Continua la « caccia all' uomo » Gli oppositori deportati nelle isole di Igor Man

Continua la « caccia all' uomo » Gli oppositori deportati nelle isole PUGNO DI FERRO DEI MILITARI AD ATENE Continua la « caccia all' uomo » Gli oppositori deportati nelle isole La Giunta dei generali decide: chi ha ospiti, li denunci entro 48 ore - Prima ordinanza: proibiti capelloni e minigonne, i ragazzi devono andare a Messa - Il capo della polizia agli arresti per essersi rifiutato di collaborare alle retate - Il re continua a tacere - Corona e militari cercherebbero un compromesso per «evitare più gravi eventi» (Dal nostro inviato speciale) Atene, 25 aprile. Con titoli cubitali su tutta la pagina, i tre giornali (su quindici) che si stampano ad Atene hanno pubblicato stamane la notizia, data ieri a tarda sera dal Primo ministro Kollias alle agenzie di stampa, che il re presiederà il consiglio dei ministri « in un giorno della corrente settimana». Non è stato possibile controllare la notizia presso la Corte per il semplice motivo che tutti gli uffici della Corona sono sordi e muti. In ogni modo, basterà attendere pochi giorni per sapere se Costantino si sia deciso o no a legarsi definitivamente con gli autori del colpo di Stato. Si approssima la Pasqua ortodossa, questa è la settimana santa: ogni anno il re partecipa alla processione del venerdì, alla Messa di mezzanotte del sabato di resurrezione, recandosi, infine, la domenica, a visitare tutte le caserme per il rito augurale delle uova colorate. La Pasqua potrebbe dargli l'occasione migliore per uscire finalmente dall'isolamento attuale, volontario o forzoso che sia. Secondo notizie di ottima fonte, Costantino avrebbe avuto ieri e ancora oggi lunghi colloqui con l'ambasciatore degli Stati Uniti e con quello di Gran Bretagna. Sembrerebbe che i due diplomatici abbiano ricavato l'impressione che il sovrano si sia arreso alla « necessità » di non negare oltre al governo dei « congiurati » la « dimostrazione pubblica » del suo consenso, ben inteso per evitare « più gravi e dolorosi eventi ». L'assenso formale del re presupporrebbe tutta una serie di « garanzie costituzionali e democratiche » da parte dei giovani ufficiali. Non si tratta soltanto di permettere al sovrano di salvare la faccia, occorre sollevare dall'imbarazzo le organizzazioni internazionali cui la Grecia appartiene. Imbarazzo di cui l'ambasciata americana si è fatta eco. La Grecia, infatti, è nel Consiglio d'Europa in qualità di membro fondatore; fa parte della Nato; è associata al Mec. Il 6 maggio dovrebbe avere luogo in Atene la conferenza dei ministri dell'Educazione dei paesi- del Consiglio d'Europa; c'è infine la più importante scadenza, anch'essa prossima, del summit, europeo di Roma. In una sua polemica dichiarazione ad un corrispondente estero, l'ex premier Stephanopoulos, dissentendo apertamente dal « colpo di testa » dei giovani ufficiali, ha prospetta to, appunto, la sgradevole prospettiva per la Grecia di un possibile rifiuto da parte di qualcuna delle na zioni della Comunità europea di sedere allo stesso ta volo con i rappresentanti d'un paese il cui esercito ha impiegato i carri armati, destinati alla difesa del mondo libero, per soffocare la libertà del popolo greco. Vari indizi lasciano intendere come la faticosa, e per molti versi drammatica, trattativa fra la Corte e i giovani ufficiali, stia per avviarsi verso la conclusione di quel compromesso cui le| parti aspirano per uscire dall'attuale critica posizione. Per la prima volta i giornali hanno pubblicato una fotografia del re, non importa se d'archivio; il vice-Primo ministro e ministro della Guerra, generale Spartidakis, si è detto certo che «nella sua qualità di primo e migliore greco, il re darà il suo aiuto alle forze armate, che non hanno nessuna ambizione politica, né chiedono contropartite pel servizio reso alla patria ». Non senza ottimismo gli esperti interpretano la frase come un'indiretta assicurazione che, « quando sarà venuto il momento », l'esercito passerà la mano ai civili, aprendo così la via alla formazione di quel «governo ecumenico» che era da tempo nei piani della Corte. In attesa di « passare la mano », sempre che ne abbiano veramente l'intenzione, i tre uomini che di fatto controllano la Grecia: il generale Patakos Styglianos, idcmlEpsspcnpddmslzelgdorsqvpasig4ttsscgpadsnvafslcsrga il colonnello Giorgio Papadopoulos, il colonnello Nicola Makarezos, hanno cominciato a svolgere oggi il loro programma di governo. E lo hanno fatto con un provvedimento a dir poco singolare, che non trova riscontro in nessun altro paese del mondo: d'intesa col ministro dell'Educazione, quello dell'Interno ha prescritto che gli studenti debbano frequentare assiduamente le prossime cerimonie religiose della Pasqua. Non è tutto: i capelloni saranno banditi dalle scuole, e fatto obbligo ai ragazzi di portare i capelli corti e alle ragazze di smettere la minigonna, è fatto obbligo tassativo a tutti gli studenti di recarsi a Messa ogni domenica. Gli ispettori e i presidi saranno responsabili dell'osservanza di queste disposizioni, che prevedono anche la proibizione per gli studenti di giocare ai biliardini. Patria, chiesa, famiglia. Un altro provvedimento impone a tutti i capifamiglia di denunciare, entro 48 ore, le persone che eventualmente fossero loro ospiti. Non tutti i « sovversivi » sono stati arrestati, molti si sono nascosti presso amici essendo riusciti a sfuggire alla cattura, poiché la polizia pare abbia fornito ai militari solo una parte degli elenchi in suo posses so. Finora gli arresti so no stati effettuati seguendo vecchie liste che risalgono alla guerra civile e non per fettamente aggiornate dal servizio d'informazioni del l'esercito. Pare addirittura che il capo della polizia sia stato arrestato per essersi rifiutato di collaborare alla gigantesca caccia all'uomo apertasi in Grecia all'alba del 21 aprile. Comunque sia gli arresti continuano, spes so eseguiti alla cieca — è il caso dei cinque italiani che il nostro console non è ancora riuscito a incontrare ma che sembra godano buona salute —, a discrezione di questo o quel sottufficiale dei para. Davanti ai commissariati rionali le donne degli arrestati continuano a sostare per ore in attesa di poter consegnare i pacchi destinati ai loro congiunti. I poliziotti frugano nei pacchi, che vengono poi caricati su un camion. Se il camion torna vuoto, vuol dire che i prigionieri sono ancora in Atene, se torna pieno significa che sono stati deportati nelle isole. La pena non altera la dignità delle donne di Atene. Ce n'era una, stasera, a cui hanno arrestato il marito e i figli, che ripeteva sorridendo : « Se li mandano nell'isola vuol dire che non li fucilano ». Igor Man fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Giorgio Papadopoulos, Nicola Makarezos, Patakos Styglianos, Stephanopoulos