L'industriale Bono chiede un procedimento contro chi celebrò le nozze della figlia

L'industriale Bono chiede un procedimento contro chi celebrò le nozze della figlia L'industriale Bono chiede un procedimento contro chi celebrò le nozze della figlia La discussione in Tribunale a Torino (mentre Patrizia Bona è in luna di miele) - Il Pubblico Ministero si oppone all'istanza dell'industriale di Carignano - I giudici emetteranno la sentenza fra qualche giorno Si è svolta ieri, davanti alla sezione feriale del tribunale di Torino, l'udienza della causa promossa dal comm. Lorenzo Valerio Bona, amministratore dei « Lanifici Bona e Dellcani » di Carignano, per impedire le nozze della figlia Patrizia, di 24 anni, con il mercante di arte moderna Gian Enzo Sperone, ventottenne. E' stata un'udienza quasi assurda perché, com'è noto, Patrizia e Gian Enzo, nelle more del giudizio, si sono sposati a Locamo il 28 luglio scorso e in questi giorni sono in viaggio di nozze nei Paesi scandinavi. Ieri il collegio (pres. Caccia, giudici Orusa e Garofalo) avrebbe addirittura dovuto prendere in esame una questione pregiudiziale e cioè se il padre ha il diritto (in base alle norme vigenti) di opporsi al matrimonio della figlia quando ella sia inferma di mente. Il comm. Bona, nella sua citazione, dichiarava appunto che Patrizia era in condizioni psichiche tali chiede una malattìa dì carattere permanente, mentre per la nullità del matrimonio è sufficiente una carenza psichica temporanea e anche occasionale ». I difensori di Patrizia e Gian Enzo Sperone, gli aw. Forchino, Nuvolone e Pietra, hanno sottolineato, dal canto loro, che un'eventuale — e nel caso in esame nettamente smentita — malattia mentale di uno degli sposi non è motivo sufficiente per giustificare, in sede legale, l'opposizione alle nozze da parte dei genitori. Il p. m. dott. Moschella, infine, ha chiesto al tribunale di pronunciarsi, respingendo le richieste del comm. Bona. La t sentenza, che ormai potrebbe avere, al massimo, un significato indicativo, è prevista per i primi giorni della prossima settimana. g. a. a è n i a a , a i f o l e o e o i — o i da renderla incapace di contrarre matrimonio e sollecitava una perizia d'ufficio. Gli sposi, naturalmente, si opponevano alle richieste del comm. Bona, lasciando intendere che si trattava di una manovra per impedire le loro nozze, che Patrizia era perfettamente sana e normale, che le cause dell'opposizione dovevano essere ricercate nelle differenze di « casta »: la ragazza appartiene ad una vecchia famiglia di industriali, il giovane è figlio del bidello di Carignano. Il comm. Bona, che ha sempre mantenuto la massima riservatezza anche quando la vicenda ha raggiunto aspetti clamorosi, si è limitato a dichiarare che il suo atteggiamento era ispirato soltanto dal desiderio di tutelare gli interessi morali e materiali della sua figliola. Davanti ai giudici, comunque, e in assenza di tutti i protagonisti, gli avvocati hanno presentato le loro conclusioni. I legali di Lorenzo Valerio Bona, Guido e Marco Sertorio, hanno chiesto in sostanza che il tribunale dichiari « cessata la materia del contendere ». Piuttosto il collegio, secondo gli avvocati Sertorio, deve prendere « i provvedimenti di legge contro l'illegittima celebrazione delle nozze in pendenza di giudizio, sia nei confronti delle controparti, sia del connivente ufficiale di stato civile ». I legali del comm. Bona, sia pure come discussione accademica, hanno poi riaf: fermato il buon diritto del padre ad opporsi, in determinati casi, al matrimonio della figlia osservando, tra l'altro, che sarebbe assurdo « imporre al genitore un ricorso per interdizione quando l'infermità di mente, pur essendo tale da rendere nulle le nozze, non costituisca il presupposto necessario per una dichiarazione di interdizione ». « Quest'ultima, Infatti, ri¬

Luoghi citati: Carignano, Torino