Il progetto Alta Sud suscita delle riserve

Il progetto Alta Sud suscita delle riserve Dopo l'npprovMsrJonc» H» parte» del Op«» Il progetto Alta Sud suscita delle riserve Il ministro Pastore è soddisfatto, ma chiede di evitare il congestionamento dell'area di Napoli - L'on. Sullo ricorda l'impegno necessario per sostenere la concorrenza internazionale - L'on. Orlandi, suli'« Avanti! », pone una serie d'interrogativi e parla di «iniziativa nebulosa» - Malagodi critica la mancata consultazione del Parlamento - Bo è favorevole a concentrare nel Mezzogiorno l'industria aeronautica (Nostro servizio particolare) Roma, 29 luglio. Anche oggi si sono avute parecchie dichiarazioni di uomini di governo e di esponenti politici in merito all'Alfa Sud. Mentre le dichiarazioni dei primi appaiono incondizionatamente favorevoli alla decisione di ieri del Cipe, quelle dei secondi — anche se esponenti della maggioranza — non dissimulano parecchie riserve. Pastore si dice soddisfatto non solo per l'impegno relativo all'Alfa Sud, ma anche per quelli riguardanti « lo sviluppo nel Mezzogiorno dei settori aeronautico ed elettronico, settori tecnologicamente avanzati, il cui mancato sviluppo nel nostro Paese trova il suo fondamento — e ne è al tempo stesso causa — nel noto ritardo tecno logico ». Secondo Pastore, « il progetto dell'Alfa Sud dà un contributo importante alle scelte nuove perché indirettamente ha rimesso in discussione scelte e orientamenti degli operatori italiani verso il tipo di sviluppo industriale e verso la sua localizzazione nel Mezzogiorno ». Inoltre, si è assunto un duplice impegno: 1) facilitare l'insediamento nel Mezzogiorno di tutte le attività sussidiarie della futura fabbrica d'automobili; 2) localizzare l'impianto Alfa in modo da riequilibrare la situazione dell'area napoletana. « Si tratta — ha detto — di decongestionare il centro urbano e creare al confine della provincia di Napoli, in modo da influire direttamente anche sulle province limitrofe, un grande polo industriale in grado di controbilanciare la spinta all'accentramento del capoluogo ». (Che la preoccupazione di Pastore sia fondata lo dimostra il recentissimo fascicolo della rivista Itinerari dal titolo « L'area del Vesuvio », dal quale risulta che la sede dell'Alfa Sud diventerà quasi subito una città di circa 100 mila abitanti, solo per ospitare le famiglie dei 14-15 mila addetti dello stabilimento e delle industrie collaterali). Il ministro delle Partecipazioni Statali Bo si è invece diffuso sulla prevista espansione di settori nuovi: elettronica, chimica, elettromeccanica ed aeronautica. « Per l'aeronautica, in particolare, la proposta tendente ad esaminare la possibilità di concentrare nel Mezzogiorno la gran parte della capacità produttiva attualmente esistente in questo importante ramo, è da parte nostra oggetto del più vivo interesse ». « Siamo sempre pronti — ha concluso — ad impegnarci in un più ampio programma di sviluppo nel settore aeronautico e a favorire la concentrazione nel Mezzogiorno anche in collaborazione con gli altri costruttori nazionali e, naturalmente, sulla base di concrete prospettive di lavoro «. L'ex ministro Sullo, in un articolo sul settimanale de mocristiano « La discussio ne », sostiene che l'approva¬ zione del progetto Alfa Sud è una vittoria del Mezzogiorno anzitutto sotto il profilo culturale. « Il rapporto del Comitato Garon ha osservato che l'Alfa Sud potrebbe trovarsi in difficoltà nella concorrenza internazionale di fronte ai grandi produttori che intensificano l'impegno tecnico-organizzativo e lo sforzo finanziario nel settore della ricerca, nel lancio di nuovi modelli e nell'organizzazione di vendita e di assistenza ». Pieno di riserve è il commento dell'on. Orlandi, che apparirà sull'Avanti! di domani. Il presidente della commissione Bilancio della, Camera afferma severamente che « il progetto, sul quale il Parlamento non è stato in grado di disporre di notizie e di informazioni, resta abbastanza nebuloso anche dopo le scarse notizie diffuse al termine della riunione del comitato interministeriale ». Orlandi aggiunge che « un saluto e un augurio non solo a Napoli ed ai suoi cittadini ma all'Italia intera potremo farlo quando saremo messi in condizioni di conoscere e raffrontare dati e previsioni, costi e tempi di realizzazione, esigenze di dimensioni aziendali e prospettive dì mercato a lungo termine; quando potremo valutare se sia preferibile assecondare una industrializzazione del Mezzogiorno che continui a concretarsi in chiave di derivazione verso il Sud di apparati esistenti nelle zone più industrializzate o se valga la pena di far leva su iniziative più avveniristiche ». Seguono tutta una serie di « interrogativi » circa il modo attraverso cui vengono rese di pubblico dominio notizie su iniziative non anco¬ ra definite e ratificate che rischiano di trasformarsi in' atto compiuto solo per effetto del preannuncio e che « hanno addirittura alimentato, come è avvenuto nell'area napoletana, la raccolta di assunzioni alle dipendenze del complesso industriale mentre si era ancora in attesa delle necessarie ratifiche, approvazioni ed autorizzazioni », nonché sull'attuazione del piano approvato e dei successivi, e sui rapporti azione di governo e linee previste dal piano. Orlandi conclude chiedendosi se il sistema stradale urbanistico di cui verremo a disporre nel 1970 sarà adeguato alla espansione automobilistica che è stata ipotizzata dal Cipe; e « se l'adeguamento non avverrà, non finirà con l'esplodere in Italia, al Nord e al Sud, per mancanza di funzionalità e di ricettività, la crisi dell'industria dell'automobile? ». Anche Malagodi si è occupato, di passaggio, dell'Alfa Sud in una conferenza stampa tenuta oggi a Roma. In proposito ha detto che non vi è da parte liberale una vera e propria opposizione di principio; ci si domanda però se sia questa la soluzione migliore per i problemi dello sviluppo del Mezzogiorno. Ha poi criticato il fatto che la decisione sull'Alfa Sud sia stata presa senza la partecipazione del Parlamento. A suo avviso, inoltre, nella progettazione degli investimenti non si tiene conto del Mec, cioè delle condizioni poste da un mercato internazionalmente aperto; come pure si concentra tutto nel settore industriale, trascurando la agricoltura ed i servizi che meritano invece adeguata considerazione, ar. ba.

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