Il contrasto fra i Cardinali rende più difficile la decisione di Vittorio Gorresio

Il contrasto fra i Cardinali rende più difficile la decisione LE INDISCREZIONI SULLA "PILLOLA,, Il contrasto fra i Cardinali rende più difficile la decisione Accorato sdegno in Vaticano per la «fuga» d'una notizia che doveva restare segretissima - La maggioranza degli esperti, laici ed ecclesiastici, rappresentata dal cardinale Doepfner, si è pronunciata per il controllo delle nascite; la minoranza, guidata da Ottaviani, si è opposta con estremo vigore - Paolo VI, sollecitato da un alto prelato a prendere una decisione, ha risposto : « Bisogna che lo Spirito Santo ci illumini » - Aperto disagio di pastori e fedeli, incerti tra le norme rigoristiche tradizionali e le nuove, drammatiche pressioni e necessità ambientali (Nostro servizio particolare) Roma, 17 aprile. «No commenti* ha risposto stamattina monsignor Fausto Vallainc, direttore della Sala stampa vaticana, ai giornalisti che gli domandavano le sue impressioni sulle rivelazioni del « National Catholic Reporter » di Kansas City, che sabato scorso ha pubblicato il testo dei rapporti segreti della commissione incaricata dal Papa di studiare il cosiddetto problema della pillola. Violato il segreto, in Vaticano si è diffusa costernazione perché una simile « fuga » giornalistica è considerata poco meno che sacrilega. I settantacinque compo¬ nenti la commissione (sessanta laici esperti in scienze antropologiche, psicologiche, mediche e sociologiche, oltre a quindici cardinali e arcivescovi) si erano tutti impegnati al silenzio canonico su richiesta del Papa: «E' un triste episodio — ha detto amaramente un prelato di Curia — che resta sulla coscienza di coloro che lo hanno determinato ». In pratica, però, la rivelazione ha confermato quello che tutti già sapevano, che cioè la commissione dei settantacinque aveva concluso l'anno scorso i suoi lavori redigendo un rapporto di maggioranza e uno di minoranza, il primo favorevole a o , i e i è alla regolazione delle nascite, il secondo contrario. Presidente della commissione era il cardinale Alfredo Ottaviani, naturalmente contrario. Trovatosi in mino,-vnza, pare che avesse protestato il suo sdegno, e si parlò di gravi contrasti che ne sarebbero inserti fra lui e il vicepresidente, cardinale Julius Doepfner, arcivescovo di Monaco e Frisinga. E' certo in ogni modo che l'anno scorso, il 28 giugno, tre giorni dopo la conclusione dei lavori, il cardinale Doepfner si presentò 'alle sette del mattino al Collegio spagnolo della Madonna del Riposo a svegliare il padre Enrico De Riedmatten, che era stato il segretario generale dei settantacinque. Da lui si fece consegnare i due rapporti e tutti gli altri documenti della commissione, per un complesso di ottocento fogli dattilografati, e andò a portarli a Paolo VI scavalcando — se così si può dire — il presidente Ottaviani Tre giorni dopo, sempre più sdegnato, Ottaviani, per protesta, non andava dal Papa per l'udienza di tabella, facendovisi rappresentare dal sostituto monsignor Pietro Parente. Quell'incidente aveva già destato uno scandalo, come si immagina. Ed oggi i documenti pubblicati a Kansas City vengono a darci la misura esatta del conflitto tra le due correnti nella Chiesa, con Ottaviani da una parte, Doepfner dall'altra, e in mezzo il Papa, tuttora incerto sulle decisioni da adottare. Secondo i seguaci di Ottaviani «La Chiesa non può modificare la sua risposta, perché questa risposta è vela. E' vera perché la Chiesa non potrebbe avere cosi gravemente errato in tutti questi secoli della sua storia. Se dovesse ora ammettere che i suoi insegnamenti non hanno più valore, si dovrebbe grandemente temere per la sua autorità in quasi tutte le questioni morali e di dogmatica ». Secondo i seguaci di Doepfner, invece, la Chiesa deve arrivare ad * una migliore, più profonda e più corretta visione della vita e dei rapporti matrimoniali». La Chiesa deve tener conto dei mutamenti sociali avvenuti nel regime matrimoniale, nella famiglia e nella posizione della donna, nonché della diminuzione della mortalità infantile e dei progressi nelle conoscenze fisiologiche, psicologiche e sessuologiche. Deve insomma arrivare a « una diversa valutazione del significato della sessualità e delle relazioni coniugali ». In termini chiari, «La regolazione delle nascite appare necessaria per molte coppie che desiderano attuare una procreazione responsabile » e pertanto gli sposi cristiani « se debbono rispettare e coltivare tutti i valori essenziali del matrimonio, hanno bisogno di mezzi onesti e umani per regolare il concepimento dei figli». Messo di fronte a queste tesi opposte. Paolo VI l'altr'anno non si seppe decidere. Molto rispettosamente, monsignor Alberto Giovannetti, osservatore pontificio presso le Nazioni Unite, si provò a sollecitarlo un giorno che stava per rientrare a New York. Gli disse che all'estero, e specialmente in una sede di incontri internazionali e pluriconfessionali come l'Onu, era vivissima l'attesa di una parola del Papa cattolico, e gli domandò che cosa avrebbe potuto rispondere, se interrogato al riguardo. Il Papa non gli diede indicazioni precise: « Bisogna che lo Spirito Santo ci illumini ». Dicono che trascorresse l'estate in meditazione, e finalmente il 29 ottobre ricevendo i partecipanti al 52" congresso della Società italiana di Ostetricia e Ginecologia, ammise implicitamente che la maggioranza della commissione aveva espresso parere favorevole al principio della regolazione delle nascite, ma che ciononostante, quelle conclusioni non potevano essere considerate definitive, presentando «gravi Implicazioni con altre non poche e non lievi questioni, d'ordine sia dottrinale, sia pastorale e sociale». Infor¬ mava perciò di essersi riservato « un supplemento di studio ». In altre parole, liberi i medici e i sociologi, gli economisti ed i politici di propugnare i buoni motivi favorevoli alla regolazione delle nascite, ma il Papa prima di accoglierne i consigli deve pensarci ancora su. Anche nell'ultima enciclica, * Populorum progressio », ammise infine Paolo VI che le autorità civili possono addivenire ad una legislazione relativa al controllo delle nascite «mediante un'appropriata informazione e l'adozione di misure opportune», ma l'ammissione altro non era che un riconoscimento dello stato di fatto venuto a crearsi in tutto il mondo. «La norma finora insegnata dalla Chiesa, integrata dalle sagge Istruzioni del Concilio — ha detto ancora Paolo VI nel suo ultimo intervento in materia — reclama fedele e generosa osservanza, né può essere considerata non vincolante, quasi che il magistero della Chiesa fosse ora in stato di dubbio ». Dubbio non ci sarà, ma è pure certo che invece manca l'osservanza fedele e generosa ad una norma ancor vincolante. Negli Stati Uniti, da dove ci arrivano adesso le rivelazioni sui rapporti di maggioranza e minoranza dei settantacinque esperti del Papa, il 63 per cento dei cattolici si è dichiarato favorevole alla pillola, senza aspettare la decisione di Paolo VI. Fra i giovani al disotto dei SS anni, la proporzione sale all'SO per cento; è del 61 nelle età comprese fra i 35 e i 1)9 anni, scendendo ancora al 1,1 fra i cinquantenni e gli ultracinquantenni. Queste cifre sono state fornite di recente, il 20 marzo scorso, dal settimanale «Newsiveek» a conclusione di una larga inchiesta fra i cattolici nordamericani: « Niente li turba di più. a riguardo della loro Chiesa, che la sua opposizione ai metodi artificiali di controllo delle nascite ». Le risposte degli interpellati sono state spesso brutali: « Il " birth control" è una faccenda che intendo regolare fra me, mio marito e Dio, checché ne dica il Vaticano». I confessori, generalmente, danno prova di larga comprensione: « Se mi vengono a dire — ha dichiarato un parroco di Boston — che non vogliono figli per non perdere un viaggio in Europa, esiterei ad assolverli. Ma se hanno avuto cinque figli e ne vogliono evitare un sesto, io dico che possono ricorrere ai metodi anticoncezionali ». Anche fuori d'America è un fatto ormai di dominio comune che nella loro maggioranza i confessori e i direttori di coscienza sono diventati meno rigoristi, limitandosi a mettere in guardia i coniugi che ogni volta che « non rispettino la natura » si rendono obbiettivamente colpevoli verso la tradizionale morale sessuale della Chiesa cattolica. Pertanto, tutto considerato, si potrebbe dedurre che non c'è molto da cambiare, in dottrina ed in pratica, e che la decisione del Papa, quando verrà, quale che' sia per essere, obbiettivamente sanzionerà uno stato di fatto. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: America, Boston, Europa, Frisinga, Kansas City, Monaco, New York, Roma, Stati Uniti