L'«insana» politica di De Gaulle duramente attaccata in Francia di Sandro Volta
L'«insana» politica di De Gaulle duramente attaccata in Francia I commenti della stampo alle avventure in Canada L'«insana» politica di De Gaulle duramente attaccata in Francia «Le Monde» scrive: «Le idee del Generale appaiono snaturate da una larga sopravalutazione di se stesso» - «Combat»: «Non bisogna più lasciar fare a De Gaulle. La Francia, che vive per l'avvenire, non può più essere solidale con lui» (Dot nostro corrispondente) Parigi, 1 agosto. Secondo Hubert BeuveMéry, direttore di Le Monde, il generale De Gaulle «è colpito da una ipertrofìa malsana di se stesso e le sue intuizioni politiche, spesso giuste all'origine, appaiono subito denaturate da una larga sopravvalutazione del compito e delle possibilità della Francia e del suo Capo». Partendo da questa premessa, Beuve-Méry critica con eccezionale severità la dichiarazione del Presidente della Repubblica sugli incidenti canadesi, diffusa dopo la fine del Consiglio dei ministri di ieri sera.'Egli chiede, infatti, se, per attirare l'attenzione del mondo sulla giusta evoluzione dei canadesi di lingua francese, era necessario «arrivare in uniforme su una nave da guerra, adottare gli slogans degli estremisti dell'indipendenza, evocare l'atmosfera che regnava a Parigi quando le truppe hitleriane sgomberarono la città». L'articolista afferma poi che, per portare ai francocanadesi tutto l'aiuto fraterno che hanno diritto di aspettarsi, c'è da fare di meglio che questo chiasso, questa caricatura di Realpolitik, il cui fondamento più reale è un egocentrismo di forma nazionalista, un'ostilità esasperata contro gli anglosassoni e la giubilazione di un vegliardo esperto nel provocare l'acclamazione delle folle. Ancora più'gravi sono le conclusioni del direttore Le Monde: « Si può compre, dere, certo, e condividere la pena, l'angoscia dei fedeli del generale. Consapevoli, come sono, che là vecchiaia è un naufragio, verso quali nuovi relitti accetteranno di dirigere una nave di cui sembrano dimenticare che hanno pure loro la direzione e la guardia? ». Ma i fedeli del generale non sembrano tener conto di questo ammonimento, almeno secondo l'organo di ispirazione governativa, Parispresse, che afferma stasera: «Il generale De Gaulle non ha avuto nessuna difficoltà ad ottenere l'unanimità dei ministri sulla sua dichiarazione concernente il suo viaggio nel Canada ». Le Figaro, invece, rileva « la troppo evidente contraddizione che risulta dall'impetuosa intrusione negli affari interni di un paese, anche se non si desidera che il suo bene, come precisa il comunicato, e la tesi costante del generale De Gaulle in materia di politica estera, che consiste nel ripetere che ciascuno è libero di disporre di se stesso e nessuno ha diritto a ingerirsi negli affari altrui». Per VHumanité, «si sareb¬ be evidentemente più facilmente convinti del carattere disinteressato e generoso delle intenzioni di De Gaulle se il potere gollista applicasse in ogni occasione — per esempio riguardo ai dipartimenti o ai territori d'oltremare, come la Réunion, la Martinica o la Guadalupa — i principi ai quali fa appello quando si tratta del Quebec». Violentissima è la reazione di Combat: «Non bisogna più lasciar fare il generale De Gaulle — scrive — sotto pena di drammi, di avventure, di pericoli. La Francia, che vive nell'avvenire e per l'avvenire, non può più essere solidale col generale De Gaulle». . Sandro Volta Un agente si ripara dietro un albero durante i disordini razziali (Telefoto A. P.)
Persone citate: De Gaulle, Hubert Beuveméry
Luoghi citati: Canada, Francia, Guadalupa, Martinica, Parigi
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