Ridotta a 30 anni la pena al giovane che uccise il padre dell'innamorata

Ridotta a 30 anni la pena al giovane che uccise il padre dell'innamorata Lo sentenza alla Corte d'Assise di Genova Ridotta a 30 anni la pena al giovane che uccise il padre dell'innamorata I giudici d'Imperia lo avevano condannato all'ergastolo - Il delitto a Diano Marina nel febbraio 1964 - L'imputato (28 anni) venne arrestato solo sette mesi fa - Aveva sul capo una taglia di cinque milioni (Dal nostro corrispondente) Genova. 13 luglio. (f. d.) La Corte d'Assise di Appello di Genova ha ridotto a 30 anni di reclusione la pena dell'ergastolo inflitta nel maggio scorso dalla Corte di Assise di Imperia ad Antonio i Mancuso, il calabrese di 28 anni nato a Limbaldi (Catan zaro) che il 3 febbraio 1964 a Diano Marina, uccise il padre dell'innamorata che lo aveva respinto, Salvatore Fusca, di 40 anni. Subito dopo aver compiuto il delitto, il giovane era riuscito a far perdere le proprie tracce. Era stato arrestato soltanto sette mesi fa, al suo paese d'origine, dopo che era stata posta sul suo capo una taglia di cinque milioni. Antonio Mancuso si era invaghito della figlia di Salvatore Fusca, Rosina, di 18 anni, anch'egli immigrato a Diano Marina. « Mia figlia non è roba per te », gli aveva detto un giorno Salvatore Fusca. I rapporti tra i due uomini erano diventati tesi, ma Antonio Mancuso non aveva cessato di corteggiare la giovane. Un giorno, la ragazza, che voleva sottrarsi alle sue galanterie, fu ferita dallo spasimante alla mano destra con un coltello. « E' stata una disgrazia — disse Antonio Mancuso. — Non volevo farle del male ». Fu denunciato ai carabinieri, ma poi Salvatore Fusco e sua figlia ritirarono l'accusa. Questa circostanza fece forse sperare ad Antonio Mancuso che erano venuti tempi più favorevoli per i suoi progetti amorosi. Così, la mattina del 3 febbraio '64, davanti alla stazione di Diano Marina, incontrando Salvatore Fusca gli chiese: « Allora, ti sei deciso? Mi lasci sposare tua figlia? ». La risposta fu un secco e sprezzante no. Il Mancuso non disse una parola estrasse di tasca la pistola e sparò tre colpi a bruciapelo. I giudici della Corte d'Assise di Imperia, in assenza dell'imputato, ritennero premeditato il delitto e gli inflissero la condanna all'ergastolo. La Corte d'Assise d'Appello, dopo le arringhe dei difensori, avvocati Luca Ciurlo e Pietro Muscolo, ha ridotto invece la pena a 30 anni, derubricando il delitto in omicidio volontario e concedendo le attenuanti generiche. La sentenza è stata emessa alle 15 di oggi, dopo cinque ore di riunione in camera di consiglio. Antonio Mancuso, 28 anni. La pena gli è stata ridotta dall'ergastolo a trent'anni di reclusione (Telefoto)