Una targa «unica» nel Mercato Comune di Piero Casucci

Una targa «unica» nel Mercato Comune interessante progetto internazionale Una targa «unica» nel Mercato Comune E' allo studio un tipo standard per i paesi che fanno parte del Mec - L'Italia proporrà che il fondo sia giallo e i numeri di colore nero - Esperimenti a Roma e a Stoccolma per stabilire le dimensioni dei contrassegni e i materiali da impiegare (Nostro servizio particolare) Roma, 26 luglio. Targhe automobilistiche che si leggano meglio, che presentino una certa uniformità di dimensioni e che usino, possibilmente, gli stessi simboli: questo il triplice obiettivo cui mirano da tempo vari organismi europei, ma non sarà facile arrivare tanto presto ad una attuazione pratica dei faticosi accordi che si stanno raggiungendo o che si spera di raggiungere. Dei tre aspetti - olla questione, quello reutivo ad una migliore lettura ha qualche probabilità di arri- vare in porto con una certa speditezza. Un anno fa, il comitato Trasporti dell'Orni ha costituito un apposito gruppo di lavoro per studiare i punti di maggiore differenziazione fra le targhe «riflettorizzate » e quelle attualmente in uso. Il comitato ha terminato i suoi lavori ed ha dato luogo ad un rapporto finale di cui si conoscono, sia pure per sommi capi, i risultati. Il rapporto si basa su due relazioni: quella dell'esperto svedese Rumar, che ha curato a Stoccolma una serie di prove, tutte con vetture in movimento, e quella dell'ing. Alighiero Bottaro del nostro ministero dei Trasporti che ha studiato, più particolarmente, il problema della leggibilità. Sono state esaminate targhe aventi un'unica misura (52 cm per 12), ma composte usando differenti colori (numeri bianchi su fondo nero, e viceversa, oppure numeri rossi su fondo giallo), sia di tipo normale sia trattate con materiale « rifiettorizzato » (la parola vuole esprimere il concetto della riflessione dispersa in varie direzioni e, in particolare, verso quella dalla quale proviene il raggio incidente). In totale, sono state effettuate ben 35.000 letture. Le prove si sono svolte nella città militare della Cecchignola, presso Roma, ed hanno dato questi risultati: di giorno una targa « riflettorizzata » si legge come una targa normale, ma quest'ultima risulta molto più leggibile dell'altra qualora venga illuminata da una fonte luminosa modesta come, ad esempio, una torcia elettrica; una targa a caratteri scuri risulta assai più leggibile di una a fondo scuro con caratteri chiari. La cosa ci riguarda da vicino giacché le nostre targhe sono proprio di quest'ultimo tipo. E' risultato anche che una targa « riflettorizzata » è leggibile sino ad 80 km l'ora anche nel caso di due veicoli che si incrocino con i fari abbaglianti accesi. Al contrario, una targa non « riflettorizzata » non è leggibile nemmeno a 40 km l'ora anche qualora le sue dimensioni siano doppie. Sulla base dei risultati delle prove l'Italia proporrà probabilmente che le targhe posteriori abbiano il fondo giallo e i numeri neri e quelle anteriori il fondo bianco e i numeri neri. Ciò perché, in tal caso, il colore delle targhe sarebbe in armonia con quello dei gruppi ottici. Contemporaneamente si sta lavorando per arrivare ad una standardizzazione delle dimensioni delle targhe. Un progetto di iniziativa del Consiglio dei ministri del Mercato comune ha già stabilito che le misure del portatarga debbano essere di 52 cm per 12 (le misure usate per le prove di Roma, più o meno le stesse dei contrassegni in uso sulle vetture francesi) o di 34 per 24. Ambedue le misure riguardano le targhe posteriori. Nessun cenno è fatto, invece, al colore, al tipo e alla combinazione delle lettere e dei numeri. Inoltre è detto che la scelta delle dimensioni, (fra le due), è lasciata al costruttore del veicolo, cosa che, anziché facilitare e snellire questa materia, rischia di complicarla. Infatti, nell'ambito di uno stesso Paese, una fabbrica di automobili potrebbe scegliere un tipo di targa diverso da quello di un'altra fabbrica o, addirittura, diverso da un modello all'altro fra quelli che essa stessa produce e ciò qualóra una delle dimensioni risultasse più adatta dell'altra alla linea della carrozzeria. E' anche molto importante che si arrivi ad una standardizzazione delle dimensioni della targa anteriore che è quella, ai fini di un'identificazione del veicolo, visibile per prima e, in certe condizioni di traffico, la sola che sia dato vedere. Come si può notare, si è ancora lungi dal dare un assetto definitivo a questa complessa materia. Meno che mai probabile appare la possibilità di raggiungere un accordo in fatto di simboli. In questo campo ciascun Paese è abbastanza tradizionalista e non sembra disposto a rinunciare alle proprie abitudini. L'optimum, si dice, sarebbe costituito da un massimo di sei simboli. Dato lo sviluppo della motorizzazione sarà invece inevitabile assumerne otto (due numeri, tre lettere, tre numeri), che non sono facilmente ricordabili se letti una sola volta e in fretta. Si tratta, comunque, di una materia che interessa non soltanto i ministeri dei Trasporti, ma anche i ministeri degli Interni o, per essere più esatti, la polizia. Tutto ciò che si può sperare di ottenere, in un futuro non troppo lontano, è un accordo sulle dimensioni e sulla «riflettorizzazione». Sarebbe già molto. Piero Casucci

Persone citate: Alighiero Bottaro

Luoghi citati: Italia, Roma, Stoccolma