La de discute le riforme per uno Stato più efficiente di Michele Tito

La de discute le riforme per uno Stato più efficiente Al Consiglio nazionale dèi partito La de discute le riforme per uno Stato più efficiente L'ex presidente della Camera Leone ha sottolineato l'urgentissima necessità di rendere più moderne tutte le strutture statali - Vivaci interventi di «leaders» della sinistra - Oggi discorso di Moro - Stasera replica di Rumor (Dal nostro. corrispondente) Roma, 19 aprile. Cominciati ieri con una relazione di Rumor, i lavori del Consiglio nazionale democristiano si concluderanno domani: si attende un discorso del presidente del Consiglio. L'ordine del giorno della segreteria, con l'approvazione dell'attività svolta fino ad ora e l'adesione alla linea Rumor, sarà certamente approvato da una grande maggioranza. Alcuni esponenti delle ex correnti di sinistra hanno manifestato riserve, è probabile che vi sarà, forse presentato dall'on. Granelli e dall'on. Donat Cattin, un ordine del giorno di minoranza. In sostanza, però, non cambia niente: il dibattito al Consiglio nazionale ha rivelato un partito unito che si prepara alle prossime elezioni. Il dibattito impegna gli esponenti democristiani nella trattazione dei temi da proporre al corpo elettorale: prevalgono i temi della riforma dello Stato; ed è una indicazione importante. Su questo terreno l'on. Leone, ex presidente della Camera ed ex presidente del Consiglio, ha insistito a lungo: devono essere modernizzate — egli ha detto — le strutture dello Stato e deve essere reso più funzionale il Parlamento. Deve essere rivisto 11 sistema elettorale e occorre vedere se convenga ancora mantenere il sistema attuale delle due Camere. L'obiettivo da raggiungere è quello di assicurare all'attività legislativa, cioè alla classe parlamentare, l'apporto delle maggiori competenze de) mondo politico e culturale del Paese, ciò che oggi non avviene. Il problema del funzionamento del governo e dei Parlamento è collegato — secondo l'on. Galloni — a quello delle Regioni. Questo è uno dei tre grandi temi che la de deve proporsi. Gli altri due sono: la riforma universitaria e l'unità sindacale, con uno Stato che apra un dialogo permanente coi sindacati. Delle riforme di struttura dello Stato perché divenga più moderno ha trattato anche l'on. Lo Giudice e l'on. Sullo ha avvertito che le riforme sono urgenti, ma devono essere vere riforme e bisogna saperle elaborare ed accettare: le vere riforme sono quelle che suscitano polemiche e incontrano resistenze. In questo quadro, da Leone a Sullo e agli altri che hanno trattato di altri argomenti, si è parlato molto delle Regioni e delle autonomie locali. La de si rivela impegnata, nella sua grande maggioranza, in favore delle Regioni. Altri hanno affrontato le questioni più attuali di politica generale. La sinistra non ha risparmiato critiche anche vivaci. Natali ha lamentato che la periferia sia tenuta distante dalle decisioni del centro, Ravajoli ha chiesto la riforma dello statuto del partito per un confronto più frequente di idee, Donat Cattin ha negato il proprio consenso all'ordine del giorno della maggioranza, ha affermato che occorre giudicare «con meno ottimismo il quinquennio del centro-sinistra e ha ammonito a tenere conto del fatto che la programmazione è appena avviata, che la disoccupazione aumenta e che la crisi dello Stato si va aggravando. L'enciclica « Po pulorum progressio » — egli ha detto —- cui la de si riporta «chiede radicali trasformazioni e non semplici modifiche » Le « discrasie :» che ritardano il consolidamento della coalizione di centro-sinistra sono state lamentate da De Cocci mentre Magri ha chiesto «scelte più precise, contenuti concreti e non soltanto temi generici ». Michele Tito lllt I llllliri IlllllllllllMIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIII

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