Accordo tra Bonn e Praga per gli scambi commerciali di Tito Sansa

Accordo tra Bonn e Praga per gli scambi commerciali La penetrazione tedesca neii'Cst europeo Accordo tra Bonn e Praga per gli scambi commerciali Faticoso compromesso dopo 15 giorni di trattative - Praga ha accettato soltanto nel testo tedesco la denominazione « Repubblica federale di Germania » (come voleva Bonn), che avrebbe significato il riconoscimento (Dal nostro corrispondente) Bonn, 3 agosto. Dopo due settimane di Irritative serrate, è stato raggiunto oggi a Praga tra il governo cecoslovacco e quello tedesco occidentale un accordo per lo scambio di missioni commerciali: « La lotta a denti stretti tra le due delegazioni è durata letteralmente fino all'ultimo minuto », riferisce Die Welt. Sollecitati dal governo di Berlino Est, i cecoslovacchi volevano usare nel testo dell'accordo il termine « Repubblica Federale Tedesca», anziché « KepuobZica Federale di Germania», che è la denominazione ufficiale di Bonn. Il braccio di ferro per una ! csola parola ha ragioni politiche. Vi si vede il tentativo della Cecoslovacchia di mettere il governo federale allo stesso livello di quello di Berlino Est, cioè di contrapporre alla « Repubblica Democratica Tedesca» del comunista Ulbricht una « Repubblica Federale Tedesca » di Bonn, pari e uguale. La questione, che potrebbe sembrare di lana caprina, sembrava senza via di uscita. In Germania le reazioni sono state vivacissime. Il capo della delegazione tedesca a Praga, Egon Bahr, aveva l'istruzione di tener duro e lo ha fatto. Si diceva tersero nella capitale federale che l'accettazione della pretesa cecoslovacca di cambiare la denominazione ufficiale della Repubblica federale sarebbe stata « carica di conseguenze politiche », anche sul piano interno, e si accennava alla possibilità di una rottura. Anche diversi giornali accennano stamane all'inammissibilità di cambiare nome per ottenere un accordo commerciale, poiché si era già giunti al limite estremo delle concessioni. A mezzogiorno è venuta la notizia: accordo firmato. Si dice che il via sia stato dato la scorsa notte dal cancelliere Kiesinger, chiamato per telefono nel suo luogo di vacanza, nella Foresta Nera. I tedeschi hanno ceduto. In lingua tedesca il tèsto del trattato usa la denominazione Bundesrepublik Deutschland (Repubblica Federale di Germania), in cèco iVe7necfco Spolkova Republika (Repubblica Federale Tedesca) e non Spolkova Republika Nemecko come Bonn voleva. Specialisti di lingua cèca spiegano ora (e lo ha detto anche il porJtavoce del governo Ahlers) che non è stata fatta una con cessione politica, ma grammaticale. In lingua cèca non esisterebbe per la parola Germania un sostantivo che si possa usare al genitivo, ma soltanto un aggettivo sostantivato. Di fronte all'Insolito accanimento delle trattative, la sostanza dell'accordo per lo scambio di missioni commerciali è passata in secondo piano. Sta di fatto ohe ora Bonn, anche se non le si concede di chiamarsi «Germania» e la si considera « uno dei due Stati tedeschi », avrà missioni commerciali in tutti i paesi del blocco comunista, esclusa l'Albania. Praga era l'ultima falla da turare. Tito Sansa

Persone citate: Egon Bahr, Kiesinger, Ulbricht