Oggi si decide la sorte dell'uomo sospettato del delitto a Valdieri
Oggi si decide la sorte dell'uomo sospettato del delitto a Valdieri Oggi si decide la sorte dell'uomo sospettato del delitto a Valdieri Stamane scade il fermo: non è escluso che il-magistrato ordini l'arresto del guardiano - La vittima, colpita a bastonate, fu forse soffocata da una emorragia interna (Dal nostro inviato speciale) Valdieri, 3 agosto. I carabinieri del nucleo investigativo di Cuneo e della polizia giudiziaria di Borgo San Dalmazzo che conducono l'inchiesta sul fatto di sangue di Roaschia sono ormai certi che Dalmazzo Arabo, il manovale cinquantottenne trovato morto ieri mattina, sia stato assassinato. II cadavere fu rinvenuto ai piedi del ballatoio dell'abitazione del quarantaseienne Michele Ghibaudo, un guardiano dl pecore col quale l'Arabo aveva trascorso le sue ultime ore di vita. L'autopsia effettuata ieri sera dal prof. De Bernardi, dell'Istituto di medicina legale di Torino, ha accertato che il trauma cranico — senza frattura vera e propria — non era stato sufficiente a provocarne la morte: la causa ultima del decesso sarebbe un'asfissia provocata da emorragia interna che ha riempito di sangue i polmoni della vittima. Nessun dubbio invece sul fatto che l'Arabo, nel corso d'un litigio, sia stato colpito da un corpo contundente, molto probabilmente un bastone. I primi sospetti sul Ghibaudo sorsero appena i carabinieri trovarono in casa sua un paio di calzoni insanguinati al ginocchio e una scopa imbrattata di sangue. Altri schizzi di sangue vennero rilevati sul muro del ballatoio. Successivamente gli inquirenti hanno potuto appurare che il Ghibaudo non diceva il vero quando sosteneva di avere trascorso la serata in compagnia dell'Arabo e di averlo poi lasciato prima della mezzanotte per rientrare a casa. Oggi alcune persone hanno deposto dicendo di avere udito il Ghibaudo mentre chiamava l'Arabo dalla strada, poco dopo la mezza. Prima dell'una altre persone hanno scorto i due che si dirigevano verso la piazza principale di Roaschia portando un litro di vino. E' stato anche chiarito che a rinvenire il cadavere della vittima fu il settantacinquenne Lorenzo Ghibaudo, vicino di casa di Michele ma non suo parente. Lorenzo, quando si alzò all'alba per mungere le mucche, passò quasi sul corpo dell'Arabo che giaceva bocconi nel cortile. Ai carabinieri ha riferito: « Credevo che l'Arabo, ubriaco come al solito, fosse addormentato. Appena uscii dalla stalla, c'era più luce nel cortile e vidi distintamente Michele Ghibaudo mentre scopava il sangue accanto al corpo del povero Dalmazzo. A questo punto il mio vicino corse ad avvertire il messo comunale, il quale a sua volta telefonò ai carabinieri ». Si fa sempre più strada l'ipotesi che fra Michele Ghibaudo e l'Arabo sia scoppiato un diverbio, un litigio di ubriachi, conclusosi tragicamente e (di certo), oltre le intenzioni del Ghibaudo, che, se ha colpito l'amico, forse non voleva ucciderlo. Michele Ghibaudo è stato fermato ieri e rinchiuso nel'e carceri di Cuneo. L'uomo nega. Proprio poche ore prima del tragico fatto era rientrato dai monti di Limone, dove era stato occupato per alcune settimane come guardiano delle mucche all'alpeggio. Oggi il feretro della vittima è stato portato dal cimitero in una cappella prospiciente la chiesa di Roaschia, dove si sono radunati i compaesani per le orazioni funebri. Il fermo di 48 ore del Michele Ghibaudo scadrà domani. Quasi sicuramente il maresciallo Papa ed i brigadieri Nucci e Cardilicchia chiederanno al Procuratore della Repubblica dott. Squarotti di prorogare di altri cinque giorni il fermo. A meno che il magistrato, sulla scorta del rapporto dei carabinieri, decida di ordinare l'arresto del Ghibaudo. n. m. 4
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