Da 13 anni immobile nel letto studia per diventare ragioniere

Da 13 anni immobile nel letto studia per diventare ragioniere I7xi grande invaUtio di Villa il osso la Da 13 anni immobile nel letto studia per diventare ragioniere E' un quarantatreenne, sposato e padre di un ragazzo di 14 anni - Ha già dato gli esami scritti - Ora l'attende la prova orale - Nei giorni scorsi gli ha fatto visita il ministro Scalfaro (Dal nostro corrispondente) Villadossola, 13 luglio. Pietro Ravandoni, ini grande invalido del lavoro quarantatreenne, 'immobilizzato in un letto da 13 anni, a seguito di un grave infortunio, ha studiato da solo e sta dando gli esami per conseguire il diploma di ragioniere. Il 24 maggio 1954, Pietro Ravandoni era al suo posto di lavoro nello stabilimento Pietro Maria Ceretti. In fonderia si spezza il cavo di una gru e il pesante cassone gli piomba addosso, gli rompe la spina dorsale. Non ha che trent'anni; è sposato da due anni con Gemma Zampaglia ed ha un figlio di sei mesi, Carlo. Sembra non debba sopravvivere, ma i medici compiono un miracolo. Purtroppo rimarrà paralizzato e la sua vita dovrà svolgersi tra il letto e una sedia a rotelle. Oggi siamo andati a trovarlo, accompagnati da don Camillo Nobili (che in tutti questi anni è stato il suo consigliere) nella sua casa di Via Manzoni 12 a "Villadossola. « I primi anni sono stati I terribili — dice — mi era stata assegnata una buona pensione, ma il mio non era un disagio economico, era morale. Costretto all'immobilità, senza poter far niente, ho cominciato a leggere qualsiasi cosa mi portassero. Ma volevo rendermi utile in qualche mòdo, fare un lavoro compatibile con la mia immobilità. Un lavoro da poter fare in casa ». Fu allora che qualcuno gli suggerì di tenere la contabilità per qualche piccola azienda artigiana della zona. « Come si fa — rispose il grande invalido del lavoro — con la sola licenza elementare? ». « Perché non studi? », gli suggerì don Nobili e così Pietro Ravandoni cominciò a leggere libri di scuola e a studiare con puntigliosa serietà. Quattro anni fa si presentò a Verbania per sostenere l'esame di ammissione alla seconda ragioneria. Superata brillantemente la prova, ogni anno si presentò all'esame per il corso superiore e ora è giunto alla prova finale. « Come sono andati gli scritti? », gli domandiamo. « Abbastanza bene — risponde — anche se non proprio come volevo ». Lunedì il fratello Alberto lo porterà a Domodossola per le prove orali. Gli chiediamo qualche opinione sui compagni d'esami. Sorride: « Sui banchi mi considerano uno di loro, scherzano con me e mi sento veramente a mio agio ». Suo figlio Carlo è ormai un giovanotto: ha superato gli esami della terza media e il prossimo anno si iscriverà ai corsi di ragioneria. E' giustamente orgoglioso del suo papà. « Con un papà come il mio — dice — studiare è facile; lui è molto più bravo di me e mi insegna ». Nei giorni scorsi 11 ministro Scalfaro, passando per Villadossola, venuto a conoscenza del « singolare caso » Ravandoni, gli ha fatto visita in compagnia del prefetto di Novara dott. Villa. Poco dopo, in un discorso ai donatori di sangue italiani, francesi e belgi riuniti a convegno, il ministro additava ad esempio la figura del grande invalido del lavoro. —t Il grande invalido del lavoro Pietro Ravandoni, di 43 anni, con la moglie nella sua casa a Villadossola

Luoghi citati: Domodossola, Novara, Verbania, Villadossola