Le fanatiche richieste di Carlo Casalegno
Le fanatiche richieste Le fanatiche richieste L'Assemblea generale dell'Onu, dopo un mese di aspre discussioni e di faticose trattative, si è chiusa rinviando al Consiglio di Sicurezza l'esame della « grave situazione nel Medio Oriente »: cioè senza concludere nulla. I paesi arabi hanno perduto anche questa battaglia diplomatica, perché sono rimasti soli nella loro fanatica intransigenza. Ora si proclameranno vittime innocenti di una congiura internazionale e, incoraggiati dalla Cina, dall'Albania, da Cuba, grideranno al « tradimento » sovietico. LTJrss, infatti, nell'ultima giornata ha votato come gli Stati Uniti: per la seconda volte dall'inizio della crisi si è avvicinata a Washington sulla via della ragione e dell'equità. Durante la guerra-lampo, Mosca aveva finito per accettare la mozione americana, che chiedeva ai belligeranti di sospendere le ostilità senza esigere il ritiro degli israeliani sui fronti tenuti il 5 giugno. L'altro giorno era pronta ad approvare la soluzione di compromesso sostenuta dagli Usa: sgombero dei territori occupati da parte israeliana, contro il riconoscimento dello Stato di Israele da parte araba. L'avvicinamento russo-americano è una conferma dello « spirito di Glassboro »: dimostra che le due massime potenze sono concordi nel voler mantenere sotto controllo il conflitto del Medio Oriente, evitando il rischic di un confronto diretto, quantunque ciascuna difenda i suoi interessi e protegga i propri alleati. Il compromesso cui erano giunte, avrebbe soddisfatto le esigenze vitali di tutte le parti ed offerto una base realistica per la ricerca della pace. L'assurdo rifiuto arabo lo ha fatto cadere. Fino a quando i paesi arabi non accetteranno di rinunciare allo stato di belligeranza e di aprire trattative con il governo, di. Gerusalemme, gli Israeliani non abbandoneranno un metro del territorio occupato. E' naturale, ed è giusto. Non'si può chiedere ad un popolo che si è battuto non per ingrandimenti territoriali, ma per la propria sicurezza, di rinunciare ai frutti della vittoria senza avere in cambio nemmeno ui.a promessa di pace. Con la loro intransigenza, i paesi arabi non cercano ai ottenere condizioni di pa^e più favorevoli; respmgono il principio stesso della pace. Nasser e più cauto nel minacciare la ripresa delie ostilità o la guerriglia nene retrovie israeliane, ma sulla questione centrale non è meno intransigente di Boumedienne, dei siriani o degù iracheni. Ora che sono stati severamente battuti, gU egiziani dichiarano di non aver mai voluto lo sterminio degli israeliani; ma nello scorso maggio, mobilitando l'esercito del Sinai, Nasser dichiarava: « L'esistenza stessa di Israele è un'aggressione », e proclamava di voler cancellare quest'offesa alla « nazione araba ». Carlo Casalegno
Persone citate: Nasser
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