Tutti contrari alla partecipazione dei salariati agli utili in Francia

Tutti contrari alla partecipazione dei salariati agli utili in Francia 11 decreto approvato dal Consiglio dei ministri Tutti contrari alla partecipazione dei salariati agli utili in Francia I sindacati parlano di «trucco demagogico» ed affermano: «I lavoratori non vogliono titoli, ma buone paghe» - Gli industriali «condannano un sistema anti-economico, che paralizzerà gli investimenti» (Dal nostro corrispondente) Parigi, 1 agosto. Il decreto che stabilisce la partecipazione dei salariati ai benefici dell'espansione delle aziende, approvato dal Consiglio dei ministri di ieri in virtù dei pieni poteri, ossia senza venire sottoposto al Parlamento, ha scontentato tanto gli imprenditori quanto i lavoratori ed è perciò che stasera Le Monde intitola ironicamente il proprio commento: «La felicità dei cittadini malgrado loro stessi ». Da parte delle organizzazioni operaie, la misura viene considerata un trucco demagogico di nessun interesse pratico senza un controllo effettivo sulle aziende. I sindacati affermano che questo provvedimento è rivolto soltanto a mascherare il grave attentato al potere d'acquisto dei salari, compiuto con la contemporanea riforma delle assicurazioni sociali e, a questo proposito, i loro dirigenti dichiarano: «Nello stesso tempo, senza dubbio per ironia, si decreta di interessare i lavoratori ai risultati delle imprese ». Essi annunciano vigorose azioni di protesta dei lavoratori alla ripresa delle attività produttive, dopo le vacanze estive, e la Confederazione generale del lavoro (comunista) insiste infatti nell'affermare che «i lavoratori non desiderano titoli azionari, ma salari che permettano loro di vivere in condizioni normali e di cui intendono disporre liberamente ». Non meno vivace è la reazione padronale. Gli imprenditori affermano infatti che, pur non portando benefìci immediati ai lavoratori, la misura governativa è estremamente dannosa per l'economia francese e addirittura intollerabile in un'epoca di apertura delle frontiere. In un comunicato diramato stasera, la Confederazione generale delle piccole e medie imprese «condanna un sistema pesante, complesso, paralizzante e antieconomico, che sterilizzerà definitivamente ogni possibilità di investimento, mentre gli investimenti sono già insufficienti ». La Confederazione denuncia, inoltre, «una formula che, invece di contribuire a migliorare il clima nelle imprese, creerà motivi di dissenso, di opposizione e di malcontento, specie per la determinazione degli utili». Quattro milioni e mezzo di salariati dovrebbero usufruire, almeno teoricamente, del sistema di partecipazione obbligatoria agli utili prodotti dall'espansione delle imprese. La misura sarà infatti obbligatoria per le aziende che hanno più di cento dipendenti. La formula non è ancora stata definita per le imprese pubbliche, per le quali è più difficile stabilire la misura degli utili, specie quando si tratta di pubblici servizi, che sono quasi sempre passivi: un gran numero di lavoratori verrà perciò escluso dagli eventuali benefìci. L'interessamento dei salariati verrà calcolato sugli utili fiscali: verrà esonerato dalle imposte e bloccato per cinque anni. - Come contropartita, le imprese beneficeranno di notevoli sgravi fiscali, s. v. »

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