si è fatta più coordinata e più intensa. Ma il vero soccorso è venuto dal vento che all'alba è caduto completamente . e ha permesso di porre sotto controllo la linea dell'incendio. Levato il sole, si è fatto il primo desolante bilancio: le grandi macchie verdi alternate alla splendida roccia bianca caprese erano ormai scomparse per decine di ettari. Nessuna vittima, per fortuna, e salve tutte le costruzioni dell'isola, dalle case agli alberghi, ai monumenti della zona di Anacapri: la villa San Michele, la chiesetta di Sant'Antonio, il castello Barbarossa. C'era tregua anche per le squadre di soccorso, ma di breve durata. Verso mezzogiorno il vento si è alzato nuovamente, tirando da scirocco, caldo e intenso. Le fiamme tornavano a divampare e precipitavano verso Marina Piccola, cominciando a lambire i vigneti della zona di Torina, una minaccia diretta e incombente sulle case di Capri. Mentre le autorità civili davano nuovamente l'allarme, nella chiesa di Capri si raccoglieva una grande folla in preghiera. Veniva esposta sull'altare la statua di San Costanzo, patrono dell'isola, mentre le campane suonavano i rintocchi del pericolo imminente. Erano le 14,30 e nella zona dell'incendio la situazione appariva disperata. Le autobotti, salite a cinque, erano del tutto insufficienti alle necessità. Le squadre di soccorso, a parte i vigili del fuoco che lavoravano con metodo ed ordine, potevano soltanto prodigarsi in sforzi di buona volontà. Il vice sindaco di Ca¬ re l'intervento delle forze antincendio della base «Nato» di Napoli. Un elicottero della Marina americana giungeva subito su Capri per esaminare la direzione dell'incendio e predisporre la strategia dell'intervento. Ma le forze impegnate sull'isola dichiaravano che la situazioTie era ormai sotto controllo e che un maggior numero di uomini avrebbe intralciato le operazioni. L'intervento della « Nato » veniva quindi sospeso. Col calare della sera anche il vento è scemato, le sue raffiche si sono fatte meno tese e le fiamme hanno così perduto parte della violenza: le squadre di soccorso hanno potuto quasi circoscrivere il rogo, concentrando i loro sforzi nella zona che sovrasta Marina Piccola. Stasera, dopo le ore del panico, tutto sembra tornato normale nella vita caprese, almeno no affollati, la «piazzetta» è come sempre elegante e festosa. La strada tra Capri ed Anacapri è interrotta; anche la linea telefonica è bloccala e tra i due villaggi le comunicazioni si effettuano via mare, con sbarco sopra la Grotta Azzurra dove c'è la strada di Damecuta. Il fuoco continua a divorare il muraglione che scende a picco su Marina Piccola. Ma il turismo è inesorabile e un piroscafo tutto illuminato sta facendo stasera, carico di turisti, il giro dell'isola per far ammirare dal mare il nuovo spettacolo. Fausto De Luca Le fiamme spinte dal vento verso le abitazioni di Anacapri sul versante di Marina Grande (Telefoto Carbone)

Persone citate: Axel Munthe, Barbarossa, Monte Tiberio, Solaro