Il dilettante veneto si impone in volata a Stresa
Il dilettante veneto si impone in volata a Stresa La prima tappa del Giro del Piemonte Il dilettante veneto si impone in volata a Stresa Ha raggiunto il gruppo di testa a un chilometro dall'arrivo - Vuole conquistare la maglia azzurra - Oggi 181 chilometri con arrivo ad Acqui DAL NOSTRO INVIATO Stresa, lunedì mattina. Enzo Trevisan, un velocista vicentino di 23 anni, ha vinto Ieri a Stresa la prima tappa del Giro del Piemonte per dilettanti, battendo in volata Manfro, Tumellero e altri trenta corridori, fra 1 quali quasi tutti 1 più qualificati aspiranti al successo finale. Una volata entusiasmante: Trevisan, che era entrato nel gruppo di testa a meno dì un chilometra dal traguardo, è scattato al trecento metri, ha resistito al ritorno di Manfro, affermandosi di poco, ma nettamente. Un trionfo meritato. «In discesa — racconta Trevisan — ho rischiato parecchio. Sapevo che a Stresa c'erano i miei parenti ad aspettarmi, su queste strade sono conosciuto, non volevo mollare. A un certo punto, su un rettilineo, ho visto il gruppo di testa davanti a me. Trecento metri, duecento. E il traguardo si avvicinava. Finalmente mi sono accodato, ho preso fiato, mentre gli altri cercavano la posizione buona per lo sprint. Sono scattato dall'ultima posizione, senza guardarmi intorno, pigiando sul pedali con la forza della disperazione. Ce l'ho fatta...». Un successo importante, perché Trevisan punta alla maglia azzurra: «Piuttosto di passare professionista e magari portar borracce — dice — preferisco restare dilettante. Anche così, però, non sempre si può fare la propria corsa: l'anno scorso il Giro del Piemonte è stato vinto da Bianchi, un mio compagno di squadra, e non so se potrò puntare alla vittoria io quest'anno, oppure se dovrò aiutare lui. Dipende dagli ordini di scuderìa. Ho attaccato in salita per dimostrare al signor Rimedio che non sono soltanto un velocista, che sulle rampe sono più forte di tanti altri. Spero d'averlo convinto». Trentadue corridori insieme sul traguardo di Stresa: una tappa deludente, allora? Assolutamente no. Se non si è avuto un arrivo isolato, 11 motivo è soltanto questo: le forze in campo si equivalgono, quando si fila in pianura a quasi 50 all'ora le fughe sono praticamente impossibili. Eppure la presenza di Rimedio, il desiderio di mettersi in luce, l'incitamento delle folle (una folla eccezionale) assiepata lungo il percorso, ha fatto si che la gara risultasse una serie continua di scatti e di rincorse. C'è stato anche un incidente, per fortuna con conseguenze non molto gravi: a un paio di chilometri dall'arrivo Paglini ha abborda- to una curva con troppa veemenza, ha sbandato ed è caduto, procurandosi qualche escoriazione; Tambornini, che lo seguiva, è caduto a sua volta riportando una lussazione alla spalla destra: è risalito in bicicletta e, malgrado il dolore, ha voluto proseguire fino al traguardo. All'ospedale di Stresa è stato medicato e subito dimesso; ma ne* avrà per una quindicina di giorni. Per luì la corsa è finita. Scatti a ripetizione, si diceva. Il primo è di Balduzzi, che subito dopo la partenza da Alessandria, prende un leggero margine di vantaggio: gli si accodano Levati, Giaccone, Giroli, Bonollo e Viviani, ma in un paio di chilometri il gruppo li raggiunge. Ancora Viviani all'offensiva a 70 chilometri dal via, rima di Orfengo: all'attacco risponde il solo Rusconi, ed 1 due, In perfetto accordo, a Novara hanno 50" di vantaggio. Ma sono sfortunati: Viviani fora, Rusconi 10 attende e il gruppo in pochi chilometri rinviene. Al rifornimento fra Fara e Ghemme, a 50 chilometri dal traguardo, comincia una nuova fase interessante: scatta Santambrogio (uno dei favoriti), rispondono Scremin, Cherubini, Balasso, Pulze, Pizzetti e Giroli, e il gruppetto in breve guadagna 500 metri. A Romagnano Sesia, nella salita che porta a Pian Rosa (dove Baiassi si aggiudica il primo traguardo volante), i sette al comando vengono raggiunti da Conti, Scopel, Bonollo, Ferrari, Davo e Gallazzi, che si accoda al primi con un entusiasmante scatto solitario. Venti chilometri dal traguardo, il vantaggio diminuisce, dietro c'è « bagarre ». Comincia un tratto in terra battuta, 1 primi accusano la fatica. Sulla salita di Glgnese, Santambrogio vince 11 secondo traguardo volante, poi comincia la discesa: curve pericolose, buche, peggio del pavé. Forano in parecchi, qualcuno cade ma senza conseguenze. Negli ultimi chilometri la strada torna ad essere asfaltata, rientrano In una ventina. Trevisan vince da campione. Oggi seconda tappa, da Stresa ad Acqui, su un percorso di 181 chilometri. Maurizio Caravella Ordine di arrivo: 1) Trevisan (G. S. Fagnanese) km. 151,750 in 3 ore 49'25", media km. 39.687; 2) Manfro (U. S. Centotorri), s. t.; 3) Tumellero (U. S. Padovani) s. t; 4) Giroli (U. S. Vallese), s. t.; 5) Balasso (G. S. Bovis) s. t.; 6) Pizzetti; 7) Scoper; 8) Giaretta; 9) Gailazzi; 10) Ferrari; 11) Bianchi; 12) Conti; 13) Plebani; 14) Priori; 15) Davo.
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