L'Inghilterra teme un'altra recessione di Mario Ciriello

L'Inghilterra teme un'altra recessione L'Inghilterra teme un'altra recessione I disoccupati sono quasi mezzo milione, il numero più alto per un mese di luglio dal 1940; in inverno potrebbero salire a 700 mila - Continua la debolezza della sterlina, circondata da «indifferenza e sfiducia», mentre si riparla di svalutazione - Iniziativa di deputati laburisti contro la politica del governo (Dal nostro corrispondente) Londra, 20 luglio. Nelle, ultime ventiquattro ore, un'atmosfera di disagio, e d'inquietudine ha dominato il mondo finanziario e politico britannico. Anzitutto, — ed è considerato questo il fatto più grave — il numero dei disoccupati è sceso, ma assai meno del previsto. Il totale assomma a 496.372, 3439 meno di giugno, ma è la cifra più elevata per un mese di luglio dal 1940: e le stesse fonti ufficiali ammettono che la « tendenza » è all'ascesa. Poco dopo, la sterlina chiudeva al livello più basso dal 23 novembre 1964. Finiva la giornata a due dollari 78 cents e nove sedicesimi di cent, con un regresso rispetto a ieri di un ottavo di cent. Occorre precisare subito che l'odierna notevole discesa della sterlina non è dovuta unicamente e direttamente alle allarmanti statistiche sulla disoccupazione. Vi hanno contribuito vari fattori, che già negli ultimi giorni hanno avuto effetto negativo svila valuta britannica. 1) Sebbene — come precisano i competenti — non si possa parlare di rinnovata «pressione» sulla sterlina, esiste verso di essa diffusa « indifferenza ». Oggi, ad esempio, non si sono avute massicce vendite e, secondo il «Times», gli interventi della Banca d'Inghilterra sono stati «pressoché nulli ». Ma sono mancati acquisti. 2) Tale « indifferenza » ha assunto, in alcuni paesi, come la Francia, l'aspetto di « sfiducia ». Perché? Si teme che il premier Wilson non riesca nel suo rilancio dell'economia; si osservano la deludente produttività e la carenza di dinamismo: e, soprattutto, si riparla di svalutazione della sterlina. Wilson e il cancelliere dello Scacchiere James Collaghan hanno subito smentito tali teorie ma le loro parole non hanno persuaso tutti i dubbiosi. Ad acutizzare tali voci ha contribuito l'iniziativa presa iersera da 71 deputati laburisti della sinistra e del centro-sinistra. Hanno lanciato un « manifesto », in cui proclamano che «mai più» il governo deve ripetere la politica degli ultimi 12 mesi: ovvero « sacrificare », con una draconiana « austerity », espansione, occupazione e servizi sociali al solo fine di difendere l'« attuale valore della sterlina ». Questi 71 deputati saranno certamente sconfitti nel dibattito economico della prossima settima' na al Parlamento: ma è innegabile che, pure fra gli economisti più autorevoli e indipendenti, sale il numero di coloro, secondo i quali Londra non potrà curare i propri mali economici, e soprattutto non potrà affrontare la concorrenza del Mec, senza aver prima mutato l'attuale rapporto « dollarosterlina ». Le statistiche sulla disoc cupazione sono « preoccupanti »: lo ha ammesso lo stesso ministro del Lavoro, Ray Gunter. Il mese di luglio è usualmente il più fa vorevole, eppure il 2,1 per cento della forza di lavoro è inattivo. Dopo agosto, la situazione, salvo sorprese non potrà che peggiorare. Il Times di domani dirà: « Se l'attuale tendenza non sarà rovesciata, avremo in gen naio dai 600.000 ai 700.000 disoccupati. E, se sarà un inverno particolarmente freddo, il totale potrebbe essere più alto ». In questa generale atmo sfera d'incertezza, non solo nazionale ma internazionale, non stupisce apprendere che l'oro è salito ancora di un «penny». Stasera il suo prezzo, per oncia di fino, è 35 dollari 19 cents e tre quarti di cent. Il prezzo stabilito da Washington è di 35 dollari più le spese. Mario Ciriello

Persone citate: Ray Gunter

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Londra, Washington