Scattalo a 92 km dal traguardo

Scattalo a 92 km dal traguardo Scattalo a 92 km dal traguardo (Dal nostro inviato speciale) Puy-rie-Dome, 21 luglio. Alla fine della tappa di Luchon, quella della crisi, Gimondi quando scese di bicicletta — il volto pallido e tirato di chi sapeva d'aver perso irrimediabilmente la partita — rispose a due domande soltanto. « Colpa di coliche improvvise » disse a chi affannosamente s'informava dei motivi della crisi. E a chi gli chiedeva se pensasse al ritiro, brontolò quasi con rabbia: «No, no di sicuro. Resto in corsa. E se appena appena l'indisposizione mi passa, voglio vincere almeno una tappa. Vesto la maglia tricolore della Nazionale e sento d'avere dei doveri precisi. E non basta: oggi 1 miei compagni di squadra hanno lavorato in maniera ammirevole proprio per impedire il mio abbandono. No, a casa innanzi tempo non ci torno ». Stava male, quella sera, Gimondi. Ed il giorno dopo patì momenti difficili sulle rampe del Tourmalet e dell'Aubisque. Tenne duro a fatica, soffri sulle balze dei Pirenei come l'ultimo dei gregari. Il suo viso si scavava nella smorfia di chi più non è in grado di resistere, e l'ipotesi di un ritiro galleggiava sempre nell'aria quasi sul punto di trasformarsi In una grigia, ma ineluttabile realtà. Eppure Gimondi non ha abbassato bandiera, la sua razza è la razza dei campioni veri, che non s'arrendono. Ieri tutti i giornalisti francesi anticipavano un attacco del bergamasco nel tratto finale della tappa di Limoges ed il nostro capitano, in effetti, s'è messo un paio di volte in evidenza. Voleva tentare il colpo gobbo? Al traguardo sostenne di no. S'era semplicemente provato in qualche allungo. La salute migliorava. Ma le sue forze erano — per sua stessa ammissione — il cinquanta per cento nei confronti della vigilia del Tour. Rilasciava pronostici per il Puy-de-Dòme? Gimondi ebbe un sorriso amaro. « Ho imparato a star zitto, a non vendere la pelle dell'orso avanti d'averlo ucciso ». E oggi, Gimondi, sulla salita terribile del Puy-de-Dòme, ha vinto. Un'impresa grande, di notevole valore, mentre l'italiano tagliava 11 traguardo, in una folla che gli tributava le ovazioni del trionfo, ci tornava in mente un Giro lontano, ci tornava in mente che gli stessi applausi, tanti anni fa, avevano salutato l'arrivo in vetta di Fausto Coppi. Fausto, quel giorno, aveva stabilito di lasciar il successo a Bartall. Poi Bartall aveva avuto una leggera crisi e Coppi era scattato all'offensiva negli ultimi chilometri, travolgendo irresistibile la resistenza di ogni avversario. Oggi, Invece, Gimondi è partito da lontano, in pianura, verso il centotrentesimo chilometro. Era in fuga Ruegg, lo svizzero aveva un vantaggio di circa cinque minuti. Rabaute, Pfenninger e Van Springel si lanciavano alla controffensiva, Gimondi ed Huysmans si univano ai tre nell'avventura. La pattuglia si scatenava sulla strada che portava a Clermont Ferrand attraverso una serie di saliscendi Nel plotone, la Nazionale di Fran eia si rimboccava le maniche, gettandosi in un furibondo inseguimento. Ma Gimondi, con il drappello di Huysmans, piombava su Ruegg e, all'inizio della rampa, il vantaggio dei sei sul plotone era di 5'25". Tirava quasi sempre il bergamasco. Cedeva Van Springel, cedeva Pfenninger, cedeva Ruegg Gimondi accelerava, di tanto in tanto s'alzava sui pedali producendosi in sgroppate dall'incredibile potenza. Huysmans e Rabaute gli tenevano dietro con un miracolo di volontà. Però su un tratto di rettilineo, Gimondi forzò il ritmo. Testa china sul manubrio, le gambe a mulinello a pigiar sui pedali con estrema facilità. Huysmans e Rabaute furono costretti ad alzar bandiera bianca. Dieci chilometri alla vetta. Dieci chilometri di spettacolo, era il più forte del Tour che, a denti stretti, si prendeva una rivincita sulla sfor¬ tuna. Alle sue spalle, 1 compagni di avventura facevano misera fine. Ci fermammo ad aspettare il gruppo, il Puy-deDòme rappresentava l'ultima occasione per Jimenez di tentar un poco probabile sgambetto a Pingeon. Lo spagnolo mandò avanti Ginez Garda. Poi tentò a sette chilometri dalla cima. Poulidor gli si mise a ruota, i due vennero raggiunti da Pingeon, Balmamion e Letort. Un attimo di rallentamento, il plotone di nuovo Infoltì i ranghi. Sei chilometri al Puy-deDdme. Jimenez si portò ai bordi della strada e giocò la sua carta. L'eterno Poulidor fu lesto nella sua scia. « Poupou » si voltò, forse ebbe idea che Pingeon fosse in difficoltà. Allora frenò. Attese la Maglia gialla e, con lui, prosegui nella caccia. Janssen e Balmamion seppero resistere soltanto per qualche centinaio di metri, quindi furono staccati. Un po' che Jimenez non è più lo scalatore di un tempo, un po' che Poulidor e Pingeon in montagna si difendono con grande abilità. Sta di fatto che Jimenez prese sì del vantaggio, ma fu vantaggio di poco conto. E la situazione significava per lo spagnolo l'addio alla speranze, mentre per Pingeon era la conferma pratica dell'ormai sicura affermazione finale. Precedemmo la corsa al traguardo, a quota 1415. L'ultimo tratto del Puy-deDòme ha pendenza tremenda, l'ultima curva è a gomito, poi l'arrivo vien giudicato in cento metri di piano. Ecco Gimondi. Leva le braccia in segno di gioia. Arriva, scende di sella e sbircia indietro, a veder giungere i suoi rivali. Sbucano insieme Rabaute, un regionale francese di Limoges, che « brucia » allo sprint Jimenez. 4'50" il ritardo di Rabaute, 4'52" il ritardo di Jimenez. Poulidor è quarto a 5'15", Pingeon quinto a 5'16". Sesto Janssen a 5'39", settimo Balmamion a 6'. Aimar e Letort lamentano più netti distacchi: 6'42" Aimar, 7'04" Letort. Dall'alto del colle s'indovina nella foschia Clermont Ferrand. Si deve scendere a valle. Nell'attesa una notizia, stasera i primi cinque della classifica generale saranno sottoposti a controllo antidoping. In fretta e furia si fanno i conti. Pingeon è rimasto Maglia gialla. Ormai il Tour è suo, e se lo merita. Nella tappa di Jambes, ha avuto via lìbera. Ma, da allora, ha lottato da campione e, specie sulle montagne, il suo rendimento ha rivelato un elemento di classe, di fronte al quale bisogna fare tanto di cappello. Dietro di lui, Jimenez a l'39". Poi, nell'ordine, Letort a 5'53", Balmamion a 6'32", Aimar a 8'28" e Janssen a 9'02". Gimondi è balzato dal nono al settimo posto, il suo ritardo dal « leader » è di 10'34". Una piccola soddisfazione. Domani, penultima fatica. Una sgroppata da Clermont Ferrand a Fontainebleau, di 359 chilometri, una specie di crudele scherzo degli organizzatori all'intera carovana. Partiremo alle sette di mattina. Impossibile prevedere l'ora •di arrivo... -- Gigi Boccacini Il trionfale arrivo di Gimondi ai 1415 metri della vetta del Puy-de-Dòme (Telefoto)