Il Mercato Comune agricolo è in vigore da mezzanotte di Sandro Doglio

Il Mercato Comune agricolo è in vigore da mezzanotte Dopo dieci anni di esistenza del Mec Il Mercato Comune agricolo è in vigore da mezzanotte L'85% dei prodotti della terra avranno gli stessi prezzi nei sei Paesi aderenti, potranno circolare liberamente e saranno protetti dalla concorrenza delle nazioni estranee alla Comunità - Per l'Italia, ne traggono vantaggio soprattutto gli ortofrutticultori (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 30 giugno. Da mezzanotte entra in vigore, nell'Europa dei Sei, il Mercato comune agricolo. L'85 per cento circa dei prodotti della terra potrà avvalersi delle disposizioni e dei regolamenti che i ministri del Mec hanno studiato e discusso per anni. I prodotti agricoli avranno gli stessi prezzi, tanto in Italia che in Francia, in Germania, in Olanda, in Belgio e nel Lussemburgo: un minimo scarto sarà previsto, tuttavia, per le zone più lontane dai centri di produzione. Tutti i prodotti potranno circolare liberamente e godranno di una preferenza comunitaria, nel senso che gli agricoltori saranno tutelati da eventuali concorrenze provenienti da paesi che non fanno parte della Comunità. Importante è l'istituzione del « Feoga », un istituto grazie al quale, in caso dì caduta dei prezzi, gli agricoltori comunitari avranno garantito il ritiro dei prodotti e un reddito minimo. II Mercato comune agri- colo, in vigore da domani, rappresenta la più importante realizzazione del Mec, dopo quasi dieci anni di esistenza. Avrà ripercussioni favorevoli sul livello di vita degli agricoltori e permetterà al tempo stesso ai consumatori dei Sei paesi di avere prodotti di qualità garantita, a prezzi costanti, e di poter attingere a tutta la varietà della produzione comunitaria. Per l'Italia, in particolare, il Mercato comune agricolo rappresenta un notevole passo avanti. Settori come quello degli ortofrutticoli, soprattutto, ne trarranno vantaggi, a condizione, beninteso, che i contadini e i loro organismi accelerino la creazione di infrastrutture efficaci, tali da mettere la produzione in grado di soddisfare le enormi richieste del mercato europeo. La commissione del Mec, nella sua relazione annuale sul mercato del lavoro, dice che la migrazione degli operai in seno alla Comunità è diminuita, confermando il rallentamento della tendenza allo sviluppo economico nei Paesi aderenti. Nel 1967 le necessità di manodopera straniera nella Comunità sono state valutate a un totale di 350.000 operai, oltre meno della metà del 1966. Si prevede che circa 150.000 saranno italiani, in confronto ai 200.000 del '66. Dei 150.000 operai, il 27 per cento saranno qualificati. E' prevista una maggiore migrazione di operai italiani verso la Francia, la Olanda e il Belgio, mentre il loro numero in Lussemburgo e in Germania rimarrà stazionario. In precedenza, il grosso dell'immigrazione italiana (l'89 per cento) avvenivu verso la Germania. I cinque Paesi della Comunità sono stati invitati a continuare a dare la pre ferenza agli emigranti italiani. La relazione sottolinea la necessità di un più largo contributo al fondo sociale europeo, che viene utilizzato per aumentare il numero degli operai qualificati. La commissione dice che da uno studio risulta che il più grosso ostacolo a creare una situazione di equilibrio nel mercato del lavoro è dato dalla mancanza di operai qualificati, e sottolinea che la priorità dovrebbe essere data alla | manodopera dei Paesi membri, in particolare l'Italia. Sandro Doglio a