Domato I'incendio sulle colline di Spotorno davanti alle cinque colonie con 2000 bimbi di Remo Lugli

Domato I'incendio sulle colline di Spotorno davanti alle cinque colonie con 2000 bimbi Dopo una drammatica notte di lavoro e di angoscia Domato I'incendio sulle colline di Spotorno davanti alle cinque colonie con 2000 bimbi La lotta contro i focolai è durata quaranta ore ininterrotte: il sindaco e parecchi uomini sono rimasti ustionati, altri feriti - Su 814 ettari di bosco comunale, la metà sono andati distrutti - I dirigenti degli istituti (di Bergamo, Milano, Casale, Genova) hanno vegliato sui piccoli ospiti, che dormivano tranquilli, pronti a portarli in salvo (Dal nostro inviato speciale) Spotorno, 28 luglio. L'incubo è finalmente finito. Il fuoco che è divampato per una quarantina d'ore sui monti di Spotorno e ha tenuto col fiato sospeso per tutta la scorsa notte i dirigenti e il personale di alcune colonie piene di bambini, è domalo. 1 danni sono ingenti: una valutazione precisa non è ancora stata effettuata, ma siamo nell'ordine delle centinaia di milioni. Sugli 814 ettari dell'intero territorio comunale, 450 sono stati devastati dal fuoco. I boschi di proprietà del Comune, che si trovano nella parte alta della collina, distanti dal paese, sono andati perduti quasi al cento per cento. I boschi dei privati hanno avuto una distruzione valutabile intorno al quaranta per cento. Fortunatamente il paesaggio immediatamente dietro le spalle di Spotorno non è stato deturpato dallo squallore dell'incenerimento. La situazione è stata drammatica per tutta la notte e soprattutto all'alba, per le colonie che si trovano nella zona oltre la ferrovia, tra Spotorno e Torre del Mare, alla base del Monte Mao. Il fuoco aveva fatto la sua comparsa sulla sommità del monte alle 21 e in breve tempo poteva scendere per il ripido pendio che finisce dietro i grossi edifici. La « Charitas Ambrosiana » ospita 800 bambini, che erano arrivati proprio ieri per iniziare il turno: il « Soggiorno Ponte S. Pietro » di Bergamo ne ha 500. l'« Istituto delle Suore Orsoline », pure dt Bergamo, 100; il « Soggiorno Mazza » dell'Oriarmo di Casale, che funziona come colonia e pensione, ospita 120 bambini e 100 adulti; infine l'istituto « Merello » di Genova ha 500 fanciulli. Gli uomini — pompieri, carabinieri, personale del municipio e volontari, complessivamente circa 200 — sono usciti da questa nottata abbrutiti dalla stanchezza, parecchi con le mani ustionate e tagliuzzate, un giovane con una vasta ferita da accetta a un piede. E' merito di questa gente se i bambini delle colonie hanno potuto continuare a dormire ignari di quanto stava accadendo. Attraverso la radio di una camionetta dei vigili, che sostava, davanti alla sede della « Charitas Ambrosiana », si potevano seguire l'andamento delle operazioni, le mosse dei pompieri e degli altri soccorritori per arginare le fiamme. Più. volte è stato necessario intervenire con i « controfuochi »: cioè creare, con un incendio voluto e controllato, uno spiazzo ampio e sufficiente per arrestare l'avanzata del rogo. Direttori di colonie, suore, assistenti hanno trascorso tutta la notte intorno a questa camionetta, con l'animo sospeso tra la speranza e la paura di dover affrontare l'evacuazione degli stabili. Un'eventualità, questa, che spaventava per l'elevato numero dei bambini da sve gliare, vestire e portar in salvo sulla spiaggia. Il pericolo maggiore si è corso tra le 5 e le 6: il fuoco è riuscito ad avere il sopravvento sulla pendice del Monte Mao, che scende verso le prime ville di Torre del Mare. Qui erano direttamente minacciati il u Soggiorno Mazza» e l'«Istituto Merello ». I vigili del fuoco, al comando del dott. Cuccamo, sono intervenuti anche con getti di idranti per bagnare la vegetazione immediatamente alle spalle delle due case. L'Enel, in considerazione del pericolo, ha provveduto a togliere la corrente. Tuttavìa anche qui non sono stati svegliati i bambini, mentre è stata lasciata la facoltà ai pensionati del « Merello » di abbandonare le stanze; parecchie donne sono scese con le loro valige sulla fascia dì asfalto che è a lato della ferrovia. Alle 9, in questo settore, ogni pericolo era praticamente scongiurato. L'opera di spegnimento è continuata sino alle 12 mentre nella valle di Vado i pompieri hanno dovuto rimanere fin nel tardo pomeriggio perché una lingua di fuoco continuava a minacciare la fabbrica « P. M. S. » Nella notte il custode della « P.M.S. » aveva salvato quattro famiglie che abitano in un gruppo di case vicine dando l'allarme quando le fiamme stavano avvicinandosi paurosamente. Nel pomeriggio dì oggi abbiamo accompagnato il sindaco di Spotorno. Domenico Abrate, in un giro di perlustrazione attraverso le zone devastate dall'incendio. Il sindaco, in queste quaranta ore, si è battuto con accanimento nella lotta contro il fuoco alla testa delle squadre di soccorso, ha le mani ustionate in più parti, non ha dormito dalla notte precedente l'incendio, si è soltanto preso alcune ore di interruzione per andare a lavorare come cuoco nel suo albergo. Davanti a tanta distruzione Domenico Abrate era affranto: « Ci vorranno anni — diceva — prima di tornare ad avere il bosco che c'era prima. Questi incendi, che si ripetono con sempre maggiore frequenza, creano un problema che va affrontato. Un tempo, sino all'immediato dopoguerra, l'entroterra era ancora coltivato intensamente, c'erano i contadini che tenevano pulito il sottobosco. Ora non c'è quasi più nessuno che lavori questi terreni, gli uomini sono tutti andati in fabbrica e qui crescono le erbacce e sterpaglie che formano, in periodo estivo di tempo secco, un fondo infiammabilissimo. Bastano un fiammifero o ima cicca, lasciati cadere inavvertitamente, perché il fuoco corra e, attraverso il sottobosco arrivi alle piante di alto fusto ». Secondo il sindaco di Spotorno, per ovviare al ripetersi di tanti e così disastrosi incendi, è necessario allargare molto le carrarecce, le mulattiere, i sentieri che attraversano la montagna, tagliando la vegetazione in due fasce laterali in modo da formare degli spazi abbastanza larghi per sbarrare il fuoco. Remo Lugli I vigili del fuoco spengono gli ultimi focolai dell'incendio sulle colline tra Spotorno e Torre del Mare

Persone citate: Domenico Abrate, Mao, Mazza, Merello