Gimondi sventa un attacco di Aimar Vince Samyn, immutata la classifica
Gimondi sventa un attacco di Aimar Vince Samyn, immutata la classifica TOUR: SUCCESSO DI UN FRANCESE SUL TRAGUARDO DI DIONE Gimondi sventa un attacco di Aimar Vince Samyn, immutata la classifica Il vincitore (21 anni) è il più giovane ciclista in gara - Ha battuto in volata Foucher, Schutz e Chappe - Quest'ultimo, in fuga da solo per oltre 160 km, è stato raggiunto in prossimità dell'arrivo - Coraggioso tentativo di Aimar a 100 km da Digne, bella reazione di Gimondi - Oggi traguardo a Marsiglia (Dal nostro inviato speciale) Digne, 11 luglio. Da Briancon a Digne, seconda tappa delle Alpi. Nessun cambiamento di rilievo in classifica generale. L'oppressione di un caldo improvviso, che ci aiuta a ricordare che siamo nel Sud. Tre francesi alla ribalta, Samyn, Chappe ed Aimar. Samyn si è imposto al traguardo, battendo, con una lunga volata, Foucher, Schutz e Chappe. E' un ragazzino furbo ed allegro. Abita in Belgio, dove è nato 21 anni fa, da padre francese e da madre belga. Ha un titolo di merito, quello di essere il più giovane professionista francese e, proprio da oggi, anche il più giovane dei concorrenti del Tour. Lo superava a questo riguardo Van Neste, ma il belga si è ritirato per le conseguenze di una caduta e Samyn è diventato così il « beniamino » di tutti. Caratteristiche? Un naso un tantino fuori dell'ordinario, che tra qualche mese verrà rimesso per dritto grazie ad un lieve intervento chirurgico. Si tratta di un ricordo dell'infanzia. Una sorellina che lo afferra per i piedi e che, distratta, lo fa ruzzolare sul pavimento. E il naso del bimbo ne esce conciato per le feste. Samyn è anche modesto. Subito dopo la vittoria, ha dichiarato che il merito dell'affermazione toccava all'ottanta per cento al suo compagno di squadra Chappe. In effetti, Chappe, è stato l'eroe della giornata. Marsigliese puro sangue, ha sentito l'aria di casa e si è messo in fuga a Guillestre, vale a dire al 33" chilometro di corsa. Da solo ha scalato il Col de Vars, da solo si è arrampicato sulle dure rampe del Col d'Allos ed è arrivato ad avere un vantaggio di circa 14 minuti. A questo punto, sono intervenuti tre fattori. Primo: Chappe, logicamente, ha cominciato ad accusare il peso della fatica; secondo: i francesi della « Nazionale » si sono accorti che il protagonista della fuga lamentava in classifica generale un ritardo di soli 16'51" ed il suo ten-1 tativo prendeva ad essere pericoloso; terzo fattore, il più importante: è venuto alla ribalta Lucien Aimar, con un tentativo del quale, ad essere sinceri, ben pochi hanno capito i veri intenti. Si era dunque a sei chilometri dalla vetta dell'Allos. quando Aimar, dopo avere parlottato con Poulidor e con Pingeon, partiva di scatto Gimondi se ne accorgeva, ma non reagiva. Mancavano cento chilometri al traguardo, quale obiettivo si proponeva il francese? Aimar forzava il ritmo. Transitava in cima a 8'45" da Chappe, precedendo di un minuto e 5" Mariano Diaz e di 2'55" il gruppo. In discesa, Aimar metteva a profitto le sue doti di amante del rischio. Il distacco da Chappe calava a 7'40", il vantaggio sul plotone cresceva a quasi 4 minuti. Mariano Diaz si portava su di lui, i chilometri da percorrere erano ancora un'ottantina almeno. Insistere o rassegnarsi? Dietro, intanto, Gimondi era partito al contrattacco, con tutta la squadra, e gli davano una mano 1 « Primavera » — che difendevano Balinamion — e alcune altre squadre. Aimar teneva duro per un po'. Ma c'era vento con trario, e l'apporto di Diaz non era troppo robusto, ed il sole sferzava implacabile la schiena. Un po' lo slancio di Gimondi, un po' la decisione da parte di Aimir di non fiaccarsi le energie oltre misura; un po' una cosa, un po' l'altra: ed andava a finire che il francese e lo spagnolo, al chilometro 157, venivano riacciuffati. Al comando, nel frattempo, era rimasto Chappe. Il gruppo era a sette minuti. Un briciolo di agitazione per un allungo di Gimondi e di Pingeon riduceva lo svantaggio a 5 minuti. Chappe ciondolava, piegato dallo sforzo. Dal plotone uscivano Samyn, Foucher e Schutz, i tre piombavano sull'esausto battistrada quando Digne ormai era in vista. Volata a quattro Samyn rompeva gli indugi ai 200 metri e trionfava con il sorriso sulle labbra. Ad una quarantina di secondi Van Seni» e Grain, a circa un minuto e mezzo il resto della compagnia regolato allo sprint da Godefroot. asnsnpcdcpmnF Tutto come prima, per la classifica generale. Con un in terrogativo sull'azione di Aimar. A cosa mirava, il francese? L'interessato ha detto: «Oggi, sull'Atos, c'era un caldo opprimente e ho avu to l'impressione che molti dei rivali fossero stanchissi mi. Ho tentato di fare qual cosa, ho tentato di agitare le acque. Ma l'arrivo era eccessivamente distante. A continuare sino al traguardo, forse avrei conquistato un minuto. Non ne valeva la pena». Ma, se non ne valeva la pena, perché Aimar ha attaccato così presto? La domanda è senza risposta. C'è da credere che la vittoriosa impresa realizzata ieri da Gimondi e da Jimenez abbia non poco scombussolato i piani della « Nazionale » di Francia. Poulidor, ormai, è fuori dal gioco per il primato e dovrà limitarsi a qualche accademico successo di tappa. La squadra bianco-rosso-blu si trova in tal modo a puntare su Aimar ed oggi, forse, ha cercato l'episodio a sorpresa, l'episodio che non si sa mai come può andare a finire. Aimar non ha nascosto i suoi propositi, attaccherà ancora dopodomani sul Ven- toux, che, se continua quest'afa, sarà davvero terrificante. E l'intera « Nazionale » di Francia promette qualcosa anche per domani, sui 207 chilometri della Digne-Marsiglia, con taluni saliscendi e un colle di quarta categoria, giusto dieci chilometri prima dell'arrivo. Avranno peso le alleanze. A proposito delle quali, si registra da talune parti una certa insistenza perché la « Primavera » non ostacoli in modo troppo marcato la «Nazionale» di Gimondi. Sull'utilità pratica di sottrarsi alla tentazione di tiri mancini possiamo essere d'accordo. Sulla « furbizia » di aiuti contrari al regolamento, siamo d'avviso decisamente sfavorevole. Balmamlon è in grado di vincere il Tour? Pare di si. E perché, allora, non dovrebbe tentare la sorte? Gigi Boccacini La maglia gialla Pingeon seguita da Gimondi in una fase della tappa di ieri da Briancon a Digne (Telefoto)
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