Paolo VI con il Presidente turco discuterà la crisi della Palestina di Francesco Rosso

Paolo VI con il Presidente turco discuterà la crisi della Palestina NON È SOLTANTO RELIGIOSA LA MISSIONE DEL PAPA Paolo VI con il Presidente turco discuterà la crisi della Palestina Uno strettissimo riserbo circonda il colloquio odierno nella reggia estiva degli antichi sultani - Ma si ammette che verranno affrontati problemi politici : la Turchia ha ottimi rapporti con Israele, e l'8 agosto riceverà in visita ufficiale Hussein di Giordania - Dall'incontro con Atenagora non si attendono sviluppi sensazionali; ma proprio nella discrezione il moto per l'avvicinamento delle Chiese procede favorevolmente (Dal nostro inviato speciale) Istanbul, 24 luglio. Nonostante la mestizia per il disastroso terremoto che l'ha colpita, la Turchìa sì prepara a ricevere papa Paolo VI con la solennità riservata ai Capì di Stato, benché la visita non abbia carattere ufficiale. Il presidente della Repubblica Cev- det Sunay sarà domattina all'aeroporto ad attendere il Sommo Pontefice e rivolgergli un indirizzo di omaggio. All'aeroporto ci sarà anche il patriarca Atenagora per sottolineare con la sua presenza il significato religioso dell'avvenimento. Il programma per la vìsita del Pontefice è ormai fissato in ogni dettaglio: il cerimoniale è stato ridotto al minimo, anche per non turbare le giornate di lutto che la Turchia attraversa per il terremoto che ha devastato una delle zone agricole più prospere del paese. Ma del programma e del cerimoniale parlerò più dettagliatamente . domani: oggi è il giorno delle previsioni, delle notizie appena sussurrate, delle interpretazioni che si vogliono dare al viaggio del Pontefice in Turchìa. Sono stato ancora una volta alla Nunziatura apostolica in via Olcek 87 per avere qualche dettaglio. C'era il pro-nunzio monsignor Saverio Zupt, giunto venerdì da Ankara, dove risiede ormai abitualmente per rappresentare il Vaticano presso il governo turco. C'era la consegna del silenzio, non solo, ma anche il divieto di lasciar visitare l'appartamentino al primo piano dove Paolo VI pernotterà (lo avevo veduto sabato scorso). La cappellina, invece, era aperta a tutti e completamente trasformata nell'arredamento. Un alto inginocchiatoio è stato posto dinanzi all'altare sovrastato da un quadro della Madonna e sull'inginocchiatoio è stato steso un ampio, prezioso drappo di velluto scarlatto orlato d'oro. Un soffice cuscino, anch'esso di velluto rosso orlato d'oro, servirà come poggiamani al Pontefice durante la preghiera. Ai lati, sono stati disposti quattro scranni di legno col sedile foderato di damasco rosso, identico a quello che riveste le pareti. Nel corridoio incontro una monaca spagnola, suor Maria, che indossa una gabbanina grigia a fiorellini neri, intenta a lucidare un bastone pastorale dì ottone dorato. Indicandomi un corridoio dice in spagnolo: « El comedor sta alla ». E' una sala da pranzo simile al refettorio di un monastero. «E chi prepara il cibo per il Papa? ». domando: risponde fiera ed orgogliosa: « Yo misma ». Non sa dirmi chi servirà a tavola e chi dividerà i pasti col Pontefice. Passa di corsa monsignor Squicciarini, incaricato di organizzare il soggiorno del Papa al palazzo della Nunziatura. Gli domando se può dirmi quali fini sì riprometta il Pontefice dagli incontri. « Non è il primo Papa che viene da queste parti — mi risponde —: non dimentichi che in questa zona ci sono stati numerosi Concili, ad Efeso. Nicea, Calcedonia, eppoi ad Istanbul » (evita anch'egli di pronunciare la parola Costantinopoli, sgradita ai turchi moderni). Su quanto si diranno il Capo dello Stato turco ed il Pontefice, monsignor Squicciarini è decisamente elusivo. « Ci sarà un comunicato stampa ». dice; ed è tutto. Ma non è più un kegreto per nessuno che il viaggio di Paolo VI a Istanbul ha anche scopi politici Amica dei Paesi arabi perché dì tede musulmana ed amica di Israele, con cui ha cordiali relazioni diplomatiche, la Turchia può svolgere un ruolo importante nella crisi del Medio Oriente. Inoltre, ì Luoghi Santi della cristianità, dell'islamismo e dell'ebraismo furono controllati per secoli dai turchi e. sia pure con alterne vicende, le altre religio ni poterono officiare liberamente nei luoghi del loro culto. Non è escluso, perciò, che il Presidente e Paolo VI parlino anche dei Luoghi Santi in Palestina, ed in particolare dì Gerusalemme, durante il colloquio che avranno verso mezzogiorno nel palazzo dì Yilfiz, eretto su un'altura che domina il Bosforo. Fino al 1918 questo favoloso palazzotto era la residenza estiva dei sultani. Circondato da un parco immenso, ora apertQ^ yv-fr blìco, è una sontuosa dmeura regale, sepolta in un giardino folto di piante esotiche, da ciuffi di ortensie rosa ed azzurre alte ed arruffate fin quasi a formare piccole foreste floreali. Lo sguardo spazia su uno dei più suggestivi paesaggi del mondo, sul punto dove il Bosforo già si restringe per poi dilagare verso il Mare dì Marmara. Qui, nei saloni decorati ancora col gusto un po' lezioso ed esotico degli antichi sultani, il presidente Sunay e Paolo VI nel loro colloquio privato sicuramente parleranno della crisi palestinese. Non si può trascurare a questo punto la notizia, diffusa questa mattino, che l'S agosto prossimo Hussein di Giordania verrà in vìsita ufficiale in Turchìa. Può darsi che si tratti di una coincidenza fortuita, ma la visita che il sovrano di Giordania fece al Papa in Roma e la vicinanza delle date dei due viaggi in Turchia possono avere qualche riferimento diretto alle trattative di pace. L'altro scopo del viaggio di Paolo VI a Istanbul, quello religioso, è forse il più spettacolare, ma quasi certamente il meno determinante. Il processo per il riaccostamento delle Chiese ortodossa e cattolica è ormai giunto quasi a maturazione, le discordanze coi capi delle altre Chiese autocefale, che venerano il patriarca Atenagora come il loro Pontefice, ma al quale non devono ubbidienza disciplinare, sono in via di superamento. La visita che Paolo VI farà ad Atenagora nella sede del Patriarcato ortodosso potrebbe essere, in un certo senso, il suggello alla politica ecumenica svolta dal Vaticano; e forse un segno per indicare in Atenagora il solo interlocutore, anche per evitare che i colloqui coi patriarchi delle quindici Chiese ortodosse autocefale possano ritardare il processo di riaccostamento con le consuete diatribe teologiche bizantineggianti che. in passato, ìjanno generato gli scismi. Anche dopo la visita che Paolo VI farà ad Atenagora e che Atenagora restituirà in serata alla Nunziatura, sarà emesso un comunicato stampa che, probabilmente, non dirà gran cosa: la diplomazia vaticana tende a smorzare un poco l'interesse per l'incontro col patriarca Atenagora. anche per non mettere maggiormente in sospetto l'opinione pubblica turca che. dall'inizio della crisi di Cipro, accusa la Chiesa ortodossa di Istanbul di partigianeria nei confronti dell'arcivescovo Makarios e della Grecia, la nemica dì sempre. Stranamente, V interesse della stampa e dell'opinione pubblica turca è rivolto so prattutto alla visita che il Papa farà ad Efeso. « Se il cattolicesimo riconoscerà Efeso come la città in cui, con l'apostolo Giovanni, la Madonna visse e mori, ci sa rà in Turchia un altro luo go santo per tutta la cattolicità, cosa che darà note vole incremento al turismo turco ». scrivono alcuni gìor noli. Gli ortodossi, invece, non si esprimono. « Per noi. mi diceva monsignor Ga briel, segretario del Sinodo — il luogo in cui la Madonna è morta rimane Gerusalem me: se I cattolici pensano che sia Efeso, non abbiami nulla da obiettare, facciano loro » La tolleranza per le convinzioni altrui è già un segno che lo spirito ecume nico sta dando i suoi frutti Francesco Rosso