Il giovane frate ammette di avere procurato stupefacenti alla bionda pittrice genovese

Il giovane frate ammette di avere procurato stupefacenti alla bionda pittrice genovese PROCESSO PER LE (FALSE) RICETTE DI MORFINA Il giovane frate ammette di avere procurato stupefacenti alla bionda pittrice genovese Il cappuccino, ventinovenne, era «padre spirituale» all'ospedale di San Martino - Dice: «Compilai la ricetta, è vero, ma in buona fede: sono in convento dall'età di 10 anni e non ho mai saputo che cosa fosse la droga» - Un altro imputato (brigadiere dei vigili, trentaduenne) dichiara: «Frequentavo la pittrice ma per fare indagini» - Il dibattito rinviato a venerdì per le testimonianze (Dal nostro corrispondente) Genova, 4 luglio. Oggi seconda udienza al processo del traffico di droga che ruota attorno alla pittrice ventiseienne Maria Rosa Faccin. E' stata subito interrogata Leda Simoni. di 28 anni, accusata di aver ac¬ quistato per conto della pittrice, di cui era amica, cinque scatole di fiale di morfina. Le ricette mediche (false) gliele aveva fornite la stessa pittrice, ma l'imputata ha precisato: « Non sapevo che fossero false, né che si trattasse di stupefacenti ». Chiamata sul pretorio, Maria Rosa Faccin ha invece confermato la sua accusa: « Leda Simoni — ha detto — sapeva di acquistare stupefacenti ». A questo punto, il presidente ha chiesto a Leda Simoni se c'erano motivi di odio nei swoi confronti da parte di Maria Rosa Faccin. « Non le ho fatto che del bene ed ecco come mi ripaga ». ha gridato scoppiando in singhiozzi. Impassibile, la pittrice ha ribattuto: « Non ho motivi di gratitudine verso di lei ». La battuta ha suscitato le proteste dell'avv. Ernesto Monteverde, difensore di uno dei quìndici imputati. Il legale, sventolando una pagina del fascicolo del processo, ha urlato: « E' ora di finirla con le menzogne di questa donna che si fa passare per gattina. Ecco cosa dicono di lei le informazioni dei carabinieri: "Dedita alla prostituzione simulando l'attività di pittrice" ». Scossa dal pianto Leda Simoni (sposata e madre di due bimbi) ha dovuto essere accompagnata fuori dall'aula. L'udienza comincia con l'interrogatorio di Gherardo Murgia, il trentaduenne vice brigadiere dei vigili urbani che ha sempre sostenuto di essere entrato nel « giro » della droga per conto dei carabinieri. Murgia — Quando entrai in relazione con Maria Rosa Faccin subodorai subito qualcosa di poco pulito. Poi, lei stessa mi disse che « faceva da corriere » per conto di certe persone, cioè andava a prendere dei pacchetti in un posto e li portava nell'altro. Mi propose di farle da « accompagnatore » e io, dopo aver parlato della cosa al colonnello Giambattista Pasini, comandante del gruppo carabinieri, accettai. Il presidente vuol sapere se è vero che il sottufficiale falsificò delle ricette per conio della pittrice. Murgia — E' vero. Me lo chiese lei. Non ci pensai su perché rispetto al traffico sul quale stavo indagando le ricette rappresentavano soltanto un aspetto marginale. Nego invece di aver fatto stampare un ricettario come sostiene l'accusa. Maria Rosa Faccin torna sul pretorio per un breve confronto. Presidente — Perché ha fatto credere a Murgia che lei era al centro d'un traffico di droga? Faccin — Mi ero un po' innamorata di lui, mi sentivo sola e volevo averlo vicino a me. Per questo gli proposi di farmi da « accompagnatore ». Presidente — Fu lei a pregarlo di far stampare un ricettario medico? » Faccin — No. Fu un'idea sua. E' la volta di padre Domenico Mauro, frate cappuccino, al secolo Domenico Brezzo, di 29 anni. Il religioso, che esercitava il suo ministero spirituale all'ospedale « San Martino » di Genova, è chiamato a rispondere, come gli altri, dì falsificazione di ricette e di procacciamento di droga alla pittrice e tutto ciò — precisa l'accusa — « al fine di avere rapporti intimi con Maria Rosa Faccin ». Il frate conferma l'interrogatorio reso al giudice istruttore: ebbe un solo rapporto intimo con la pittrice. Il presidente vuol sapere se il religioso compilò una ricetta. Padre Mauro — E' vero, ma in perfetta buona fede. Non sapevo neppure cosa fossero gli stupefacenti. Presidente — Che studi ha fatto lei? Padre Mauro — Sono entrato in convento all'età di 10 anni e nessuno mi ha mai parlato di stupefacenti. Il frate, che indossa un abito blu e maglione nero, si agita sulla sedia. Le mani vanno e vengono a carezzare le guance rase di fresco sulle quali ogni tanto scendono dei lacrimoni. Quando il presidente lo congeda torna al suo posto piangendo a dirotto. E' ora di scena l'ex carabiniere Giuseppe Sottile, di 37 anni. E' accusato di concussione per aver indotto la pittrice a consegnargli una lavatrice « dopo essere venuto a conoscenza, per ragioni del suo servizio, che Maria Rosa Faccin era donna di facili costumi ». L'ex carabiniere nega e afferma che la lavatrice (poco più d'un ferrovecchio) gli fu regalata dalla donna con la quale era entrato in rapporti d'amicizia. Maria Rosa Faccin, però, distrugge con poche parole questa versione: « Fui costretta a dargliela perché mi disse che altrimenti mi avrebbe fatto passare dei guai. Dovetti fare buon viso a cattivo gioco ». Implacabile, la pittrice continua a fare a pezzi le tesi difensive dei suoi coimputati. Il geometra Erziario Bevere. 31 anni, da Ariano Irpino sostiene d'aver acquistato una scatola di medicinali con una ricetta fornitagli da Maria Rosa Faccin. « Colto da una colica renale, la donna mi consigliò una prodigiosa specialità e per favorirmi mi dette una ricetta già compilata. Io acquistai il medicinale ma non lo usai. Comunque non sapevo che si trattava di stupefacente ». Interviene la pittrice: «Non è vero. Lui ha acquistato la scatola per conto mio e sapeva benissimo quello che conteneva ». Il dott. Emilio Amato di 37 anni, chirurgo presso l'ospedale « Fatebenefratelli » dì Benevento, somministrò una fiala di morfina alla pittrice: « Si sentiva male, era necessario. Nego però d'aver avuto rapporti intimi con lei ». Altra smentita della pittrice: « Il dott. Amato ha la memoria labile ». Con questa battuta si conclude l'interrogatorio degli imputati e l'udienza. Il processo riprende venerdì con i testimoni. Fliberto Dani -*- La pittrice Maria Rosa Faccin ieri in Tribunale a Genova (Tel. Associated Press]

Luoghi citati: Ariano Irpino, Benevento, Genova