Tragica fine sul Bianco di due guide di Chamonix

Tragica fine sul Bianco di due guide di Chamonix Tragica fine sul Bianco di due guide di Chamonix Scalavano la parete nord dell'Aiguille du Midi - Sono caduti da uno sperone precipitando per 100 metri - Avevano 28 e 23 anni - I corpi trovati da alpinisti inglesi (Dal nostro inviato speciale) Chamonix, 15 luglio. Due guide francesi sono morte sulla parete Nord dell'Aiguille du Midi, dopo essere precipitate per oltre cento metri dallo sperone Prendo, la via più diffìcile della cima, stazione di testa della « funivia dei ghiacciai ». Le vittime sono Paul Leduc, di 28 anni, originario di un paesino dei Vosgi e padre di quattro bimbi, e il ventitreenne Gilles Pillas. Martedì scorso il Pillas era partito verso l'Aiguille du Midi per compiere l'ascensione della parete Nord, via sperone Frendo: Leduc aveva accettato di accompagnarlo. A sera le due guide segnalarono sul registro della Scuola nazionale di alpinismo la loro partenza e la loro destinazione. Il mercoledì mattina, alle 7, presero la prima funivia e salirono all'Aiguille du Pian. Poco più tardi affrontarono le prime balze rocciose e le prime difficoltà: lo sperone Frendo, visibile da Chamonix, unisce l'Aiguille du Pian a quella di Midi ed è quasi parallelo al percorso della funivia. La sera di mercoledì le guide non erano ancora uscite in vetta all'Aiguille du Midi. A Chamonix. nessuno si preoccupò della loro assenza: « Saranno rimasti in montagna », si pensò. Il tempo era splendido ed invitava ad altre ascensioni. Ieri mattina la tragedia è stata scoperta: alcune guide di Chamonix hanno incontrato, poco sopra l'Aiguille du Pian, due alpinisti inglesi che scendevano a precipizio dalla montagna scossi dall'emozione: « Abbiamo visto due salme alla base dello sperone Frendo ». Quando le guide sono arrivate sul posto hanno stentato a riconoscere in uno dei due alpinisti, orrendamente sfigurati, l'amico Leduc, che essi conoscevano molto bene. Un elicottero, levatosi in volo, è giunto alla base dell'Aiguille per effettuare il recupero. L'inchiesta per appurare le cause della sciagura, ha rile- vat0 che gli orologi delle vit- Urne erano fermi sulle 8,10, ciò che permette di stabilire cfle non avevano potuto fare che solì centocinquanta me- tri al massimo della parete. IL'ipotesi è convalidata anche dal fatto che le guide avevano ancora i ramponi nel sacco e le corde fissate allo zaino: i due erano legati soltanto da una funicella di tre metri. Probabilmente erano precipitati mentre, su un terrazzino, stavano preparandosi alla parte più difficile dell'ascensione: forse erano stati colpiti da una frana di pietre, che li aveva spazzati via. Oggi, a Chamonix, si sono svolti i funerali delle due guide: erano presenti oltre un migliaio di persone, la moglie del Leduc (ch'è figlia della guida Ravanel, di Chamonix) e altri familiari. Alla Scuola di alpinismo di Chamonix è giunto un telegramma dalla fidanzata del Pillas, hostess dell'« Air France» e che sì trova in Estremo Oriente per servizio: « Finalmente domenica staremo insieme — dice il telegramma, — ottenuta licenza quindici giorni, possiamo anche sposarci. Annelise ». Un telegramma che è rimasto senza risposta. Altri incidenti di montagna sono segnalati sul versanti francese del Monte Bianco. Al Grand Capucin. un doganiere svizzero dì 29 anni Mailer Boren, di Basilea, si è fratturato un femore per essere scivolato per cento metri nel canalone centrale. Da segnalare, inoltre, che al Bravant, la montagna alle spalle di Chamonix, è stato trovato il corpo di un uomo in avanzato stato di decomposizione. Nella zona sparirono nel 1957 un abate francese, nel 1965 un alpinista belga. Tutti però sono propensi a creder» che si tratti del fisico francese Gerard Flammand, professore al Centro di ricerche di Parigi, scomparso misteriosamente nel febbraio di quest'anno a Chamonix mentre frequentava un semina' rio scientifico a St-Nicolat de Verace. \. v.

Persone citate: Frendo, Gilles Pillas, Leduc, Mailer, Paul Leduc, Ravanel

Luoghi citati: Basilea, Chamonix, Estremo Oriente, Parigi, Pian