La «calcolatrice» che abbiamo in testa

La «calcolatrice» che abbiamo in testa La centrale che coordina le azioni dell'uomo La «calcolatrice» che abbiamo in testa Cervello e cervelletto superano di gran lunga, per precisione e automatismo, il più moderno computer elettronico - Nuove, suggestive ipotesi sulla biologia del pensiero discusse in un convegno scientifico a Napoli - Le teorie del premio Nobel, dott. Eccles graduale svilupparsi del cer velietto e del cervello, impara a perfezionare i suoi movimenti e questo appren- gioco mirabile delle dita sal^"10 durerà per tutta la TLr.^ .,,™i noi ! vita, a meno che non inter¬ sta o un violinista che col trarre suoni prodigiosi dal venga qualche trauma o gioco mirabile delle dita saTLr.^ .,,™i noi (Nostro servizio particolare) NapoU, 25 luglio. Quando vediamo un pianista o un violinista che col trarre suoni prodigiosi dal suo strumento, quando applaudiamo il calciatore che scatta fulmineo all'attacco e segna il goal decisivo per la vittoria o assistiamo allo spettacolo di grazia che ci offre la ballerina che danza suUa punta dei piedi, difficilmente ci fermiamo a pensare che l'elaboratore di que ste complesse mirabili azioni è il cervelletto. Senza il contributo di questa essenziale parte dell'encefalo preposta al coordinamento e al controllo dei movimenti, l'uomo non sarebbe in grado di compiere i suoi gesti con tanta precisione. Nei mammiferi e nell'uomo, lo sviluppo del cervelletto procede di pari passo con quello del cervello. Nel bambino, in cui la funzione del cervelletto è ancora poco sviluppata, notiamo una grande incertezza di movimenti. Il piccolo che meo mincia a camminare barcol la esitante, perde spesso l'equilibrio e, quando mangia, non è ancora capace di portare correttamente il cucchiaio aUa bocca. Poi, col qualche malattia che colpisca i ' centri nervosi. Forse non ci rendiamo conto che ogni nostro movimento, anche il più semplice ed elementare, quale potrebbe essere ad esempio quello di sollevare un bicchiere d'acqua all'altezza delle labbra, implica un lavorìo d'innumerevoli cellule nervose o neuroni II cervelletto dell'uomo ne contiene un numero enorme che si valuta a parecchi miliardi e tutti questi neuroni sono fittamente addensati gli uni agli altri e disposti secondo una rigorosa struttura geo metrica. Conosciamo abbastanza bene l'anatomia del cervelletto, la sua conformazione macro- e micro-scopi ca, ma non possiamo dire altrettanto del meccanismo fisiologico, del vero « modus operandi » di questa importantissima parte del sistema nervoso centrale. Le ricerche degli studiosi a tale riguardo assumono mundi particolare interesse Nel Simposio sul sistema nervoso centrale conclusosi merco¬ ledì scorso alla Stazione Zoologica di Napoli — simposio che ha permesso un franco e vivace scambio di vedute fra personalità di primo piano del mondo scientifico internazionale — era molto attesa la comunicazione del neurofisiologo Sir John Eccles dell'Istituto per le Ricerche Biomediche di Chicago, al quale è stato assegnato nel 1963 il premio Nobel. In collaborazione con il fisiologo giapponese Masai Ito e con l'anatomico ungherese J. Szentagothai, Eccles ha eseguito per circa tre anni una serie di indagini sperimentali sul cervelletto dei mammiferi e specialmente su quello del gatto. Il complesso lavoro compiuto dai tre scienziati è oggetto di una pubblicazione scientifica in corso di stampa, della quale la conferenza di Napoli non è stata che un'interessantissima anticipazione. In sostanza Eccles ha voluto affrontare proprio il problema fondamentale, quello del meccanismo di azione del cervelletto. Egli si è servito per i suoi scopi della moderna tecnica dei microelettrodi, abbinandola per altro alle tecniche tradizionali. La corteccia cerebellare dei soggetti sotto esperimenti/ veniva stimolata a diversi lì- ; velli di profondità mediante microelettrodi e le risposte venivano registrate ed analizzate. Dall'esame delle numerosissime registrazioni effettuate, Eccles ha potuto trarre delle conclusioni di estremo interesse e lanciare una interpretazione del modus operandi del cervelletto che egli stesso definisce « rivoluzionaria ». Lo annuncia del resto già il titolo della pubblicazione « The cerebelliti as a computer? » cioè « Il cervelletto (funziona) come un calcolatore? ». Il punto interrogativo ci fa capire che si tratta di un'ipotesi, ma in verità di un'ipotesi assai suggestiva, secondo la quale il cervelletto, per il suo modo quasi automatico di funzionare, potrebbe essere considerato come un'immensa macchina calcolatrice, alla quale giungono le informazioni dalla periferia (vale a dire dalle articolazioni, dai muscoli, dalla pelle e via discorrendo) e in cui vengono elaborate le risposte, le quali sono trasmesse poi o ai rnotoneuroni del midollo spinale, che genera i successivi impulsi motori diretti alla periferia, ovvero alla corteccia cerebrale che controlla il movimento. Isabella L. Coifmann

Persone citate: Coifmann, Eccles, John Eccles, Masai

Luoghi citati: Chicago, Napoli