Marsiglia costruisce il porto del futuro

Marsiglia costruisce il porto del futuro LA "RIVALE DI GENOVA,, NON STA A DORMIRE Marsiglia costruisce il porto del futuro Il progetto, scelto sei anni fa, prevede banchine per 25 chilometri, fondali di 20 metri per supercisterne da 200 mila tonnellate, un molo speciale per lo sbarco rapido delle navi più colossali - Si stanno colmando aree acquitrinose per 6000 ettari, contro i 300 che potrà dare lo scalo genovese di Voltri - Le attrezzature sorgeranno nel golfo di Fos, a 40 chilometri dalla città: si vuole fare una «Rotterdam del Mediterraneo» che abbia tutto Io spazio di cui necessita (Dal nostro inviato speciale) Marsiglia, 18 aprile. Marsiglia cerca la sua espansione portuale e industriale in una vasta distesa piatta e violacea, ad oriente del Rodano. Presso al piccolo borgo di Fos, un cartello « port de Marseille », e una piccola baracca di legno di tecnici che dirigono i cantieri. Il progetto è generoso: 25 chilometri di banchine, fondali di 20 w. etri per supercisterne da 200 mila tonnellate e più, un molo speciale per lo sbarco continuo di minerali da navi di 80 mila tonnellate (oggi sembrano grandi quelle da 30 mila). Si stanno colmando e ordinando aree acquitrinose per 6000 ettari, contro i 300 che potrà dare il nuovo porto genovese di Voltri; il dato illumina le prospettive di questa « Rotterdam mediterranea» che oggi si vede soltanto sulla carta. Una raffineria, isolata, è il primo segno dell'innesto industriale che fra pochi anni dovrebbe provocare la proliferazione di stabilimenti. Pochi gli uomini al lavoro sulle rive degli stagni popolati di gabbiani, e sulle spiagge. Un tecnico con elmetto di plastica arancione mi conduce a visitare il cali¬ fiere dove si allestiscono gli elementi prefabbricati per il molo destinato allo sbarco dei minerali: alcune squadre di uomini preparano grandi cassoni cilindrici di cemento, alti otto metri, che verranno affondati uno sull'altro e colmati di sabbia. Un anemometro gira stancamente sulla baracca vicina: «E' un caso eccezionale. Di solito qui il vento soffia furiosamente. Quando la velocità del mistral supera i 100 chilometri orari dobbiamo sospendere tutto, e rifugiarci per non essere soffocati dalla sabbia, come nel Sahara — mi dice il tecnico. — Le distese di sabbia e di polvere grigia sono coperte da uno strato di paglia, inumidito e vitalizzato con la semina di erba tenace, per ottenere un tirovvisorio consolidamento e diminuire 1 danni del vento. Si direbbe che il mistral sia la sola forza negativa di una natura prodigiosamente favorevole (sotto lo strato argilloso è stato scoperto un giacimento di roccia che fornisce macigni per le dighe) ». Il golfo di Fos, che ha alle spalle la Piana della Orati, cara a Van Gogh per i suoi colori, era sconosciuto agli stessi francesi e inutilizzato. Venne svelto sei anni fa per un atto di coraggio: costruire il nuovo sistema portuale di Marsiglia a più di Ifi chilometri dalla città, dove abbondano gli spazi negativi dalle colline che incombono sul vecchio porto. A occidente il golfo di Fos è limitato dalla sporgenza di St. Louis du Rhóne e difeso da una lunghissima striscia sabbiosa, appena visibile come una traccia azzurrognola sulle acque del mare che ricevono il flusso del Rodano. A levante la costa sinuosa di Port de Bouc e di Laverà, il grande porto petrolifero (Si/ milioni di tonn. di idrocarburi) in comunicazione con lo stagno di Berre. una laguna lunga 20 chilometri e profonda altrettanto, collegata alla zona di Fos dal canale navigabile che corre a breve distanza dal mare puntando poi all'interno per raggiungere la città di Arles. La vastità degli spazi e la perenne presenza dell'acqua come elemento di coesione del paesaggio diventano un tema quasi ossessivo, invito all'opera dell'uomo; basta una diga di un chilometro, in costruzione, per dare acque tranquille alle navi da 200 mila tonnellate. Nei lavori si ha il senso di un'essenziale praticità, priva di aspetti monumentali; non si progettano impianti sussidiari, opere di rifinitura e di arredo. Ancora il favore della natura: al centro del golfo una draga oceanica va avanti e indietro lentamente, scavando il fondale murino per ottenere i venti metri previsti. La sabbia e il pietrisco aspirati dalla draga servono a colmare gli acquitrini che accoglieranno gli stabilimenti industriali. Marsiglia 6 lontana, invisibile, e queste terre non le appartengono. I marsigliesi hanno accettato di compiere il grande passo a Fos sotto la spinta di una forte corrente centrifuga che minacciava i loro traffici e il loro tessuto industriale, piuttosto povero. Di .',G0 mila « ati tiri» registrati dalle stati¬ stiche nell'area marsigliese, che va oltre i limiti municipali, soltanto 180 mila sono addetti all'industria, travagliata da crisi ricorrenti come quella dei cantieri navali. Le analogie con Genova sono impressionanti: povertà di spazi nel tessuto urbano, bisogno di espansione industriale e di rinnovamento economico, presenza di una società mercantile stratificata e indurita, con forti contrasti interni. Le correnti conservatrici rifiutavano V avvenirismo americaneggiante del progetto di Fos, battendosi per il porto di Marsiglia dove si trova. Ha vinto V evidenza dei fenomeni di trasformazione dovuti a mutazioni storiche Ci traffici con l'Algeria diminuiscono di anno in anno, le navi in servizio passeggeri per le coste del Nord Africa vengono cedute all'estero, anche ad armatori italiani) e a mutazioni tecnologiche (V avvento delle navi gigantesche). Il porto di Marsiglia vero e proprio, entro la cerchia urbana, ha una potenzialità limitata, inferiore a quella del porto di Genova. Una serie di confronti: 6 milioni di tonnellate di merci varie e alla rinfusa contro quasi H a Genova, 70 punti di ormeggio contro 100, 176 gru ed elevatori contro più di 300, magazzini più o meno uguali ma sfruttati meno intensamente. Si nota una certa stanchezza nei traffici, non soltanto sulle linee algerine: i servizi con la Corsica non hanno grande successo (all'opposto dei contesi servizi fra Genova e la Sardegna); l'aeroporto è in ottima posizione ma è troppo caro, e le compagnie internazionali preferiscono appoggiarsi su Nizza. Scelta la soluzione del trapianto a Fos, il progetto non è stato studiato a fini esclusivamente portuali, come a Genova. Si è fatto un piano urbanistico, promosso dall' apposito gruppo interministeriale e preceduto da studi di carattere geofisico, economico, sociologico. Dopo due anni di ricerche gli urbanisti hanno formulato diverse ipotesi, impostate sulla previsione di 2 milioni e liOO mila abitanti nell'area marsigliese, fra 18 anni (oggi sono un milione e mezzo). Dato per certo lo spostamento verso la zona di Fos del centro motore dell'economia marsigliese, si è affrontato il problema dei movimenti « pendolari » e dell' insediamento di una parte della popolazione in prossimità dell' area industriale, evitando però di imporre ai marsigliesi di domani condizioni di vita degradanti. Marsiglia ha tuttora un gran numero di baracche, ammucchiate nelle « bidonvilles* degli immigrati nordafricani: la Marsiglia industriale di domani offrirà una nuova città sulle rive della laguna di Berre, capace di accogliere 300 mila abitanti, con densità modeste e abbondanza di spazi verdi. Per i trasferimenti locali gli urbanisti propongono una rete di strade e di autostrade che costerà più di 100 miliardi di lire. Città disordinata, irrazionale, incline alle esaltazioni ma intrisa di utilitarismo, Marsiglia ha dato partita vint alle idee, votandosi con entusiasmo a un'impresa che ha il segno della fantasia e della cultura. Il supporto finanziario non manca. A Fos si è formato un gruppo in parte statale e in parte privato, con una corona di consorzi e di società che preparano i terreni, le opere viarie, i servizi essenziali. «Il cuore della Francia non batte più col solo ritmo di Parigi », è il motto diffuso dalla letteratura di occasione; ma c'è una certa ansietà, mancando la certezza degli insediamenti industriali desiderabili. ' Il terrapieno per lo sbarco dei minerali viene costruito in funzione di stabilimenti siderurgici che dovrebbero consumare annualmente 8 milioni di tonnellate di ferro; sulle distese di Fos si immaginano fonderie, fabbriche di concimi, di plastica, di prodotti chimici, e stabilimenti per la lavorazione del legno, officine meccaniche ed elettroniche. Si avvereranno le previsioni fondate sul naturale potere di attrazione del porto? Marsiglia diventa terra di esperimenti; la storia ha tutta l'aria di aggiungere i suoi favori a quelli della natura in cui lavorano i pionieri di Fos. Mario Fazio

Persone citate: Di Genova, Mario Fazio, Port De Bouc, Van Gogh