L' avvenire delI'Urss dipende dai «cavalieri della tecnica» di Alberto Ronchey

L' avvenire delI'Urss dipende dai «cavalieri della tecnica» INTERVISTA CON L'ACCADEMICO VLADIM TRAPEZNIKOV L' avvenire delI'Urss dipende dai «cavalieri della tecnica» Gli esponenti Hella scienza più avanzata formano ormai una nuova « élite », pronta a prendere la guida delle industrie sovietiche di pari passo con i «liberisti» alla Liberman - Apertamente riconosciuto il ritardo, soprattutto per i calcolatori elettronici, rispetto al mondo occidentale (Dal nostro inviato speciale) Mosca, aprile. Cambia lo stile dei russi? 1 manager* e i professori che riesco a incontrare sfiorano appena i tradizionali preamboli ideologici; vanno diritti alle questioni pratiche. E' remoto il mito delI'Urss come « cavaliere socialista con l'armatura lucente »; ne succede spesso che la gente ragioni — come ai tempi krusceviani — di grandi sfide oltre i confini. La Russia sembra raccolta su se stessa, sui travagli interni e le graduali riforme, che dureranno chissà quanto, per ammodernare la vecchia « dittatura di piano »: il dinosauro, come dicono gli economisti occidentali. E non si discute più di un romanzo di Aksionov, o di Kocetov, ma per esempio d'un saggio come Pian i Rino\ (« Piano e mercato ») di Ghcnnadi Lisickin La vera prova di Kossighin c l'aggiornamento della società, Il « trust dei cervelli » che sta dietro a Kossighin e alle sue riforme è composito. C'è la scuola degli economisti matematici, come Kantorovic, Novozhilov, Aganbeghian (il « fresco genio» che guida i giovani teorici di Novosibirsk), c quella dei tecnocrati come Trapeznikov. C: sono gli « aziendalisti » come Liberman, il quale fu ingegnere prima che divulgatore del nuova pianificazione, e professori di scienza finanziaria come Aleksàndr Binnan, il quale mi ha spiegato come il fallimento delle industrie passive debba essere giudicato sacrosanto in cer ti casi, nonostante la socializzazione dei mezzi di produzione. L'accademico Vadim Trapeznikov, che ho incontrato subito dopo Birman, è il massimo portavoce delle ragioni tecnologiche a sostegno della riforma economica. Il suo apporto fu decisivo nell'urto con i conservatori, che per quasi due anni (dal '62 al '64) bloccarono la disputa sulla « riscoperta dell'economia ». Egli intervenne per dire press'a poco: guardate che la rivoluzione tecnologica in corso nel mondo non aspetta. In un famoso articolo sulla Frauda, spiegò che l'industria sovietica era bensì avanzata in alcuni settori di punta, ma do veva assorbire la nuova teeno logia su larga scala: e l'incenti vo essenziale poteva nascere so lo da un nuovo corso economi co, fondato sulle autonomie aziendali e gl'indici di profitto «L'articolo del 17 agosto 1964 — domando a Trapeznikov — fu il primo che lei de dico alla revisione economica? « Sì — risponde — fu il pri mo ». « Ma è vero die nel '63 lei era stato all'estero per qual che tempo? ». « Ecco, — risponde — andai in America, per la prima volta, e in Inghilterra e in Giappone ». Immagino che questa cronologia abbia un significato. Allora Trapeznikov era direttore dell'Istituto di Automazione e Telemeccanica, com'è tuttora. Ma oggi è anche primo vice presidente del Comitato statale per la Scienza e la Tecnica, la banca dei progetti kossighiniani, che ha sede in un severo immobile della via Gorki. Ora, con un nuovo articolo apparso sulla Frauda del 18 gennaio '67, Trapeznikov ha sviluppato il suo tema del '64 affermando che nell'industria sovietica trova applicazione so lo il 30-50 per cento dei risul tati ottenuti nella ricerca tecni co-scientifica, che « non di rado le nostre idee vengono attuate prima all'estero », che l'Urss spende meno per le ap plicazioni di quanto spendi per la ricerca pura (mentre negli Stati Uniti l'applicazione è favorita con un rapporto di tre a uno), che occorre affrettare i tempi del progresso tecnico e « premiare il nuovo » con un sistema di prezzi più flessibili. « Certe nostre industrie — mi spiega Trapeznikov — non hanno reparti sperimentali. E invece gl'investimenti per la ricerca e lo sviluppo delle nuove tecniche danno un reddito quattro volte maggiore degli investimenti che allargano sulle vecchie basi la slessa industria. Dico quattro volte maggiore: e questa è una media calcolata sull'intera economia ». Mpedcostpsidd« msovrinaMbtrTmgsesrdbsndttvumircnnesnugetAtidabEtlrnzcffihg n e o 3 , a o è l a a o 8 a 4 a o l i ate p i e oo fo ozi — n E la oo li lugia ». Migliore industria prima che più industria? Precisamente: ed è lo stesso discorso che ricorre nei consigli d'amministrazione dell'Occidente europeo. Sul rapporto che lega simili Questioni alla riforma della pianificazione, la stima di Trapeznikov . è semplice: « L'azienda, col nuovo sistema, dipenderà dal profitto; e profitto è uno stimolo verso la nuova tecnologia ». Bene inteso, l'industria sovietica non è priva di esperienze avanzate, come l'aeronautica di Tupolev e Iljuscin, a metallurgia moderna di Maghnitogorsk, alcuni modeldi macchine utensili. « Abbiamo un laminatoio a controllo elettronico — mi dice Trapeznikov — che si chiama Stai 1. Esso calcola il taglio del metallo e lo esegue senza il minimo scarto. Un solo impianto di questo tipo risparmia 25 mila tonnellate d'acciaio l'anno; funziona così bene che pub andare avanti sei mesi senza manutenzione, non lo guardiamo nemmeno, ammortizza il suo costo in due mesi... Abbiamo guide au tematiche per i treni elettrici le vetture della metropoli tana... Anche noi abbiamo cervelli elettronici che compiono un milione di operazioni elementari in un secondo, come il modello Be SM-6... Usiamo calcolatori elettronici nella ricerca petrolifera, in molti campi della geologia, persino nella diagnostica medica... ». Ma negli Stati Uniti opera no già 25 mila computers elettronici. E proprio in queste settimane s'è letto sui giornali anglosassoni che se esiste una « computermanìa » dilagante anche nell'Est europeo, essa è d'importazione occidentale. A Varsavia c'è un signor Andrzej Targowski, che affitta un IBM 1440 a numerose industrie concludendo affari d'oro (100 dollari l'ora). E a febbraio le sole industrie britanniche (English Electric Elliott Automation, International Computers and Tabulatola) hanno venduto all'Europa orientale cervelli elettronici per quattro milioni e mezzo di dollari. Persino la Banca di Stato cecoslovacca, li fabbriche d'armi Skoda e l'Ufficio di Statistica ungherese hanno rivolto le loro ordinazioni da quella parte. Come si spiega il fenomeno? Quanti sono in realtà i calcolatori sovietici? Trapeznikov menziona alcu ne fabbriche di Mosca e Leningrado, ma non cifre. « Certo — egli concede — ne abbiamo meno degli Stati Uniti, ma cerchiamo di usarli meglio ». Per esempio? Qui la conversazione diviene singolare. Egli cita un caso: la sfida al gioco degli scacchi in corso fra un cervello elettronico della Stanford Uni versity e quello dell'Istituto di Fisica Teoretica e Sperimentale di Mosca. Le due macchine sono state preparate a disputare quattro partite nello stesso tempo: operano su programmi matematici elaborati da esperti americani e russi, ma senz'altri interventi umani. Ebbene, dice Trapeznikov con un lieve sorriso, di cui gli va dato atto, il calcolatore moscovita ha già vinto la prima partita e prevale nella seconda. Insomma pure il computer obbedisce alla tradizione dei grandi maestri scacchisti russi: ma questo non aggiunge nulla alla superiorità che Botvinnik poteva già vantare sul campione americano Fisher. Rimane la questione, largamente discussa, del ritardo sovietico nella rivoluzione tecnologica su larga scala, nonostante le dimensioni continentali e il potenziale di queste industrie. Fino a ieri l'Urss ha con centrato il suo sviluppo scien tifico-tecnologico in alcuni set tori (come quello spazialc-mi litare) e in larga misura la scienza è vissuta in una sua sfera distante dalla produzione di massa; ma oggi si pone il problema di avanzare su un fronte unico o quasi, di convertire l'economia dal sistema dei compartimenti stagni (pri vilegiati o arretrati) al sistema dei vasi comunicanti. Ho domandato per esempio a n« sc(dnna'enzmrtatomqesbeM a Trapeznikov se esista anche nell'Urss, come in America, una « pioggia » di applicazioni c scoperte spaziali sull'industria (nuove leghe, nuove tecniche di riscaldamento, refrigerazione, illuminazione, automazione, miniaturizzazione, e così avanti). Ma non è facile ncl'Urss citare simili casi, poiché e strutture produttive non sono al livello della nuova scienza e tecnologia (ancorché formidabili) che il potere ha indirizzato verso pochi fini prioritari mediante un drenaggio autoritario non solo di capitali, ma di talenti. Negli Stati Uniti, quando cominciarono a volare e astronavi, erano stati già scoperti i transistor, gli antibiotici, il nylon e le plastiche, vaccini antipolio, i calcolatori elettronici della seconda e ter¬ za « generazione ». CJ»e cosa è nato nell'Urss oltre àgli Spianici? La strategia dell'urto, dello « sfondamento parziale », ha consentito successi parziali, ma non una fluida civiltà industriale, articolata in tutte le sue parti e fatta per la vita della società, oltre che per lo Stato Disse Majakovskij all'inizio dell'era bolscevica: « Fra mezzo secolo forse - all'attacco dei lontani pianeti - muoveranno le corazzate volanti - della Co mane... ». Tale profezia s'è avverata. Ma il poeta disse anche: « La vita rifaremo di nuovo fino all'ultimo bottone... ». E questa profezia, dopo mezzo secolo, ha mancato di avverarsi: è il programma insieme ovvio e difficile dell'elite tecnica giunta ora al potere. Alberto Ronchey