Ore di angoscia in due paesini del Biellese per la sorte di 50 famiglie emigrate in Congo di Remo Lugli

Ore di angoscia in due paesini del Biellese per la sorte di 50 famiglie emigrate in Congo A Brusnengo e a Roasio tutti hanno parenti in Africa Ore di angoscia in due paesini del Biellese per la sorte di 50 famiglie emigrate in Congo Un impresario edile e la moglie dovevano rientrare in Italia il 6 luglio con l'aereo: non sono arrivati - Il figlio sedicenne, che li attende qui, non si muove da casa nella speranza che i genitori diano notizie per telefono - Due coniugi hanno fatto in tempo a rimpatriare prima dei disordini - Dicono: « Per i giovani bianchi non c'è avvenire, laggiù. Cosi siamo venuti via e abbiamo potuto portare soltanto 180 mila lire a testa » (Dal nostro inviato speciale) Biella. 12 luglio. Ore di ansia e di angoscia nella zona di Brusnengo, nel Biellese, per le notizie che giornali e radio riportano dal Congo. Si parla di bianchi mangiati dai negri, di razzie, di rappresaglie: europei presi come ostaggi dai mercenari e truppe regolari che si abbandonano ad atroci barbarie. Non c'è famiglia, qui a Brusnengo e nei paesi vicini, che non abbia un congiunto, un parente o almeno un amico \ nel Congo. L'emigrazione, so-' prattutto da Brusnengo, è incominciata nel ISSO, verso l'Africa, l'Australia. l'America. Adesso Brusnengo conta 1S00 abitanti, ma almeno duemila sono fuori d'Italia, per il mondo. Se si considerano anche i figli e i nipoti di quelli che emigrarono per primi e che già sono morti, si arriva a quattro o cinque mila persone. In paese amano dire che New York è una frazione di Brusnengo, perché nella grande città americana ci sono più di 500 brusnenghesi. Questo fenomeno migratorio ha dato vita a un mensile, « La voce di Brusnengo », che viene redatto qui dalla signora Nina Talocchino e mandato a quasi duemila abbonati sparsi per il mondo. La Talocchino è stata anche lei emigrante, dal 1935 al 1951, nel Mozambico. Nel Katanga ci sono attualmente .forse una cinquantina di famiglie'di Brusnengo e di Roasio. Prima del luglio 1960, l'epoca d'inizio delle tragiche vicende che ancora travagliano il Paese, erano in numero molto maggiore. Alcune sono rimpatriate, altre sono emigrate in Sud Africa, nel Burundi, nell'Angola o altrove. I coniugi Delmo e Luciana Fangazio. ad esempio. Dovevano giungere in aereo a Roma il 6 luglio scorso, provenienti da Kipuscì, una città poco distante da Lumumbasci (l'ex Elisabethville). Non sono arrivati. Qui, presso ì nonni, c'è il loro figlio sedicenne, Pier Giovanni, che è rim patriato nel 1962. Assieme agli altri congiunti vive ore ! di trepidazione. Non hanno più ricevuto né telegrammi né lettere. Non si muovono dì casa con la speranza di sentire bussare il postino o il messo dei telefoni per una chiamata dall'aeroporto di Roma. Delmo Fangazio è un perito edile che lavora per conto deH'Union Minière. Giovanni Borra è un altro di quelli che sono in attesa. Ha vissuto nel Katanga per 32 anni, come geologo alle dipendenze dell'Union Minière, ed è rimpatriato nel 1959. Adesso aspetta di ritorno il figlio Luciano di 43 anni e la nuora Carla Nobile. Luciano è dal 194S che lavora anche lui come geologo a Kipuscì. j L'ultima sua lettera è stata scritta il 26 giugno, quando ancora tutto era tranquillo: diceva che aveva fissato i posti sull'aereo U 27 luglio per la moglie e il 17 agosto per sé. « Riusciranno a tornare come era nel programma? » si chiede ansiosamente Giovanni Borra. I brusnenghesi che si trovar no nel Katanga lavorano con i'Union Minière oppure si dedicano all'attività edilizia o ai lavori nelle cave. C'è gente che ha fatto fortuna. « Beati quelli che hanno saputo staccarsi dall'Africa e venir via in tempo » dice il signor Gnotta. gestore di un bar. Lui è in attesa del fratello. Pietro di 57 anni, che è nel Katanga dal 1928. Aggiunge: « Ha voluto restare fin adesso e ora torna, se riesce a tornare, lasciando tutto là. Ha due case, ma anche se trovasse qualcuno che le compera, non potrebbe portar via il denaro. Possono mandare in Italia soltanto piccole somme coloro che. attraverso lo stato di famiglia, dimostrano di avere qui, a loro carico, qualche familiare ». C'è anche chi ha tatto in tempo a rimpatriare qualche ora prima dei disordini: i coniugi Annibale Bologno di 43 anni e Luigina Mazzon. Hanno due figli. Germana di 16 anni e Giampiero di 13. Sono arrivati in Italia il 25 giugno ed ora abitano a Caraceto, una frazione di Bru snengo. « Eccoci qui per la terza volta a ricominciare la nostra vita da zero » dice Annibale Bologno. La sua storia può essere la storia di tanti altri emigranti. E' nato nel Congo perché suo padre era già partito da Brusnen go nel 1913. Nel 1930, alla morte del genitore, è rimpa triato, ha fatto la guerra: poi, nel 1948, quando era già fidanzato con Luigina, s'è lasciato prendere dalla nostalgia dell'Africa ed è ripartito. Si è sposato per procura, poi anche la moglie lo ha raggiunto. Racconta Annibale Bologno: « Ho incominciato a lavorare in miniera. Nel '59, con i risparmi così faticosamente raggranellati, ho com¬ prato un autocarro e mi sono messo a trasportare cotone poi ne ho comperato un altro e ho anche messo su un negozio per mia moglie. Ma nel luglio 1960, con i primi disordini, ho perduto tutto saccheggiato il negozio, rubati i camion. Il primo settembre, due giorni prima che chiudessero l'aeroporto di Manono, mia moglie è riuscita a rimpatriare. Io sono rimasto ad affrontare il rischio e lei è poi tornata nel 1961 Abbiamo ricominciato da capo, con un negozio di alimentari. Ma ormai non ce la facevamo più, c'era aria sempre troppo tesa, se un negro entrava nella bottega e c'erano già cinque bianchi ad aspettare, voleva essere servito per primo, altrimenti diceva che lo trattavamo male per via della sua pelle, biso gnava accontentarlo. Tuttavia non siamo rimpatriati soltanto per questo: c'era il prò blema dei figli: per i giovani bianchi, secondo noi, non vi è futuro in Congo. Così siamo venuti via, potendo portare con noi un massimo di 180 mila lire a testa». Remo Lugli 1- ! j Giovanni boria, di Brusnengo, aspetta notizie dal figlio Luciano e dalla nuora che sono nel Katanga

Persone citate: Annibale Bologno, Carla Nobile, Fangazio, Giovanni Borra, Luciana Fangazio, Mazzon, Nina Talocchino, Pier Giovanni