Brown espone i progetti inglesi ai ministri degli esteri del Mec

Brown espone i progetti inglesi ai ministri degli esteri del Mec Per l'ingresso di Londra nella Comunità Europea Brown espone i progetti inglesi ai ministri degli esteri del Mec Ha parlato all'Aia, a una riunione dell'Ileo (che raggruppa i «Sei» più la Gran Bretagna) - Il ministro ha ribadito che Londra è decisa ad accettare integralmente il trattato di Roma e che non esistono vere difficoltà per la sua ammissione - Fermo intervento di Fanfani: «L'ingresso di Londra nel Mercato comune è di fondamentale importanza per la vita dell'Europa» (Nostro servizio particolare) L'Aia, 4 luglio. Il ministro degli Esteri inglese, Brown, ha esposto oggi ai ministri degli Esteri del Mercato Comune le ragioni, le difficoltà, le possibilità dell'adesione della Gran Bretagna al Mec. L'incontro è avvenuto in occasione di una riunione dell'Ueo, l'associazione politico - economica che comprende appunto l'Inghilterra e i sei Paesi della Comunità: questa sede era stata scelta come compromesso fra la tesi francese che voleva rin viare l'esposizione di Brown e la tesi degli altri Paesi che volevano invitare il ministro britannico a Bruxelles. Oggi all'Aia erano presenti Fanfani per l'Italia, Brandt per la Germania, Luns per l'Olanda, Harmel per il Belgio, Gregoire per il Lussemburgo. Unico assente, dunque, tra i ministri degli Esteri del Mec. era il francese Couve de Murville, che si trova in visita ufficiale a Mosca. Il governo di Parigi era rappresentato dal segretario di Stato Bettencourt. Brown in sostanza non ha fatto che ripetere — forse con maggior calore, e certamente tentando di sminuire il più possibile l'entità degli ostacoli da superare, per offrire il minor numero di ap pigli a una eventuale opposizione francese — ciò che lui stesso e Wilson hanno già detto ai vari governi del Mec durante i numerosi contatti avuti prima della presentazione della domanda ufficiale di Londra e anche dopo, in occasione delle visite ufficiali L'Inghilterra si rende conto che la costruzione del Mercato Comune è impresa che va al di là di una semplice in tesa economica, si sente più che mai europea, e crede onestamente che 11 proprio interesse sia di aderire alla Comunità: il governo di Londra è dispostò ad accettare integralmente i trattati sui quali si fonda il Mec. I problemi da superare non presentano particolari difficoltà: certi punti devono essere chiariti per consentire una efficace e costruttiva integrazione del l'isola ai Paesi del continente, per esempio la struttura agricola, i rapporti con il Commonwealth, la bilancia dei pagamenti britannici problemi monetari. Ma Brown ha sostenuto che con un po di buona volontà tutto può essere regolato, che possono essere escogitate delle formule transitorie, limitate nel tempo. Sulle dichiarazioni del ministro inglese hanno quindi preso la parola a uno a uno i capi delle altre delegazioni. A nome del governo italiano il ministro Fanfani ha fatto un lungo intervento, nel quale ha sottolineato le ragioni storiche, politiche ed economiche che inducono l'Italia a essere « manifestamente favorevole » all'ingresso dell'In- ssiogsdCnmltFvmdfgppauapilfcrsmlrzrrspfpnrrUdcCcdudacdvsmbqcnbsssccuMpghilterra nella Comunità, ,,/jft'nostro Paese », ha detto Fanfani, « ha sempre considerato l'inserimento della Gran Bretagna nel gruppo dei Sei come un fattore costruttivo e di fondamentale importanza nella vita dell'Europa ». « Siamo giunti ormai a una fase dell'evoluzione dei rapporti internazionali — ha proseguito il ministro degli Esteri — in cui la ricerca di una soluzione al problema della unione politica ed economica dell'Europa non può essere ulteriormente rimandata. Gli ultimi avvenimenti politici avvenuti in un'area tanto vicina e connessa all'Europa hanno messo in luce in modo più evidente che mai l'esigenza di quell'unione di intenti e di sforzi europei che purtroppo ancora una volta è mancata in ogni sede e istanza ». Per potere esercitare in marnerà valida la sua azione in campo internazionale, secondo Fanfani, l'Europa non può ^rescindere dalla presenza e dal contributo dell'Inghilterra. « Nel settore economico, la partecipazione inglese richiederà certamente una serie di adattamenti. Essi, senza modificare le-intese già raggiunte e senza alterare la lettera e lo spirito dei trattati, renderanno meno difficile nella fase iniziale la graduale integrazione dell'economia britannica nel sistema comunitario. Saranno forse necessari sacri fici da tutte due le parti — ha concluso Fanfani — ma ne deriverà un impulso alla economia comune. All'ammis- sione della Gran Bretagna insomma non esistono ostacoli insuperabili di natura politica o economica, mentre dall'ingresso di Londra nel Mec possono derivare vantaggi evidenti per l'Inghilterra, per la Comunità, per l'intero continente ». Le tesi esposte dagli altri ministri degli Esteri, qua e là più sfumate o più marcate, hanno ricalcato quella di Fanfani. Unica eccezione, prevedibile del resto, l'atteggiamento francese: il segretario di Stato Bettencourt si è infatti limitato a poche frasi generiche senza prendere impegni, senza esprimere un punto di vista favorevole alla adesione inglese. In sostanza una volta ancora, di fronte alla Gran Bretagna, l'Europa del Mec si ritrova divisa in due: Italia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo favorevoli, la Francia praticamente contraria. Il dialogo riprenderà la settimana prossima a Bruxelles, in sede comunitaria. In precedenza i ministri de' l'Ueo avevano ascoltato una relazione inglese sulla situazione a Hong-Kong e 1 suoi rapporti con la Cina, e una relazione olandese sulla questione indonesiana. Si erano poi soffermati sui rapporti fra il Consiglio e l'Assemblea parlamentare dell'Ueo. La riunione dei ministri degli Esteri dei sette Paesi si concluderà domani. s, 4