Venti milioni per gli alluvionati dai lavoratori italiani in Congo di Giorgio Lunt

Venti milioni per gli alluvionati dai lavoratori italiani in Congo f7irf panie di salidarietà dalVAfrica al nastra Paese Venti milioni per gli alluvionati dai lavoratori italiani in Congo E' un'offerta generosa e significativa - Questa gente tenace e laboriosa (parecchi sono piemontesi) che per vivere ha dovuto affrontare la dura vita dell'emigrante, è sensibile al dolore degli altri - Il Paese che li ospita è scosso da drammatici eventi, la loro stessa vita è in pericolo, ma essi hanno pensato a chi in Italia era stato colpito dall'immane catastrofe del 4 novembre scorso - La somma l'abbiamo subito distribuita: non frazionandola fra tutti i centri colpiti, ma cercando di favorire alcune importanti iniziative collettive e sociali -Gè parso il modo migliore di utilizzare l'offerta, frutto di tanti sacrifìci Un fiore di fratellanza Nelle ultime settimane 11 Congo è stato sconvolto da un'altra tragedia. Crepitio di mitragliatrici, rivolte, città insanguinate, esodo dl popolazioni In preda al panico, ostaggi minacciati dl sterminio. Come talvolta sboccia un flore dalla terra più arida, dal dramma congolese è giunto a «La Stampa» un flore di fratellanza, sotto forma di una lettera dell'ambasciatore d'Italia, Ettore Baistrocchi, alla Direzione del giornale. * Mi è grato informare — scrive il diplomatico — che con ordine di pagamento in data 22 giugno u. s. la locale " Société Congolaise de Banque ", su richiesta dt questa Ambasciata, ha provveduto a trasferire a codesto quotidiano la somma di franchi congolesi 5.911.920, pari a dollari 32.844 (al cambio dì franchi 180 per dollaro). La somma è destinata, tramite "La Stampa" — secondo l'esplicito desiderio dei donatori, in gran parte piemontesi —, alle vittime delle alluvioni che nel novembre scorso hanno funestato numerose regioni italiane ». L'operazione bancaria — prosegue la lettera — è stata realizzata in extremis cioè alla vigilia della riforma monetaria decisa dal governo congolese, che aumenta da 180 a 500 la parità del franco rispetto al dollaro. Il governatore della Banca Nazionale del Congo, dott. Ndele, grande amico dell'Italia, ha accolto in via eccezionale la richiesta dell'Ambasciata — tenendo conto dello scopo filantropico — di infrangere le norme restrittive, che vietano trasferimenti dl valuta a carattere non strettamente commerciale e non espressamente autorizzati dalle autorità economiche del Paese. I 32.844 dollari equivalgono a lire 20.473.940. Un'offerta munifica e significativa, perché proviene da emigrati nel Congo per motivi di lavoro. Che può anche essere redditizio, ma comporta sacrifici e coraggio. Alla nostalgia della patria e della famiglia si aggiungono i pericoli di rivolgimenti politici, di intrighi esterni. La maggior parte degli italiani che vivono nel Congo — lo conferma l'ambasciatore Baistrocchi — sono piemontesi. Gente tenace, laboriosa, sensibile alle sventure del prossimo. Mentre qui si trepidava per la loro sorte — per molti di essi era in gioco non solo la posizione economica, ma anche la vita —, laggiù si preoccupavano che i denari offerti agli alluvionati arrivassero a «La Stampa» il più presto possibile e senza essere falcidiati dalle nuove norme valutarie. L'ambasciatore italiano precisa che i contributi alla nostra sottoscrizione sono stati raccolti nelle seguenti misure: 5.623.432 franchi congolesi tra i connazionali di Lumumbashi (ex Elisabethville), capitale della provincia di Katanga; 246 mila a Bukavu, capitale della provincia di Kivu; 42.498 franchi a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo. « La modesta cifra raccolta dalla collettività di questa capitale — spiega l'ambasciatore — che non è seconda a nessuno per patriottismo e generosità, dipende dal fatto che gli italiani di Kinshasa, di fronte alle difficoltà per il trasferimento in lire di somme raccolte in valuta locale (difficoltà che sembravano insormontabili fino a due settimane addietro), avevano partecipato con cospicue donazioni alla sottoscrizione nazionale indetta nell'aprile scorso dal presidente Mobutu a favore delle popolazioni di Kisangani (ex Stanleyville), duramente provate dalla ribellione del 1966 ». L'ambasciatore ci informa inoltre che ali'iniziativa di solidarietà promossa da « La Stampa » per gli alluvionati hanno fattivamente collaborato, nel Congo, il signor Mario Pento — presidente del « Comitato italiano di Lumumbashi per gli aiuti agli alluvionati » e della « Casa de¬ gli italiani» di quella città —, il console d'Italia a Lumumbashi, dott. Carlo Fettarappa-Sandri, e il viceconsole a Bukavu, dott. Giorgio Damesin. E' trascorso quasi un anno dalle tremende alluvioni che devastarono la nostra penisola, dalla Carnia al Bellunese, dal Piemonte al Veneto, al Polesine, alla Toscana. Molte ferite inferte dalla catastrofe sono in parte rimarginate, per l'abnegazione e la volontà delle stesse vittime e anche per il pronto, fraterno aiuto dei nostri lettori e di quanti hanno partecipato alla sottoscrizione indetta dalla Presidenza del Consiglio. Molto, purtroppo, resta da fare prima che quelle genti ritrovino la serenità e la sicurezza della casa, del lavoro. Gli oltre 20 milioni pervenutici dai connazionali emigrati nel Congo non sono tardivi, tanto meno superflui. Spieghiamo a parte la destinazione della somma, i criteri che ci hanno suggerito di non frazionarla fra tutti i centri colpiti dagli allagamenti. Assegnando un ulteriore contributo ad ogni famiglia, non avremmo migliorato la situazione nemmeno dei più poveri. Favorendo, invece, la realizzazione di qualche iniziativa di carattere collettivo e sociale, riteniamo di aver interpretato il desiderio degli offerenti. Parte della somma è stata assegnata a piccoli centri agricoli dell'Acquese, che l'anno scorso non eravamo stati in grado di aiutare in misura adeguata alle necessità. Non si tratta semplicemente di una doverosa giustizia distributiva, ma anche di un fattore sentimentale. I piemontesi che vivono nel Congo saranno lieti di contribuire alla ripresa di zone ad essi tanto care. Li ringraziamo con animo commosso, anche a nome dei beneficiari. Il loro gesto fraterno ha gettato un ponte di solidarietà tra l'Africa e l'Italia. Giorgio Lunt

Persone citate: Baistrocchi, Carlo Fettarappa-sandri, Ettore Baistrocchi, Giorgio Damesin, Mario Pento