Moro riafferma che l'Alto Adige è un problema interno italiano di Michele Tito

Moro riafferma che l'Alto Adige è un problema interno italiano La Camera ha approvalo la politica Moro riafferma che l'Alto Adige è un problema interno italiano Il Presidente del Consiglio dice che l'Italia riconosce l'accordo De Gasperi-Gruber e ritiene, a sua libera discrezione, di concedere una maggiore autonomia alla regione Trento-Bolzano, ma sempre sotto la piena sovranità dello Stato - Per eventuali controversie si riconosce il giudizio della Corte dell'Aia, ma si respinge in modo netto ogni «ancoraggio internazionale» - Il terrorismo non modificherà la nostra condotta - Moro aggiunge: «Siamo disposti a sentire l'Austria per una soluzione concordata sulla vertenza, ma non possiamo attendere a lungo» Un chiaro distorso (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 luglio. Il dibattito alla Camera sull'Alto Adige si conclude con l'approvazione di un ordine del giorno molto simile a quello votato quasi un anno fa, il 15 settembre 1966. Gli stessi impegni, le stesse raccomandazioni e gli stessi richiami alle responsabilità austriache. In un anno la situazione non è mutata, ma la Camera conferma il sostegno ad una linea che, anch'essa, non subisce mutamenti. Il terrorismo ha perduto ogni speranza d'influire sulla condotta del governo. Ma se possiamo essere sicuri della nostra fermezza, abbiamo il dovere di proteggerci dal rischio di eventuali complicazioni determinate dagli imbarazzi altrui. Non conviene, per esempio, denunciare l'accordo De Gasperi-Gruber, come chiede l'opposizione, perché esso costituisce una garanzia per l'Italia e fa in modo che la controversia rimanga comunque, in ogni momento, ad ogni livello,* una controversia giuridica. Non si deve ritirare ciò che è stato promesso agli altoatesini di lingua tedesca: è ciò che il terrorismo vuole e che darebbe alimento al neonazismo di oltrefrontiera. Non si può accedere alla richiesta di una parte del Parlamento affinché le misure di maggiore autonomia per i cittadini di lingua tedesca siano fin d'ora sottoposte al giudizio delle due Camere: il governo non può legarsi le mani senza sapere con certezza che, facendo agli altoatesini le concessioni previste, la vertenza risulterà definitivamente chiusa. Il problema altoatesino è un problema interno italiano: le misure previste a favore degli altoatesini verranno attuate per decisione autonoma dell'Italia e, per decisione autonoma, l'Italia ha stabilito che verranno attuate quando avrà in cambio un esplicito «più nulla da pretendere » dai rappresentanti dei gruppi di lingua tedesca. Se l'Austria sarà soddisfatta, tanto di guadagnato, ma niente dipende più dalle valutazioni austriache. E' questo il punto del cosiddetto « ancoraggio internazionale ». Gli altoatesini reclamano che le concessioni italiane siano in qualche modo garantite dall'Austria, l'Italia non può fare concessioni al riguardo. Il voto odierno della Camera fa cadere ogni possibile illusione. E' lecito ora sperare che la vertenza, per i suoi aspetti interni, possa essere presto superata. La cautela del linguaggio di Moro non nasconde un avverti mento: è preferibile giungere a soluzioni concordate, ma non si può attendere indefinitamente. Altra questione è quella del terrorismo. Essa ha reso difficili i rapporti con l'Austria, e certo raramente s'erano udite parole più severe, dalla tribuna del governo, nei confronti dì uno Stato vicino e destinato ad essere amico. Moro ha tenuto a documentare che non di debolezza l'Austria è responsabile, ma -y rifiuto, forse detenninato, di agire contro gli uomini e le organizzazioni del terrorismo. E' una denuncia di tolleranza verso il neonazismo. Il veto dell'Italia all'associazione austriaca al Mercato Comune tende anche a richiamare sul peri colo nazista l'attenzione del l'Europa. Michele Tito Il presidente del Consiglio Moro, al centro in basso, al cui fianco è il ministro Fanfani, ieri alia Camera durante il dibattito sull'Alto Adige (Telefoto A. P.)

Persone citate: De Gasperi-gruber, Fanfani, Moro