Rinviato il processo per concussione contro il medico provinciale di Cuneo

Rinviato il processo per concussione contro il medico provinciale di Cuneo Nell'aula gremita di amici e colleglli del sanitario Rinviato il processo per concussione contro il medico provinciale di Cuneo Deciso dal Tribunale di Mondovì - Gli atti della causa (che riguardano anche episodi avvenuti a Saluzzo, Savigliano, Bra, Ceva, Alba) saranno raccolti in un solo fascicolo e trasmessi ai giudici di Cuneo - L'istanza è stata accolta con soddisfazione dal pubblico (Dal nostro inviato speciale) Mondovì, 12 luglio. Il medico provinciale di Cuneo, dott. Vincenzo Labombarda, è comparso stamane davanti al Tribunale di Mondovì per rispondere di concussione e interesse privato in atti d'ufficio: dopo l'udienza, durata tutta la mattinata, i giudici hanno accolto l'istanza della difesa, rinviando gli atti della causa, per competenza territoriale, al Tribunale di Cuneo. I fatti che hanno dato origine al processo sono stati narrati ampiamente il mese scorso ed hanno suscitato viva impressione in tutta la provincia dove il dott. Labombarda è conosciuto e stimato per la sua attività che, in più occasioni, lo ha portato a prendere iniziative coraggiose e tempestive in difesa della salute pubblica. Negli ultimi due anni l'ufficio del medico provinciale doveva valersi di un'archivista e di una dattilografa, le signore Giovanna Rollino ved. Tardito e Germana Della Torre in Ficini, per smaltire sollecitamente le pratiche che interessano gli ospedali del Cuneese. Non avendo fondi sufficienti per corrispondere gli stipendi, il dott. Labombarda ottenne dai nosocomi di Mondovì e Ceva un contributo di 130 mila lire annue. Rimesse di fondi di questo genere, dagli ospedali al medico provinciale, non sono previste dalla legge e, scoperte durante un'ispezione compiuta a Mondovì, costituiscono il primo capo d'accusa. La seconda imputazione si riferisce all'incarico di svolgere alcuni atti di natura amministrativa presso gli ospedali di Mondovì, Bene Vagienna e Carrù, affidato a un funzionario in pensione, il rag. Paolo Ventura. Il medico provinciale avrebbe domi- to affidare l'incarico a suoi funzionari, ma non ne disponeva e incaricò il rag. Ventura dandogli un compenso di 81.250 lire. Per questi fatti il giudice istruttore, dott. Giancarlo Allegri, rinviava a giudizio il dott. Labombarda. La notorietà del medico provinciale ha fatto accorrere a Mondovì — da molti centri della provincia — gruppi di medici, farmacisti, sanitari ospedalieri, veterinari, ostetriche e amici del dott. Labombarda: il recinto del pubblico, nell'aula del tribunale, era gremito. Presiedeva il dott. Bruno Di Clarafond, assistito dai giudici Rossi e Cornino; cancelliere Arnoldì. Aperta l'udienza, il difensore del dott. Labombarda, avv. Giorgio Delgrosso, di Torino, illustra l'istanza già presentata per ottenere il rinvio del processo a Cuneo. Egli osserva che ì fatti attribuiti al medico provinciale non sono soltanto quelli circoscritti nella competenza territoriale di Mondovì. Lo stesso atto di accusa precisa che ai primi di giugno del 1965 il medico provinciale chiese a sette ospedali di ter¬ za categoria (Alba, Bra, Ceva, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano) di contribuire con un versamento annuale dì 130 mila lire alla retribuzione delle due impiegate. Se ora si giudicassero soltanto i fatti che sono di competenza di Mondovì, non solo non si avrebbe una visione complessiva di tutto l'episodio, ma il dott. Labombarda rischierebbe di essere chiamato in seguito a presentarsi davanti ad altri tribunali della provincia per i fatti di loro competenza. Tutte le imputazioni devono essere unite in un solo processo e giudicate in una sola volta. Inoltre VII gennaio 1967 è accaduto l'ultimo fatto legato alla vicenda, ed è accaduto a Cuneo: l'economo Beccaria, dell'ospedale di Fossano, ha effettuato il versamento di 70 mila lire presso l'ufficio del medico provinciale. Su questi due elementi e con un'ampia esposizione dì motivi giuridici, l'avv. Deigrosso sostiene che, secondo la legge, gli atti del processo devono essere trasmessi per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Cuneo. Il pubblico ministero dottor Zolla Cannonerò è d'accordo in alcuni punti sulle argomentazioni del difensore. Egli ha mandato in visione gli atti agli altri tribunali della provincia ma, intanto, ritiene che il giudizio possa essere tenuto a Mondovì. - Il Tribunale si ritira. Verso mezzogiorno, rientrando in aula, il presidente annuncia che l'istanza del difensore è accolta: gli atti saranno trasmessi al presidente del Tribunale di Cuneo. Le sue parole sono accolte con soddisfazione dal pubblico, sp eie da un folto gruppo femminile dal quale s'alza qualche voce squillante. Il presidente interviene e impone U silenzio, e. d. Il medico provinciale di Cuneo dottor Vincenzo Labombarda, con un avvocato ieri a Mondovì