Morti tredici soldati in un camion precipitato sulla spiaggia a Bergeggi

Morti tredici soldati in un camion precipitato sulla spiaggia a Bergeggi Terrificante sciagura ieri pomeriggio presso Savona Morti tredici soldati in un camion precipitato sulla spiaggia a Bergeggi Altri venti feriti - Tre degli uccisi sono torinesi - Il veicolo era diretto sulle colline di Noli per domare un incendio: alla guida c'era un vigile del fuoco - Ha sbandato in curva e, dopo avere urtato di striscio due vetture e sfondato il parapetto di protezione, è piombato sulla spiaggia con un salto di otto metri - Terrore fra i bagnanti poco lontani (Dal nostro inviato speciale) Savona, 13 luglio. Un autocarro dei pompieri, carico di militari di leva che accorrevano a spegnere un grosso incendio, è precipitato dalla via Aurelia su una breve spiaggia sassosa di Bergeggi: tredici morti, tutti ragazzi sui vent'anni, e una ventina di feriti costituiscono il tragico bilancio. Una di quelle disgrazie che al momento nessuno sa spiegare e che assumono proporzioni così crudeli da lasciare senza flato. Per tutta la sera una gran folla ha osservato in silenzio le macchie di sangue rimaste su uno scoglio, per metà lambito dal mare, e la carcassa dell'autocarro, circondata da altre chiazze scure sulla sabbia. Erano le 14,45. L'autocarro, un grosso « 639 Diesel », scoperto e dipinto di rosso, targato « VF 5616 », era pilotato da Andrea Prota, un vìgile del fuoco della caserma di Savona; a bordo c'erano il sottotenente Gianfranco Innocenti del « Centro Addestramento Reclute» di SavonaLegino e una trentina di ragazzi in servizio di leva che erano stati scelti per sostituire altri militari impegnati da questa mattina a spegnere un incendio sulle colline di Noli. Arrivato, dopo il breve rettifilo di Bergeggi, alla modesta curva che precede il grande tornante in salita verso Torre del Mare, l'autocarro ha iniziato un sorpasso, del tutto regolare fin quel punto dell'Aurelia può sorpassare chi proviene da Savona). La velocità non era eccessiva, secondo testimonianze però vaghe, raccolte dai primi carabinieri e agenti della « Stradale » accorsi nel giro di pochi minuti. Qualcosa dì inspiegabile ha fatto perdere all'autista il controllo dell'autocarro, che è passato sull'altra corsia, urtando leggermente una « 1100 » proveniente dalla parte dì Torre del Mare. Uno sbandamento e ancora un urto di striscio contro una seconda « 1100 ». che por tava due venditrici ambulan-' ti di Savona. Maria Ferro e Angela Negro. Dopo una breve corsa sul ciglio della strada, compiuta^ abbattendo la ringhiera per una ventina di metri, l'autocairo è piombato nel vuoto. In quel puntò l'Aurelia è stata allargata e il muro di sostegno è nettamente verticale, in cemento, alto setteotto metri. Nel salto la cabina si è aperta e l'autista Pro¬ ta è volato fuori. Dalla parte opposta è accaduto altrettanto al sottotenente Innocenti, finito sulla sabbia accanto a una barca da pesca in secco. Il camion, con il suo carico di soldati, è caduto sulla spiaggia battendo col muso, ha fatto una giravolta completa, è ricaduto vll'indietro e si è infine fermato sul fianco destro. Tre dei giovani soldati erano morti sul colpo, ai piedi del muro. Uno solo, forse riuscito prodigiosamente a spiccare un salto, era del tutto incolume ma stordito. Una decina erano moribondi: poche ore dopo il trasporto all'ospedale di Savona i morti salivano a tredici. «Tutti ragazzi di vent'anni » ripete la gente con pietà. Erano arrivati da quindici giorni a Legino, una frazione di Savona, per cominciare il servizio di leva col consueto periodo di addestramento. Appartenevano al 4" battaglione dell'89" reggimento di fanteria, che avrebbero raggiunto a Imperia dopo l'istruzione al « Car » savonese. Li avevano visti passare da Vado, pochi minuti prima della disgrazia: in tute mimetiche, seduti su due file, cantavano dall'autocarro aperto, salutando, come fanno tutti i ragazzi di quella età, anche se prevedevano la grossa fatica di vigili del fuoco improvvisati nei boschi dì Noli. A Bergeggi passarono a velocità moderata davanti al piccolo albergo « Anghelito ». Poi l'au¬ tocarro rosso accelerò sulla breve dirittura e dopo una lieve curva a destra piegò verso il mare, improvvisamente, precipitando. Il primo allarme è stato dato dal maresciallo Castellotti della capitaneria di Porto Vado che si trovava sul faro a quattrocento metri dal luogo della sciagura. Ha te- lefonato ai carabinieri, ai vigili del fuoco, alla Croce Rossa e alla Croce Bianca. Un automobilista è corso verso Noli e si è imbattuto in una « Giulia » dei carabinieri in servizio di perlustrazione, che è accorsa a tutta velocità. « Ci siamo trovati di fronte — racconta il brigadiere comandante la pattuglia — ad uno spettacolo spaventoso. La piccola spiaggia sembrava un campo di battaglia. Attorno alla carcassa del camion, rovesciato su un fianco, erano disseminati i corpi dei soldati. Si levavano grida strazianti, implorazioni alla mamma ». Centinaia di macchine si sono fermate sulla via Aurelia, una folla muta si è assiepata lungo la ringhiera e contempla costernata questo spettacolo. Nessuno ha il coraggio di scendere la scaletta che porta alla spiaggia. Sembra che tutti siano paralizzati dall'angoscia. Soltanto alcuni autisti delle corriere di linea della Sita si sono avventurati tra i corpi straziati, tentano di portare i primi soccorsi. Ma non si sa da che parte incominciare. Uno soltanto dei soldati è riuscito a mettersi in piedi e vaga come impazzito tra i corpi dei commilitoni, le mani tra i capelli. Ripete: « Mio Dio, mio Dio », come un automa. Racconta il brigadiere dei carabinieri: « Ho visto sulle spalline di uno dei caduti i gradi di sottotenente, mi sono inginocchiato presso di lui. Era ferito al capo, intontito. Doveva avere battuto contro le sponde di una barca in secco che lo sovrastava ». Sulla spiaggia c'erano anche parecchie decine di bagnanti, ma fortunatamente per loro il camion è piombato al limite destro della breve mezzaluna di sabbia, in una zona in cui grossi macigni sono stati ammonticchiati contro la scogliera. E' stato il motivo principale per cui tanti soldati sono morti. Dice il brigadiere: « E' difficile immaginare quel che sarebbe potuto accadere se il camion fosse precipitato una ventina di metri prima. Forse avrebbe massacrato donne e bambini che stavano prendendo il bagno. Invece, così, sono stati i soldati a morire. Se fosse caduto sulla sabbia morbida, molti avrebbero potuto salvarsi. Ma sono stati scaraventati sui sassi. ». In pochi minuti sul luogo della sciagura si fermano ululando decine di ambulanze. Arrivano da Vado, Savona, Spotorno, Noli. Si caricano i primi feriti che i carabinieri e gli autisti della Sita hanno trasportato a spalle, sulla riirida scala di cemento, fino alla strada. Poi i barellieri scendono sulla spiaggia, raccolgono i corpi doloranti. Tre soldati sono morti sul colpo: due sono stati sbalzati sulla scogliera, il terzo contro un verricello metallico ai piedi Giorgio Martinat Il camion dei vigili del fuoco giace rovesciato su un fianco dopo il tragico incidente in cui sono morti tredici militari. Fortunatamente il tratto di scogliera dov'è precipitato l'autocarro era deserto (Telefoto « Ansa ») (Vedere a pagina 5 altre fotografie e notizie) Ormea La freccia indica il punto della Via Aurelia dove è avvenuta la tremenda sciagura

Persone citate: Andrea Prota, Angela Negro, Aurelia, Castellotti, Giorgio Martinat, Maria Ferro, Sita