A Stanleyville si combatte per le strade la citta è in fiamme ma resiste ai mercenari di Sandro Doglio

A Stanleyville si combatte per le strade la citta è in fiamme ma resiste ai mercenari LA RIBELLIONE SCATENATA DAI «PARA'» DI CIOMBE A Stanleyville si combatte per le strade la citta è in fiamme ma resiste ai mercenari I reparti fedeli a Mobutu si difendono casa per casa - I « ribelli » sarebbero stati circondati a Bukavu - Dopo lo stato d'assedio, ordinata la mobilitazione generale - Il Presidente annuncia: « La situazione è grave. Se le armi non bastano, battetevi con i coltelli, i bastoni, i sassi » (Dal nostro corrispondenteJ Bruxelles, 6 luglio. I combattimenti continuano a Stanleyville, a Bukavu e in altri centri della Provincia Orientale del Congo, dove ieri mattina è cominciato un movimento di insurrezione guidato — a quanto pare — da mercenari bianchi penetrati clandestinamente nell'ex colonia belga. Le notizie che giùngono dalla capitale congolese — date anche le difficoltà di comunicazione — sono frammentarie, imprecise, a volte contraddittorie. La fonte principale di informazioni resta la radio nazionale, che nel pomeriggio ha appunto comunicato che l'esercito regolare continua a difendersi coraggiosamente in tutta quella parte del Congo che è stata vittima dell'« aggressione imperialista ». per via diplomatica sostengono che la città di Stanleyville è praticamente divisa in due e che sono in corso violenti scambi di arma da fuoco, che avrebbero fatto numerose vittime, mentre alcuni quartieri sarebbero in preda alle fiamme. Si combatte strada per strada. ' . . 1 Tre battaglioni dell'esercito congolese avrebbero òggi circondato a Bukavu duecento tra mercenari e coloni bianchi. Un altro battaglione di regolari è partito da Uvira, 120 chilometri più a sud di all'assedio di duecento ribelli bianchi che si sono asserragliati nella città, dove controllano l'ufficio postale e la stazione ràdio. Il generale Mobutu ha intanto rivolto un nuovo appello alla popolazione, annunciando che « la situazione è grave», ma senza dare particolari. Il giovane Presidente della Repubblica (ha trenta&Ì anni) ha rinnovato l'invito a opporsi all'invasore, combattendo fino alla vittoria: « se non dovessero bastare le armi, fate ricorso ai coltelli, ai bastoni, alle pietre », ha detto il focoso ufficiale. - ., Intanto, con lo stato d'assedio è stata annunciata la mobilitazione generale: tutti i congolesi — maschi o femmine — di età compresa fra i 18 ed i 25 anni sono obbligati da stamane a farsi iscrivere su liste di recluta- mento: saranno chiamati alle armi in caso di necessità. Radio Kinshasa ha trasmesso per tutta la notte e per tutta la giornata di oggi marce e musiche militari: è evidente il tentativo di accendere gli animi e di risvegliare nella popolazione congolese l'amor di patria. Contemporaneamente i commentatori della radio continuano ad attaccare il Belgio, gli Stati Uniti e in genere i bianchi, ritenuti responsabili del tentativo di rivolta. In una intervista concessa a una agenzia di stampa, il generale Mobutu ha detto oggi di non avere notizie recenti sulle vicende belliche nella Frovincia Orientale: te Non c'è dubbio», ha aggiunto, «che autori della ribellione sono alcuni avventurieri venuti da Bruxelles, i quali hanno comperato i mercenari e li han no indotti a combattere con tro di noi ». Secondo Mobutu, la maggior parte dei ribelli sono dei sudafricani: il governo ha rin¬ viato in patria tutti i hierce nari che erano stati ingaggiati Africa del Sud dai prece denti regimi, ha aggiunto il Presidente della Repubblica, ma ha permesso a un gruppo agli ordini di un ufficiale bel ga di restare nella Provincia Orientale per diventare coloni: « Sono questi falsi coloni che hanno ripreso le armi ». La spiegazione di Mobutu sem bra troppo semplice e facile: è indubbio — si ritiene a Bruxelles — che i mercenari che già si trovavano in Congo hanno svolto un ruolo di primo piano nei fatti di ieri e oggi, ma è evidente che il piano di ribellione era stato predisposto da tempo e che non avrebbe potuto essere realizzato senza l'intervento di forze dall'estero. L'odio contro i bianchi sta comunque rendendo pressoché impossibile la vita degli europei e degli americani in Congo: l'ambasciata statunitense sta organizzando il rimpatrio dei propri connazionali residenti nella Provincia Orientale. Il governo di Kinshasa ha però ordinato stasera il controllo dei documenti di tutti gli stranieri residenti in Congo e ha stabilito di vietare fino a nuovo ordine la partenza eventuale dei bianchi. A Bruxelles si è appunto senza precise notizie di una sessantina di giorna listi belgi e stranieri che all'inizio della scorsa settima- na si erano recati a Kinshasa su invito del governo Mobu- tu e il cui ritorno era previ- sto per i primi giorni di que- sta settimana: l'ambasciata congolese a Bruxelles ha af- fermato oggi che non è an Notizie giunte a Bruxelles cora stata stabilita una data per il rientro di questi giornalisti, pochi dei quali sono riusciti a fare giungere i loro articoli in Europa. Alcuni giornali belgi avanzano intanto l'ipotesi che i moti insurrezionali di Stanleyville e di Bukavu siano stati artatamente ingigantiti dallo stesso governo di Kinshasa, per agire su Algeri e ottenere l'estradizione di Moise Ciombè. Secondo questa ipotesi i congolesi sosterrebbero con Algeri che fino a quando Ciombé è in vita, il loro paese corre il rischio di essere dilaniato dalla guerra civile e invaso da mercenari stranieri. Sandro Doglio

Persone citate: Moise