Misurato ritorno agli « anni trenta » con sensibilità e gusto moderni

Misurato ritorno agli « anni trenta » con sensibilità e gusto moderni LE GRANDI COLLEZIONI DI MODA ROMANE Misurato ritorno agli « anni trenta » con sensibilità e gusto moderni Prevale in tutte le creazioni una «linea morbida» che segna, addolcendole, le curve della persona - Cappotti autunnali svasati, privi di maniche; gonne asimmetriche, ampie, movimentate da pieghe - Preziosi ricami a disegno fitto (Nostro servizio particolare) Roma, 18 luglio. Snodandosi su un filo conduttore di temi corali, le collezioni di alta moda romana continuano ad offrire, giorno per giorno, immagini di donne diametralmente opposte al prototipo dell'abbronzata ragazzina yé-yé in minigonna, che si è ormai abituati ad incontrare sovente per strada. Una vera offensiva massiccia dunque, da parte dei creatori italiani, per ridare una fisionomia più femminile alla donna e per spronarla di nuovo su sentieri di vanità un po' dimenticati in quest'epoca di voga in serie e a prezzo ridotto. A questo scopo sono stati ripresi e sviluppati alcuni spunti che, a seconda dei ca¬ si, si possono ricollocare con il ricordo in un ipotetico album di fotografie di moda dall'inizio del secolo fino a una decina circa di anni fa. Ogni sarto sembra infatti avere sfogliato questa preziosa raccolta di souvenirs per attingervi il dettaglio-chiave, aderente alle sue intenzioni ed al suo gusto, e filtrarlo con la sensibilità del suo estro personale. Così sono apparsi paltoncini diritti con alti bordi pelliccia fondo, uso 1925, oppure i già descritti cappottoni da montagna o da sport lunghi fino alla caviglia, o il godet ondulato e lungo di certi abiti del '37, o qua e là addirittura qualche reminiscenza del New look che, giusto vent'anni fa, fece lo stesso scalpore degli orli cortissimi di quest'anno. Questa generale tendenze a fare scendere come una saracinesca variabile le gonne sulle gambe, sempre avvolte e nascoste agli sguardi da stivali o ghette o da calzoni alla zuava, ha contagiato come un'epidemia ogni collezione. Anche nella panoramica delle presentazioni di oggi si avverte costante tale intenzione. Carosa, per esempio, si è ispirata a uno stile tradizionale e un po' dimenticato che sembra suggerito dal corredo-tipo degli anni subito dopo il '50; per intenderci quel genere di vestitini in crespo nero o dalle neutre tìnte smorzate che riescono a non essere impegnativi, ma che, proprio per questo possono anche esser presto dimenticati: per evitare questo facile rischio li ha movimentati con tagli asimmetrici, li ha impreziositi di ricami a disegno fitto. Ma le sue indossatrici sono sfilate in passerella anche con pantaloni ampi, che sfiorano metà polpaccio, o con gonne-pantaloni che portano alla memoria gli anni del 1940, quando le biciclette erano considerate l'automobile di oggi. Umberto Baratta, sarto che è noto per l'abilità con cui costruisce la figura femminile, ha puntato la sua attenzione soprattutto sul punto di vita, ornato da alte cinture, che formano corpino e che danno spunto a gonne ampie, lunghe quasi al polpaccio, movimentate da pie ghe, sbiechi e sfondi. I suoi modelli da sera hanno un taglio diritto, cadente, e si alternano in crespi di seta . di tonalità spente (grigi, tortora, marroni) costantemente accoppiati con lunghi spolverini ricamati. Come il mercurio di un termometro in discesa, sia le gonne sia ì corpini degli abiti di Titar Rossi si sono abbassati contemporaneamente di alcuni centimetri. Molto applauditi, nello straordinario tessuto trevira 2000, i cappotti autunnali di linea svasata, privi di maniche: si infilano come « scamiciati » sopra a completi composti da una corta giacca, con spalle raglan e maniche lunghe, e da una gonna movimentata da arricciature che ne sottolineano l'ampiezza. Anche Cesare Guidi ha rinnegato ogni motivo geometrico in favore di ima linea morbida, che ingentilisce la sua donna dal bustino sottile appoggiato su gonne che accarezzano il ginocchio. Accurati e briosi i particolari: le tasche a toppa, le guarnizioni di pelliccia (con riapparizione dei dimenticati polsini), le doppie abbottonature, le redingotes, intersecate da cuciture rotondeggianti nel corpino, e poi lombate con giusta cadenza. Asimmetriche gonne a steli sovrapposti o a pannelli arrotolati in volute diagonali hanno animato i ricchi abiti da sera. Ancora corpino, minuto, vita alta segnata da impunture, da bordi applicati, da corti boleri o da sproni abbottonati per la donna inventata da Fausto Sarli. Questa raffinata creatura deve essere assolutamente superlongilinea e filiforme per sopportare il volume degli enormi cappelli di volpe nera che ne avvolgono il capo simulando quasi romantici cappucci; la generosa ampiezza dei mantelli godets (con minuscoli colletti rigidi, che ricordano il bordo svasato dei vasi da fiori). Un entusiastico applauso ha accolto infine una serie di abiti da sera, sempre scivolati, ampi, godets, con maniche lunghe a u frate », di crespo di seta in tutte le gradazioni di terra di Siena, topazio, cannella, marrone bruciato, marrone-bianco, bordati da preziosi ricami nelle stesse sfumature. s. r.

Persone citate: Fausto Sarli, Moda Romane, Umberto Baratta

Luoghi citati: Roma, Siena