I possessori di azioni in Italia sono 347 mila

I possessori di azioni in Italia sono 347 mila Un articolo del ministro delle Finanze I possessori di azioni in Italia sono 347 mila In testa Milano con 72.973 e Torino con 30.054; in coda Matera con. 34 ed Enna con 25 - Preti ricorda che negli Stati Uniti gli azionisti sono milioni Milano, 24 luglio. Anche se i possessori di azioni, nel nostro Paese, sono già molti, per malintesi timori fiscali parecchi italiani rinunziano a questa forma d'impiego di capitali. Eppure, negli Stati Uniti gli azionisti sono molti milioni e le leggi fiscali assai più severe: cosi il ministro delle Finanze, on. Luigi Preti, inizia un suo articolo sul risparmio azionario che appare sull'ultimo numero del settimanale « Tempo ». Citando recenti statistiche approntate dal dicastero da lui diretto, Preti osserva che le persone fisiche che posseggono azioni sono in Italia 347 mila, tutte registrate alla nostra anagrafe tributaria. I possessori dei titoli azionari sono in gran parte settentrionali; e risultano ovviamente in testa la Lombardia con 135 mila possessori e il Piemonte con 60 mila. Però esistono possessori di titoli azionari anche nel Mezzogiorno, seppure in numero limitato. Tutta l'Italia Meridionale e Insulare dà poco meno di 19 mila possessori di titoli azionari. In coda le province più povere e precisamente Caltanissetta con 72 possessori di azioni, Matera con 34 ed Enna con 25. Tra le province, Milano è in testa con 72.973 possessori, seguita da Torino con 30.054 e da Roma con 20.520. Si afferma spesso che il grande numero dei possessori dei titoli negli Stati Uniti dipende dal fatto che in quel Paese, in contrasto con l'Italia, non c'è la nominatività dei titoli azionari. Altro che nominatività, afferma Preti. Negli Usa non esiste addirittura il segreto bancario e pertanto qualsiasi possesso azionario, come qualsiasi reddito del cittadino, può essere individuato con la massima precisione dal fisco. Non ci sono che i gangsters che fanno acrobazie per sfuggire alla rilevazione tributaria; ma spesso, dopo essere sfuggiti abbastanza facilmente alla giustizia penale per i delitti commessi, finiscono in prigione per evasione tributaria, perché la verità è che il fisco americano è il più perfetto del mondo e, nonostante questo, anzi proprio per questo, gli Usa sono all'avanguardia della civiltà. Da quando è stata istituita la nominatività dei titoli azionari, e particolarmente da quando è stata abolita la cosiddetta cedolare secca — afferma più oltre il ministro — gli avversari dei titoli azionari dicono che v'è una ragione di più per non acquistarli. La nominatività e la conseguente tassazione — osserva Preti — è indubbiamente uno svantaggio che il ministero delle Finanze d'altro lato giustifica col fatto che le azioni rappresentano in sostanza un titolo di proprietà, mentre i titoli di Stato e le obbligazioni sono semplicemente crediti. Comunque, conclude il ministro, esistono anche molti cittadini i quali non hanno quell'incubo delle tasse, che caratterizza gran parte degli italiani. Essi pertanto sanno che il possesso di 10 o 20 milioni di titoli azionari, con poche centinaia di migliaia di lire di reddito, non porta certamente alle stelle la tassazione personale; e pertanto preferiscono, nonostante tutto, l'acquisto di azioni. (Ag. Italia) 1

Persone citate: Luigi Preti, Preti