La nuova stazione di Savona da cinque anni attende un un treno
La nuova stazione di Savona da cinque anni attende un un treno Sconcertanti aspetti sulla crisi industriale della provincia La nuova stazione di Savona da cinque anni attende un un treno E' completa di pensiline, uffici e bar: mancano soltanto i binari - Eppure le comunicazioni sono vitali per la zona e forse avrebbero potuto evitare la chiusura di alcune aziende - Assicurate migliorie per i servizi ferroviari (Dal nostro inviato speciale) Savona, 26 luglio Le poche aziende esistenti deperiscono e non ne sorgono altre. Si sollecita l'intervento pubblico attraverso Uri e si punta anche sul miglioramento delle comunicazioni, come elemento che potrebbe indurre l'iniziativa privata all'insediamento di nuove attività industriali. Tra le richieste che le autorità ed i sindacalisti hanno presentato a Roma, c'è il capitolo «completamento della rete ferroviaria». Non si 'tratta soltanto di creare infrastrutture per favorire lo sviluppo industriale. Il completamento dei lavori consentirà anche di far funzionare attrezzature ferroviarie che. esistono da anni, che sono costate parecchie decine di miliardi e che restano inutilizzate perché le opere non sono ancora terminate. Visitiamo, ad esempio, la nuova stazione di Savona. C'è tutto: l'edificio per i viaggiatori, le pensiline, i servizi. Il bar è dotato di macchina per il caffè espresso e le cucine sono attrezzate con una serie completa di elettrodomestici. Mancano soltanto i binari. La stazione è finita dal 1962 ma non è mai arrivato un treno. Il miliardo di lire speso per gli edifici e gli impianti non dà frutti ormai da 5 anni. In più si devono aggiungere i milioni occorrenti per la manutenzione e conservazione degli impianti. Per contro il 18 maggio dell'anno prossimo la vecchia stazione di Savona compirà cent'anni. Costruita all'epoca dei treni a vapore era giudicata insufficiente già mezzo secolo fa, quando il traffico oscillava sui 30 treni al giorno (oggi ne circolano 180 al giorno). Con la prospettiva del trasferimento la vecchia stazione è abbandonata a se stessa. Non esistono sottopassaggi e ogni giorno gli 11 mila passeggeri si destreggiano tra binari e treni in manovra con gravissimo pericolo. I convogli devono arrivare e ripartire in tempi ristrettissimi. Il costo per il funzionamento della stazione è assai elevato: Savona ha tanti locomotori di manovra come Milano. «La stazione di Savona — ci dice un tecnico — contribuisce in misura notevole al deficit delle ferrovie ». Negli archivi della Camera di Commercio esiste una « memoria » che reca la data del 1892 nella quale si sollecita il rammodernamento degli impianti ferroviari giudicati insufficienti. Vent'anni dopo il problema veniva definitivo «urgentissimo e indilazionabile ». E' trascorso un altro mezzo secolo e tutto è come prima. Il caso della stazione di Savona non è che un episodio nel quadro delle ferrovie liguri. I militari americani, venuti in Italia per la guerra del 1917, iniziarono i lavori per la costruzione della ferrovia Savona-AltareS. Giuseppe, riprendendo un progetto che la Camera di Commercio di Savona aveva studiato nel 1892. Partiti gli americani i lavori rimasero a metà e sono stati portati a termine soltanto nel 1954, cioè quasi 40 anni dopo. Che dire poi della GenovaVentimiglia? Per il raddoppio della linea ferroviaria da Sampierdarena a Savona sono già stati spesi 70 miliardi in gallerie, viadotti, nuove stazioni ecc.. Però manca il tratto da Varazze a Savona per cui questo enorme capitale resta inutilizzato. I ferrovieri fanno osservare, non senza malizia, che il tronco Varazze-Savona viene realizzato non dall'Amministrazione delle Ferrovie ma dal ministero dei Lavori Pubblici. E' una « pratica » cominciata nel 1938. Nel frattempo i prezzi sono saliti. Ora per ultimare il tratto Varazze-Savona il vecchio finanziamento non è più sufficiente. Occorrono altri 10 miliardi. Il ministro on. Mancini ha assicurato che i dieci miliardi verranno erogati in tre anni (3 miliardi nel '67; 3 miliardi nel '68, 4 miliardi nel '69) in modo da ultimare l'opera e accogliere le istanze dei savonesi. L'8 ottobre prossimo si farà un primo passo per il miglioramento' del servizio: i 105 chilometri di linea fer¬ roviaria da Savona a Ventimiglia verranno trasformati da corrente alternata in continua. Alle agenzie di viaggio e agli uomini d'affari che chiederanno informazioni sulle ferrovie liguri, si potrà allora rispondere: «Da Ventimiglia a Savona ora si risparmia mezz'ora di treno rispetto ai vecchi orari». Sarà qualcosa in attesa del raddoppio del binario da Savona a Ventimiglia. Sergio Devecchi
Persone citate: Mancini, Sergio Devecchi
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