I lavori dell'Onu falliti per l'intransigenza araba di Nicola Caracciolo

I lavori dell'Onu falliti per l'intransigenza araba I lavori dell'Onu falliti per l'intransigenza araba La risoluzione finale, che rinvia il dibattito al Consiglio di Sicurezza, votata insieme dai russi e dagli americani - Mosca ha tentato fino all'ultimo di moderare l'atteggiamento dei nemici d'Israele ma ha dovuto rinunciare (con Washington) ad una soluzione di compromesso (Dal nostro corrispondente) Washington, 22 luglio. L'Assemblea generale dell'Onu, che fu convocata il 17 giugno in seduta straordinaria, su richiesta dell'Urss, per discutere gli eventi del Medio Oriente, ha concluso i suoi lavori senza alcuna importante decisione per colpa dell'intransigenza araba. E' stata approvata una risoluzione che non contiene alcun giudizio sui fatti esaminati e che demanda in pratica la questione al Consiglio di Sicurezza. La risoluzione è stata approvata con 63 voti favorevoli, 26 contrari e 27 astensioni. La conclusione dei lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul Medio Oriente e la decisione di rinviare la questione al Consiglio di Sicurezza hanno una volta di più messo in luce un sostanziale accordo di fondo tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, si fa notare og- gì negli ambienti della delegazione americana all'Onu. Infatti la risoluzione finale — che chiede appunto che il Consiglio di Sicurezza si occupi « urgentemente della crisi in Medio Oriente » — è sfato approvata grazie anche al Voto dei paesi comunisti: i paesi arabi invece — quasi a dimostrare una volta di più una totale intransigenza — hanno votato contro. La Francia si è astenuta. Al voto si è giunti dopo oltre una settimana di intensi negoziati durante i quali la delegazione americana e la delegazione sovietica hanno cercato di mettere a punto un testo di risoluzione sul Medio Oriente che potesse essere votato da tutta l'Assemblea. La risoluzione avrebbe dovuto essere presentata dai sovietici e consistere essenzialmente di due punti: 1) una dichiarazione in cui si afferma che nessuno Stato deve « conservare » in Medio Oriente sotto il suo controllo territori acquistati con la forza; 2) un'altra dichiarazione nella quale viene riconosciuto lo Stato d'Israele. In sostanza, la risoluzione, partendo da una frase del discorso dì Kossighin di fronte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, si proponeva — sia pure in maniera non del tutto esplicita — di venire incontro alle esigenze di ambo le parti, con una formula in realtà non molto diversa da quella della risoluzione latino-americana contro la quale gli arabi e i Paesi comunisti avevano votato a suo tempo: gli israeliani avrebbero dovuto rinunciare ad ogni conquista territoriale mu in cambio gli arabi avrebbero dovuto accettare l'idea di una pace definitiva in Medio Oriente. La risoluzione sovietica non è mai stata presentata in Assemblea per l'opposizione dei Paesi arabi, della Siria e dell'Algeria soprattutto. L'Unione Sovietica, in definitiva, non se l'è sentita di correre il rischio di una rot¬ tura con i Paesi arabi ed ha quindi rinunciato a presentare la sua risoluzione di compromesso. Resta vero tuttavia, ed è questo il fatto, secondo osservatori americani, fondamentale in questa situazione, che la delegazione sovietica ha compiuto nei giorni scorsi uno sforzo estremamente deciso per tentare di moderare le posizioni degli arabi. Nicola Caracciolo

Persone citate: Kossighin