«Sto in ansia per mio figlio subacqueo appassionato»

«Sto in ansia per mio figlio subacqueo appassionato» IL GIUDIZIO DEL DOTTORE «Sto in ansia per mio figlio subacqueo appassionato» « Il mare, per me, vuol dire un intero mese di ansia dedicata ai figli. Quando erano più piccoli facevo la mia trepida guardia sulla spiaggia, per sorvegliare i loro bagni. Adesso che sono più grandi — e vanno sott'acqua tutto il giorno con quella benedetta maschera da " sub " — non posso far altro che raccomandarmi e sperar bene ». (segue la firma) Il mondo subacqueo è una bella conquista dello sport e del divertimento. C'è chi, sott'acqua, va da grande esperto — con tute, respiratori, coltello e fiocina — ad esplorar fondali a decine di metri di profondità; e c'è chi va, un po' più alla buona, con maschera e pinne, a 4 o 5 metri, con le riserve naturali dei suoi polmoni e della sua gioventù. I primi sanno cosa fanno: e, la responsabilità, i rischi, li prevedono e li calcolano. Nessuno può fare uno sport così impegnativo senza prove preliminari, senza una scuola, senza una lunga esperienza ed un progressivo allenamento: e senza tener ben presente, che a certe profondità, se un incidente avviene, è quasi sempre serio. Gli altri, i ragazzi con pinne e maschere, quelli che vanno sopra e sotto, vicino alle spiagge, intorno agli scogli, non portano a casa né anfore antiche, né grossi pesci: lo fanno per divertimento, per curiosità; perché -' è bello ed emozionan te ». E lo fanno anche se sanno che ogni minuto delle loro immersioni costa ad una mamma — che mageri non sa nuotare — l'equivalente di un'ora di ansia. II rischio, in questi casi, è solo molto generico; e può essere ben neutralizzato se si osservano le regole della prudenza e del buonsenso. Come dire di no, d'altra parte, ad un ragazzo sano e sportivo che vuol guardare il mare anche dal di sotto; e che, quasi certamente, fa le cose con molta più attenzione di quanto noi pensiamo? Una vera controindicazione allo sport subacqueo esiste solo per chi è malato (o è stato malato): per i cardiopatici (anche se i loro disturbi risalgono ad anni prima), per i polmonari (asma bronchiale, postumi di tubercolosi, pneumotorace spontaneo), per i renali, per gli ipertesi, per gli ipotesi, per certi « nervosi » (claustrofobia, ansia, angoscia). Condizioni, queste, in cui, fortunatamente, non si trova un ragazzo che voglia fare dello sport. Le controindicazioni temporanee — invece — devono essere osservate: perché un'imprudenza può, allora, costare qualche penoso disturbo. E' importante non andare sott'acqua quando si soffra di malattie dell'orecchio medio; o di ostruzione nasale (anche di semplice raffreddore); o di tonsillite cronica o di bronchite; o di congiuntivite; o di colite. In ogni caso: prudenza. Non tuffiamoci mai se non siamo in compagnia di un « sub » più esperto di noi. Non andiamo sotto il mare se non siamo, sicuramente, a stomaco vuoto ed in buona forma. Non oltrepassiasiamo il limite dei 4-5 metri di profondità. Evitiamo le acque troppo fredde: o la immersione immediatamente dopo una lunga esposizione al sole. il dottor X