L'incendio scende dalle colline di Spotorno e minaccia alberghi e colonie piene di bimbi di Remo Lugli

L'incendio scende dalle colline di Spotorno e minaccia alberghi e colonie piene di bimbi Boschi in IMamme, nella notte, su un ironie di 12 km L'incendio scende dalle colline di Spotorno e minaccia alberghi e colonie piene di bimbi Il rogo, spinto dalle raffiche della tramontana, avanza sulle pendici di Monte Mao (alto 400 metri) fra Spotorno e Torre del Mare - Duecento uomini — fra carabinieri, pompieri e volontari — tentano di arginare il fuoco a metà costa: sotto, lungo la linea ferroviaria, vi sono alcune grosse colonie liguri, milanesi e bergamasche con 2500 persone - La situazione è (per ora) sotto controllo, ma l'incendio ha distrutto 50 ettari di terreno, annientando tutto il patrimonio boschivo del Comune e campi di privati (Dal nostro inviato speciale) Spotorno, 27 luglio. L'incendio che ha incominciato a divampare ieri sera poco prima delle 21, e che durante la notte e la giornata di oggi ha impegnato circa duecento persone nell'opera di spegnimento, sta assumendo stasera aspetti drammatici. Sono direttamente minacciate alcune grosse colonie marine piene di bambini e diverse pensioni che si trovano nel tratto fra Spotorno e Torre del Mare. Per tutto il giorno il paese è rimasto sotto una densa cappa di fumo che si allargava anche sul mare: la cenere cade in un raggio di parecchi chilometri. Sono già andati distrutti almeno cinquanta ettari di terreno; praticamente il cento per cento del patrimonio boschivo nel territorio comunale di Spotorno è annientato. E' un danno inestimabile: si sa quanto serva il verde per un centro turistico e quanto tempo occorra per ripristinarlo. Ieri sera il primo focolaio si è avuto in località « Muggie», nei pressi del cantiere dell'impresa Bonna che sta costruendo, nell'entroterra, una galleria per l'Autostrada dei Fiori. I primi ad accorrere sono stati i carabinieri e i pompieri. Il sindaco Domenico Abrate e il maresciallo dei carabinieri Giovanni Masia hanno rapidamente organizzato delle squadre con i manovali del Comune e un buon numero di volontari del paese ai quali si sono via via andati aggiungendo dei villeggianti. Durante la notte hanno lavorato sulle pendici delle colline infuocate una cinquantina di persone. E' stata una nottata faticosa, snervante. Gli uomini, con pale e fronde di ulivi, battevano il sottobosco incendiato oppure tagliavano rami con accette e seghe per cercare di bloccare la strada alle fiamme. Un lavoro di per sé enorme; e inoltre ci si doveva muovere su un terreno accidentato, ripido, nel quale si aprono forre e canaloni. Nella notte gli sforzi miravano soprattutto a proteggere la borgata Preto e alcune case isolate che sono state fatte sgomberare. L'intento è stato raggiunto, ma il fuoco ha continuato la sua strada verso altre direzioni, facilitato dalla secchezza del bosco ceduo e del sottobosco, nonché dalle folate di vento. Stamattina verso le 5, caduto il vento, si è avuta la impressione che l'incendio potesse considerarsi domato. I volontari sono andati a dormire; sono rimasti a battere le ceneri, apparentemente smorzate seppure fumanti, i pompieri, i carabinieri e gii uomini del Comune. Ma alle 7 la tramontana è ripresa con vigore e dai focolai che parevano sopiti si sono tornate ad alzare le fiamme. Il fuoco non ha più avuto sosta: è avanzato verso la cima del monte Bric Beiba, a nord-ovest del paese; poi è sceso in direzione di grosse borgate dell' entroterra: Magnone, Vezzi San Giorgio, Vezzi San Filippo, Portio. Gli uomini sono intervenuti nuovamente in forza (circa duecento) armati di accette, pale, bastoni, fronde. Gli sforzi uniti hanno per messo di bloccare il fuoco in questo settore, grazie an che alla presenza di una carrareccia che serve per lo scarico delle immondizie. Fermate da quella parte, le fiamme hanno trovato sfogo in direzione est. Nel primo pomeriggio minacciavano alcune case della località Ca stello, ottocento metri dietro Spotorno Anche qui si è riusciti a creare una fascia libera che ha salvaguardato le abitazioni Ma intanto il fuoco avanzava nella parte alta della montagna e, superato il crinale che è alle spalle del monte Mao, è in-j cvmbmmcnlaftdpzamslftdcncomzpsnalcvMdèqndg«sbsccats cominciato a scendere nel versante di Vado, particolarmente nella direzione della borgata Segno. Le operazioni di spegnimento erano guidate dal comandante dei vigili del fuoco di Savona, il quale si teneva in contatto radio con le sue pattuglie, dislocate anche in altre zone. La Prefettura veniva continuamente informata sugli sviluppi della situazione; il prefetto, probabilmente in considerazione della grave sciagura accaduta recentemente ai militari che accorrevano per spegnere un incendio a Noli, non ha ritenuto di dover far intervenire reparti militari. Alle 20, a ventiquattr'ore di distanza dall'inizio, il fuoco aveva già percorso un itinerario lungo oltre dodici chilometri, dei quali almeno otto erano ancora con fiamme attive. Alle 21 la situazione è improvvisamente peggiorata. L'incendio, che si era mantenuto piuttosto nell'entroterra, ha preso ad avanzare verso il mare, sulle pendici del Monte Mao, che è alto 400 metri e si trova fra Spotorno e Torre del Mare. Alla sua base, tra il pendio che scende ripido e che è coperto di sottobosco, quindi infiammabile, e la linea ferroviaria, si trovano diverse pensioni e alcune grosse colonie marine: la «Charitas Ambrosiana», «l'Istituto Merello » e le colonie bergamasche delle Suore Orsoline e di Ponte San Pietro; complessivamente, ospitano circa 2500 persone. Il fuoco, al di sopra del monte, costituiva un diretto pericolo. L'opera di spegnimento si è intensificata con accanimento, malgrado gran parte degli uomini non avessero dormito dall'altra notte. Mentre scriviamo, a tarda ora, la lotta con le fiamme è ancora in corso. Nelle colonie non è stato dato l'allarme per non suscitare panico fra i bambini, che sonojandati a dormire quan¬ do ancora sul monte non si vedevano i bagliori. Ma la situazione è sotto controllo. Si spera, nella peggiore delle ipotesi, di poter fermare le fiamme almeno a metà della costa del monte, dove una mulattiera, attraversando il bosco ed interrompendo la vegetazione, costituisce uno sbarramento naturale. Remo Lugli Qui, lungo le pendici della collina fra Spotorno e Torre del Mare, divampano gli incendi alimentati dal vento