Una «seconda casa» fuori della città è diventata l'ideale dei parigini di Loris Mannucci

Una «seconda casa» fuori della città è diventata l'ideale dei parigini Il piacere della campagna, dopo tanto asfalto e cemento Una «seconda casa» fuori della città è diventata l'ideale dei parigini Non c'è più una cascina libera nel raggio di cento chilometri attorno alla capitale - Prezzi tanto più alti quanto più la villetta è vicina alla città - Impiegati e operai passano la domenica facendo merenda sui prati, coltivando il giardino, dedicandosi all'orto - Il grande guaio: tornare la domenica sera, con le strade intasate dal traffico (Nostro servizio particolare) Parigi, 20 luglio. Assicurano ì sociòlogi, basandosi sulle statistiche e sulle inchieste di uffici serissimi, che nel duemila tre parigini su quattro avranno in campagna la residenza legate, ed assumerà allora il suo pieno Significato l'espressione « forzati del week- end », utilizzata dallo scrittore Henri Kubnick nel suo romanzo uscito da pochi giorni a cura delle Edizioni Hachette per designare coloro che, finito il normale lavoro settimanale, vanno nella seconda residenza e trascorrono le giornate di riposo a sistemare il giardino, seminare, piantare, raccogliere, aggeggiare, riparare, o, semplicemente coloro che si allontanano dalla città con la speranza, vana, di poter trovare in un bosco un posto tranquillo per farvi merenda e tornare poi a Parigi ben riposato. La voga della residenza secondaria, guadagna continuamente terreno. Ce ne sono già 1.300.000 e secondo un'inchiesta del ministero dell'Agricoltura più di - 70 cittadini su cento desiderano averne una, in campagna. Annualmente 80.000 francesi realizzano tale ambizione. Perciò il prezzo della «fermette », modesta cascina che i contadini hanno abbandonata per andare a lavorare in città, è salito notevolmente da un anno all'altro. Più la cascina è vicina a una zona urbana e più il prezzo è alto. Non è più possibile trovarne in un raggio di cento chilometri intorno alla capitale, e sono rare quelle tuttora disponibili vicino al Mediterraneo, o nelle zone alpestri prossime ai centri sciistici. Ogni anno, 40.000 vecchie cascine, alle volte in rovina e comperate per poche centinaia di migliaia di lire, vengono restaurate. Altrettante ne sono costruite, nuove. Chi può compera, non soltanto perché è convinto di realizzare un ottimo investimento, ma soprattutto per bisogno di evasione, per andare ogni fine di settimana a trascorrere due giorni lontano dal rumore della città, dai suoi odori, dalla sua atmosfera corrotta, e per potersi dedicare tranquillamente allo svago che attrae una quantità sempre maggiore di adepti: ti giardinaggio e l'aggeggiare. L'uomo ha l'impressione di soffocare in mezzo alle costruzioni di cemento, fredde, senza anima, e sente il bisogno di ritrovare ogni tanto le gioie sem¬ plici all'aria aperta e sana, un'attività campestre. Tale evasione è già possibile oggi, a molti, poiché tra ferie, domeniche e festività varie, ognuno dispone annualmente di 140 giorni di riposo. E si ritiene che a poco a poco si giungerà alla settimana di trenta ore ripartite in quattro giorni. Allora la residenza oggi secondaria diventerà la principale, dove molti abiteranno con la famiglia e voteranno in occasione delle elezioni. Diventerà invece residenza secondaria l'alloggetto affittato o acquistato a Parigi, dove si verrà soltanto per svolgere la propria attività professionale, prendendo i pasti nelle mense aziendali. Ogni venerdì sera si ripartirà per la campagna, per raggiungere la famiglia, e si starà laggiù fino al martedì mattino. Sarà una rivoluzione, ma i sociologi affermano che è inevitabile. Incominciano a dare l'esempio molti professori, che non hanno un orario quotidiano rigido e dispongono già da duecento a duecentotrenta giorni di riposo all'anno, su trecentosessantacinque. Fin d'ora, comunque, in attesa della settimana di quaiiro giorni, chi può si allontana da Parigi ogni fine di settimana, abbia o non abbia la residenza in campagna. « Il week-end — seri ve Henri Kubnick. era all'origine una tolleranza, una libertà generosamente concessa dal datore di lavoro, ed una ricreazione ardentemente desiderata dall'impiegato, ma poi è diventato un'istituzione sociale, cioè un obbligo, infine una moda, ossia una schiavitù. Oggi il cittadino deve andare in week-end per non perdere il proprio prestigio rispetto ai vicini, agli amici ed ai compagni di lavoro ». Di conseguenza, anche chi non ha residenza secondaria in campagna ma possiede l'automobile, invade i boschi, fa merenda sul ciglio della strada e ritorna a casa stanchissimo, anche lui, co me se avesse trascorso la giornata a curare i fiori, a potare le piante, a tagliare le erbacce; poiché il ritorno nella capitale la sera della domenica, quando occorrono un paio d'ore per fare gli ultimi venti chilometri è tut t'altro che riposante. Loris Mannucci

Persone citate: Henri Kubnick

Luoghi citati: Parigi