Come abbiamo distribuito la somma tra il Veneto e 23 comuni dell'Acquese

Come abbiamo distribuito la somma tra il Veneto e 23 comuni dell'Acquese Come abbiamo distribuito la somma tra il Veneto e 23 comuni dell'Acquese Nelle zone alpine venete, i contributi serviranno a rafforzare le organizzazioni di soccorso che per prime accorrono a fronteggiare frane, inondazioni, valanghe - Fra i centri dell'Acquese maggiormente colpiti dall'alluvione, abbiamo suddiviso 5 milioni Abbiamo ripartito i venti e più milioni sottoscritti dagli italiani residenti nel Congo a favore delle zone alluvionate fra sei zone alpine del Veneto con l'intento di contribuire a rafforzare quelle organizzazioni volontarie di soccorso che per prime accorrono per fronteggiare i pericoli della montagna: frane, inondazioni, valanghe. Le somme assegnate potranno servire all'acquisto di una jeep, ossia di un automezzo che consenta a una squadra di volenterosi di raggiungerle la zona del pericolò anche su strade impervie e innevate. Ecco la ripartizione: — Alla Comunità della Carnia: 2 milioni per la jeep e lire 3.801.110 contributo per altre iniziative della Comunità. Totale: lire 5.801.110. — Per l'acquisto di una jeep o altro automezzo: alla Comunità dell'Alpàgo (Belluno) lire 2 milioni; al comune di Forno di Zoldo (Belluno) lire 2 milioni; all'Azienda di soggiorno della Val Comelico (Santo Stefano di Cadore) lire 2 milioni; al Soccorso Alpino di Agordo lire 2 milioni; ai comuni della zona del Primiero lire 2 milioni. — Inoltre a 23 comuni dell'Acquose, gravemente danneggiati dall'alluvione dell'ottobre scorso, sono stati distribuiti contributi, come preciseremo, per l'importo complessivo di 5 milioni. In queste cifre sono pure comprese lire 327.170, equivalente di 526 dollari raccolti per la nostra sottoscrizione fra gli italiani residenti negli Stati Uniti a Battle Creek (Michigan). La somma ci è pervenuta in questi giorni. Nella ripartizione non potevamo più prefiggerci di dare un aiuto immediato a popolazioni che si trovavano in estremo bisogno, prive di casa, di viveri e sfornite perfino di indumenti e di quattrini. Questa situazione angosciosa si era avuta nei giorni drammatici del novembre scorso: allora era necessario intervenire con la massima prontezza sapendo che gli aiuti organizzati dalle autorità sarebbero giunti (e infatti giunsero) più tardi. Ora ricordiamo che nelle zone alpine, dove le comunicazioni in caso di disastri sono estremamente difficili e pericolose, la popolazione ha dimostrato di non attendere passivamente gli aiuti che sarebbero giunti dai capoluoghi e dalla pianura, ma ogni paese, ogni villaggio si è volontariamente mobilitato per affrontare il pericolo e salvare il salvabile. Abbiamo avuto occasione di vedere, in quei giorni, le organizzazioni volontarie di soccorso: attorno ai Vigili del fuoco, ai centri di Soccorso alpino, alle sezioni di bonifica, accorrevano gli uomini del paese come a un centro di arruolamento. E partivano a piedi, in jeep, sugli automezzi disponibili e andavano ad affrontare il disastro. Sgombravano le frane, ricostruivano ponti e passerelle, arginavano l'acqua e le colate di fango, traevano in salvo 1 pericolanti dalle case allagate o crollanti. Qualche volontario perse la vita. Quando giunsero dalla bassa valle i soccorsi organizzati (altri reparti dei vigili del fuoco, carabinieri, soldati, automezzi attrezzati per aprire la strada nel fango) risultò evidente l'efficacia e la prontezza del primo intervento compiuto con tenacia montanara da chi è abituato a difendersi da sé. Perciò intendiamo dare ora un riconoscimento ad alcune di queste organizzazioni volontarie di soccorso, offrendo la possibilità di rafforzare le loro attrezzature. Ricordiamo che una jeep della Croce Rossa di Agordo è stata posta fuori uso dalle acrobazìe a cui la costrinsero i volontari del Soccorso alpino nelle operazioni di salvataggio; in un'altra zona una jeep trasportò massi per creare una diga e infine restò imprigionata, ma ben salda, nella diga stessa; ad Alpago presso Belluno la Comunità deve acquistare (e non ha i fondi) una jeep per raggiungere i villaggi spesso isolati da frane o inondazioni; e la stessa spesa preoccupa gli amministratori della Comunità della Carnia. Diamo dunque a queste organizzazioni di soccorso la possibilità di acquistare una jeep (o di completare in altro modo la propria attrezzatura). E' una spesa che torna a beneficio di tutta la popolazione in caso di bisogno, e speriamo pure che l'uso del materiale acquistato non debba più essere richiesto da eventi disastrosi. Alla Comunità della Carnia, oltre ai 2 milioni per la jeep, abbiamo assegnato una somma supplementare di 3 mi¬ lioni 801.110 lire, in considerazione dell'estensione della zona che comprende ben 38 comuni, e come contributo ad alcune iniziative in atto: una colonia elioterapica e la sistemazione d'una sede in montagna per una sezione botanica dell'Università di Trieste che si propone lo studio e la difesa della natura. Ed eccoci, infine, alla destinazione di 5 milioni a 23 comuni dell'Acquese. La zona era stata devastata dall'alluvione che nell'ottobre dell'anno scorso precedette i disastri del Veneto e della Toscana. Vennero già allora distribuiti soccorsi offerti dai nostri lettori, ma gli aiuti furono relativamente limitati in confronto a quelli assegnati ad altre zone causa l'esaurimento dei fondi disponibili. Crediamo di interpretare il desiderio dei lettori e in particolare degli italiani residenti nel Congo (fra cui sono numerosi i piemontesi) destinando 5 milioni ai comuni situati presso Acqui Terme. Ecco la ripartizione: Bistagno lire 330.000; Ponti 360.000; Spigno 150.000; Montechiaro d'Acqui 280.000; Castelnuovo Bormida 150.000; Cassine 150.000; Castelletto d'Erro 150.000; Terzo 400.000; Visone 400.000; Alice Bel Colle 200.000; Grognardo 240.000; Morbello 240.000; Ponzone 240.000; Melazzo 200.000; Rivalla Bormida 150.000; Prasco 200.000; Pareto 150.000; Strevi 200.000; Sezzadio 150.000; Morsasco 150.000; Malvicino 160.000; Cartosio 200.000; Capriata d'Orba 150.000. Totale lire 5.000.000. La distribuzione dei 20 milioni 473.940 lire offerte dagli italiani residenti nel Congo e delle 327.170 lire degli italiani residenti a Battle Creek negli Stati Uniti (le somme sono state spedite ieri con lettera raccomandata ai sindaci dei Comuni interessati) conclude la manifestazione di solidarietà data dai nostri lettori con lo slancio d'un plebiscito, alle popolazioni colpite dal disastro dell'autunno scorso. Migliaia di cittadini e centinaia di enti, gruppi, ditte, associazioni, scolaresche, hanno portato nei nostri uffici le loro offerte cospicue o modeste, tutte ugualmente gradite, molte accompagnate da espressioni di simpatia o di incoraggiamento. Abbiamo fatto del nostro meglio per portare personalmente, con i nostri inviati, i fondi nelle zone devastate, a mano a mano che ci pervenivano, cercando di alleviare i sacrifici dei paesi più colpi'i e di aiutare il maggior numero di alluvionati nel momento più difficile dei lutti, del grande bisogno e dello scoraggiamento. L'opera compiuta è tutto merito della sensibilità generosa dei nostri lettori. Complessivamente, dall'inizio delle sottoscrizioni, ci sono pervenute lire 651.107.910 che sono state così distribuite: per il Veneto lire 360 milioni 688.030; per Firenze lire 193.395.235; per gli alluvionati di tutta Italia (consegnate al prefetto di Torino dott. Caso) lire 36.916.930; per gli alluvionati del Piemonte lire 60 milioni 107.715. Ettore Doglio

Persone citate: Battle, Battle Creek, Caso, Ettore Doglio, Spigno