I Fondi d'investimento apriranno il mercato azionario al risparmio

I Fondi d'investimento apriranno il mercato azionario al risparmio I Fondi d'investimento apriranno il mercato azionario al risparmio Piccoli e medi risparmiatori, con somme limitate, possono scegliere un'estesa gamma di titoli, riducendo il rischio al minimo - All'estero molte Fondazioni impiegano così le loro riserve - L'iniziativa dell'Istituto San Paolo e dell'Imi tende, inoltre, ad incanalare verso la produzione la liquidità bancaria La recente importante iniziativa dell'Istituto Bancario San Paolo e dell'Istituto Mobiliare Italiano di costituire a Torino una società fiduciaria ha richiamato di nuovo l'attenzione degli ambienti finanziari — non solo piemontesi — sul problema dei Fondi comuni di investimento, il cui travagliato « iter » legislativo, in una con il progetto per la riforma della società per azioni, non sembra ancora avviarsi verso la conclusione. I « Fondi » costituiscono uno strumento — collaudato in molti Paesi a forte industrializzazione — per allargare il mercato azionario, facendovi partecipare, in numero maggiore di quello attuale, i piccoli ed i medi risparmiatori. Si offre, infatti, la possibilità, con un impiego limitato di denaro, di scegliere una estesa gamma di titoli, rendendo così praticamente nullo il rischio dell'investimento; e si contribuisce anche a creare una nuova mentalità in sostituzione di quella del « diventare ricchi in fretta »: si mettono cioè in luce meno promettente i rapidi guadagni di capitale e in maggiore evidenza il reddito normale. Negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, per citare solo alcuni Paesi, moltissime Fondazioni a fini educativi, assistenziali e di pensionamento, ad esempio, investono in questo modo le loro riserve, e questo dà un'idea del grado di sicurezza e di prestigio raggiunto dai locali « Investment Trusts». In Italia, i Fondi comuni di investimento, per nascere, hanno bisogno del sistema bancario ed il sistema bancario ha tutto l'interesse a non essere asserite nella fase creativa dei nuovi istituti. Le ragioni sono evidenti. a) Vi è innanzitutto da considerare la particolare struttura del mercato mobiliare italiano, caratterizzato, com'è noto, da una cronica anemia degli scambi e dalla indifferenza della gran massa dei risparmiatori verso i titoli azionari. Per i Fondi comuni di investimento il periodo più difficile sarà proprio quello del « decollo », nel quale si dovranno rompere consuetudini, vincere diffidenze, diffondere la conoscenza della natura dei Fondi, creare un habitus mentale più moderno al risparmiatore. La realizzazione di questi fini potrà essere accelerata da una collaborazione delle banche, che sarà tanto più sentita in quanto esse concorrano direttamente alla creazione dei nuovi enti. b) In secondo luogo è noto come il fenomeno della preferenza del pubblico per impieghi il più possibile « liquidi» esiga l'opera di meccanismi di trasformazione in grado di destinare il risparmio a breve in impieghi a medio e a lungo termine. Soltanto in questo modo si può evitare, da un lato il ristagno del risparmio in forma liquida quando l'economia ha ingente bisogno di finanziamenti per investimenti e dall'altro lato una concorrenza abnorme del mercato monetario a danno di quello finanziario. Tra gli altri mezzi, il sistema dei Fondi può costituire un meccanismo di trasformazione che permetta al sistema creditizio di neutralizzare parzialmente gli effetti dell'elevata propensione alla liquidità dei risparmiatori. Attraverso i Fondi, infatti, le banche possono trasferire (indirizzando opportunamente le scelte od offrendo ai Fondi stessi la trancile iniziale di attività) direttamente al sistema produttivo la propria eccedenza liquida. II ruolo che il sistema bancario può giocare in questa prospettiva è notevole: essa costituirebbe infatti il naturale ampliamento del processo in corso, caratterizzato dall'espansione dei crediti a lungo termine attraverso l'acquisizione, nel portafoglio di tutti gli istituti di credito, di cospicue serie obbligazionarie. fp Rispetto a questo processo, il rifluire di disponibilità bancarie verso i mercati azionari rappresenta un miglioramento e un correttivo, in quanto l'obbligazione costituisce pur sempre una forma di indebitamento, spesso abusata e talora non consona ad una composizione ottimale della struttura finanziaria delle imprese. Il sistema bancario può concorrere alla attuazione dei Fondi comuni, in duplice modo: da un lato attraverso la costituzione del capitale di società abilitate alla creazione di tali enti e dall'altro lato indirizzando i risparmiatori alla ricerca di forme nuove di investimento. Un'opera siffatta contribuirà a normalizzare il mercato obbligazionario, verso il quale, per ragioni superiori, si indirizzano oggi molti impieghi; mentre, anche in linea generale, ciò avrà un utile riflesso sull'intero mer¬ cato finanziario, allargando la cerchia degli operatori di Borsa senza peraltro creare incentivi all'attività di speculazione. Per evitare che operazioni sbagliate o facili abusi finiscano per intaccare la fiducia dei risparmiatori verso le istituzioni che vi hanno dato vita, la massima cautela dovrà essere usata per far sì che i Fondi comuni siano, sul piano patrimoniale e gestionale, assolutamente sicuri e garantiti. Anche a questo scopo, quindi, l'intervento del sistema bancario nella creazione dei Fondi è quanto mai utile e a questo riguardo l'iniziativa dell'Istituto Bancario San Paolo e dell'Istituto Mobiliare Italiano è particolarmente interessante e meritoria, anche perché si inserisce in una regione caratterizzata da una alta propensione al risparmio. E' augurabile quindi che essa sia seguita da altri grandi istituti di credito, in modo da essere pronti al momento in cui la legge permetterà di cominciare ad operare. dr. Nerio Nesi Vice Presidente della Cassa di Risparmio di Torino

Persone citate: Nerio Nesi

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Stati Uniti, Torino